Professione lettore | Di Giulia Mastrantoni. Tra romanzo e reportage, I numeri dispari sono di troppo è un progetto editoriale di Salvatore D'Ascenzo ed Evoè Edizioni realizzato con i detenuti della Casa Circondariale di Castrogno, a Teramo.
Recensire un libro come questo mi è difficile ( Gli scrittori della porta accanto - I numeri dispari sono di troppo, di Salvatore D'Ascenzo): non ho voglia di scrivere una recensione intesa come trama e breve opinione. Non avrebbe senso, capite?
Quello di cui ho voglia di parlarvi è l’ideale che si cela dietro il libro: so quanto è facile nascondersi dietro e dentro all’idea che il carcere sia per chi deve pagare. Per un torto fatto, una legge violata, un crimine violento. Pensare che chi sta scontando una pena stia semplicemente pagando per qualcosa di sbagliato che ha fatto è cosa sin troppo semplice. Il fatto è che dietro una condanna c’è sempre una persona.
Quello di cui ho voglia di parlarvi è l’ideale che si cela dietro il libro: so quanto è facile nascondersi dietro e dentro all’idea che il carcere sia per chi deve pagare. Per un torto fatto, una legge violata, un crimine violento. Pensare che chi sta scontando una pena stia semplicemente pagando per qualcosa di sbagliato che ha fatto è cosa sin troppo semplice. Il fatto è che dietro una condanna c’è sempre una persona.
Non voglio giustificare nessuno né perdermi in apologie facili, anzi, mi è capitato di entrare due volte in un carcere italiano per un workshop sul giornalismo e devo dire che l’opinione che ne ho avuto non sia stata del tutto positiva: molti dei carcerati con i quali mi sono ritrovata a parlare volevano sminuire ciò che avevano commesso o fingere di non aver mai sbagliato. Volevano attribuire l’errore alla giustizia e non a loro stessi. A me non sta bene, ovviamente, che ci si nasconda davanti alle conseguenze delle proprie azioni e, laddove altre studentesse (come lo ero io) si sono profuse in belle parole a proposito dei carcerati che abbiamo incontrato, io ne avevo dipinto un ritratto mentale molto meno lusinghiero. Erano persone che stavano cercando di manipolare la nostra opinione a proposito del loro passato, ecco come la pensavo.
Non ho cambiato idea, ma ho cambiato prospettiva: l’errore, laddove esiste, va pagato, però ci sono molti modi diversi di scontare una pena. Chiudere qualcuno in un carcere e abbandonarlo a se stesso ha poco senso: un amico che sta per laurearsi in Giurisprudenza mi ha spiegato che è proprio tra le mura del carcere che si fa networking per le malefatte future. Quindi no, non è un’idea brillante, lasciare i carcerati in balia di se stessi. Quello che è importante e sensato, invece, è far sì che il carcere venga accompagnato da un percorso interiore di comprensione e cambiamento.
Non tutti finiscono in carcere perché hanno desiderato commettere un crimine: per alcuni era la sola alternativa.
Per altri, invece, c’era la possibilità di scegliere. Ecco, io credo che il carcere debba insegnare a fare le scelte giuste, che non sono giuste perché lo dice la Legge, ma perché sono l’unica via affinché si possa vivere tutti serenamente nella stessa società. Sono piccoli o grandi accorgimenti che faranno sì che possiamo vivere l’uno accanto all’altra con il minor attrito possibile. Il carcere dovrebbe insegnare questo: l’importanza della vita serena in una società, la possibilità di fare le scelte giuste e la certezza di potersi ricostruire una vita.I numeri dispari sono di troppodi Salvatore D'AscenzoEvoè Edizioni Romanzo | Reportage ISBN 978-88-96234-57-0 cartaceo 13,50€ |
Vi dico tutto questo perché I numeri dispari sono di troppo di Salvatore D'Ascenzo, Evoè Edizioni, nasce proprio in un carcere: è un progetto per avvicinare chi sta scontando una pena all’emotività, all’introspezione e all’arte come sfogo produttivo. Si tratta di un’iniziativa che non posso sapere quali effetti avrà a lungo termine su chi l’ha sperimentata, ma che mi piace. Non posso fare molto più che augurare a chi ha collaborato con i carcerati di aver tratto il maggior insegnamento possibile da questa esperienza. Auguro a chi uscirà dal carcere di avere una vita felice.
Comprensione e cambiamento sono possibili.
Comprensione e cambiamento sono possibili.
Giulia Mastrantoni Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare. Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo. Misteri di una notte d’estate, ed. Montag. One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished. Veronica è mia, Pensi Edizioni. La forma del sole, StreetLib collana gli scrittori della porta accanto. |
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