[Mini Book Review]
L'istinto del sangue, di Jean Christophe Grange, Garzanti, 2010. Dall’autore di thriller più amato dai francesi, una storia che conduce fino alle motivazioni che rendono l’uomo l’unica specie che uccide per il piacere di farlo.
Un serial killer cannibale che sembra provenire dagli abissi della preistoria insanguina Parigi. Le vittime vengono sgozzate, squartate e parzialmente mangiate in un contesto che evoca riti primordiali di iniziazione e sacrificio.
Quando l’assassino uccide anche il suo amico e giudice che si stava occupando del caso e che forse si stava avvicinando troppo alla verità, Jenne Korowa, giudice istruttore del distretto di Nanterre, si butta a capofitto nelle indagini, spinta dal desiderio di giustizia e da quello di dimenticare una cocente delusione amorosa. Insieme a un affascinante psichiatra al cui studio sembrano collegate alcune delle vittime e un suo giovane paziente autistico, segue con determinazione e coraggio la sua personale indagine, che li porterà in Nicaragua, poi in Guatemala per finire nella foresta pluviale argentina ai confini col Paraguay, dove si trova una fazenda adibita alla tortura e allo sterminio dei prigionieri politici dell’epoca della dittatura. Lì, nella misteriosa e paurosa foresta pluviale, Jeanne verrà a conoscenza dell’incredibile verità che si cela dietro il massacro avvenuto in Francia e continuato in Sudamerica, dove il pazzo omicida l’ha preceduta.
Quando l’assassino uccide anche il suo amico e giudice che si stava occupando del caso e che forse si stava avvicinando troppo alla verità, Jenne Korowa, giudice istruttore del distretto di Nanterre, si butta a capofitto nelle indagini, spinta dal desiderio di giustizia e da quello di dimenticare una cocente delusione amorosa. Insieme a un affascinante psichiatra al cui studio sembrano collegate alcune delle vittime e un suo giovane paziente autistico, segue con determinazione e coraggio la sua personale indagine, che li porterà in Nicaragua, poi in Guatemala per finire nella foresta pluviale argentina ai confini col Paraguay, dove si trova una fazenda adibita alla tortura e allo sterminio dei prigionieri politici dell’epoca della dittatura. Lì, nella misteriosa e paurosa foresta pluviale, Jeanne verrà a conoscenza dell’incredibile verità che si cela dietro il massacro avvenuto in Francia e continuato in Sudamerica, dove il pazzo omicida l’ha preceduta.
Un thriller inquietante, pauroso, questo di Jean Christophe Grangè, che ci fa guardare come in un nero abisso, fino a che punto può arrivare la regressione dell’animo umano, quando si cresce in un contesto di violenza primitiva e feroce. I delitti, così come i colpi di scena sull’identità dello scaltro e misterioso cannibale si susseguono non lasciando respiro al lettore che alla fine, come è successo a me, sente il bisogno di alzarsi in piena notte per andarsi a leggere le ultime terrificanti trenta pagine che sveleranno una verità impossibile da immaginare. Consigliato per gli amanti del genere, una vera chicca.
Parigi. Nel parcheggio sotterraneo di una casa di cura, le fioche luci al neon illuminano il corpo orribilmente dilaniato di Marion Cantelau, un’infermiera. Intorno al cadavere fatto a pezzi, impronte di mani e piedi nudi. Sulle pareti, vergati con sangue misto a polvere d’ocra, disegni simili a graffiti preistorici. Un macabro rituale, perpetrato più e più volte nel corso degli anni. Per questo Jeanne Korowa, giovane giudice istruttore di Nanterre, non può fare a meno di gettarsi a capofitto in un’indagine parallela. Tutte donne, tutte collegate in qualche modo allo studio di uno psicoanalista, Antoine Féraud, e a un suo giovane e psicotico paziente. Una pista che la conduce fino in Nicaragua, Guatemala, nelle paludi argentine e infine a Campo Alegre, nella terrificante Foresta delle Anime. Un luogo dove i misteri di un’antica civiltà gettano un’ombra crudele e inquietante su tutti coloro che vi si avventurano. E quando Jeanne Korowa lo capisce, forse è ormai troppo tardi...
di Iain Levison | Garzanti | Thriller, Horror
ISBN 978-8811670339 | ebook 7,99€ | cartaceo 16,60€
Il respiro della cenere, di Jean Christophe Grange, Garzanti, 2013. Una trama avvincente, sullo sfondo una Parigi scossa da delitti spietati che incontra il fascino antico del Giappone.
Parigi ai giorni nostri. La capitale francese fa da sfondo agli efferati delitti di un killer che prende di mira donne in stato di gravidanza e reparti di maternità degli ospedali. Filo conduttore di questi atroci delitti è sempre il fuoco. Le indagini, condotte dall’ispettore Olivier Passan ben presto si incentrano su un personaggio singolare, un ermafrodita, Patrick Guillard, abbandonato alla nascita dalla madre, che sentendosi perseguitato prende di mira Passan e la sua famiglia. La moglie giapponese di quest’ultimo, Naoko e i loro due figli.
Al termine di un rocambolesco inseguimento per i quartieri di Parigi, Guillard si dà fuoco, coinvolgendo nel rogo anche Passan, che riuscirà a salvarsi a caro prezzo.
L’incubo sembra finito per Passan, quando un evento imprevedibile e violento coinvolge i suoi figli e Naoko, proprio nella loro casa. Il mostro è ancora vivo e libero di colpire la sua famiglia. Naoko che è stata ferita nella lotta con il mostro, fugge dall’ospedale in cui è ricoverata, e con i due figli vola in Giappone, lontana da tutto quell’orrore. Ma il mostro è feroce e determinato a ottenere la sua vendetta e a Passan non resterà che volare in Giappone per mettere la parola fine all’incubo.
Non si fa mai l’abitudine a leggere i romanzi di Jean Christophe Grangè. La sorpresa è sempre dietro l’angolo, anzi dietro la pagina. Un ritmo narrativo veloce, incalzante che raggiunge il parossismo nel finale e costringe il lettore a non abbandonare il libro neanche per un minuto, soprattutto quando si è in prossimità delle ultime pagine. Nonostante la crudezza delle scene, emerge prepotente l’amore dell’ispettore Passan per la sua famiglia e per Naoko, malgrado stiano divorziando. Il fortissimo istinto di protezione innato in lui lo porta a lottare per la sua famiglia e a rivedere certe sue convinzioni che lo stavano allontanando. Consiglio di legggerlo.
Parigi. Nel buio di un garage viene ritrovato il corpo di una donna brutalmente assassinata. Nei paraggi, un paio di guanti da chirurgo ancora intrisi di sangue. L’ennesimo spietato delitto del serial killer che da mesi spaventa la città. La sola persona in grado di occuparsi di un’indagine così complessa è il solitario ispettore Olivier Passan. L’uomo sta attraversando il periodo più difficile della sua vita: la separazione dalla moglie giapponese Naoko, la madre dei suoi due figli. Eppure non può permettersi distrazioni, perché il modus operandi dell’assassino fa pensare a una mente malata e pericolosa. Tutto porta verso un unico sospettato: Patrick Guillard, un ermafrodito abbandonato dalla madre alla nascita. Passan è convinto che il colpevole sia lui. Ma ha tra le mani pochi indizi, non c’è nessuna prova schiacciante. Proprio quando sta per incastrarlo, Guillard si dà fuoco, portando a termine il suo piano folle, che si ispira alla leggenda mitologica dell’Araba Fenice: l’uccello che una volta morto rinasce dalle proprie ceneri. Il caso non è affatto concluso e una minaccia incombe su ciò che ha di più caro: i suoi figli. L’ispettore ha bisogno di risposte. Risposte che solo Naoko, fuggita in Giappone, può dargli. Risposte che affondano le radici in quella tradizione millenaria che li univa: l’arte dei samurai.
di Jean Christophe Grange | Garzanti | Thriller, Horror
ISBN 978-8811684800 | cartaceo 15,81€ | ebook 7,99€
Franco Mieli Da ragazzo scrivevo nel giornalino della scuola. Poi per decenni le varie fasi della vita mi hanno fatto abbandonare questa mia passione. Da circa 10 anni, con i figli ormai grandi, ho deciso di riprendere la scrittura. Coltivo la passione per l’archeologia e il trekking di cui ho trasferito le esperienze nei miei racconti. Ombre pagane, Montecovello. Lupi nella nebbia-Zanne, Montecovello. La conquista dell'Etiopia del 1935-1936, Monetti Editore. |
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