
Pagina 69 #122 | Souvenir, di Maurizio De Giovanni, Einaudi. Una nuova indagine per i Bastardi di Pizzofalcone, un segreto custodito per cinquant'anni, una storia d'amore e di sacrificio indimenticabile come un vecchio film.
Non passava giorno che non si ponesse mentalmente al cospetto dello strano, enorme sentimento di tenerezza e di protezione che provava per quella bambina. Era una condizione talmente nuova e inattesa nella sua vita e nella sua personalità, per come conosceva se stesso, che gli faceva quasi paura. Si sentiva responsabile nei confronti della piccola, ovvio, ma era anche geloso di lei, ed era terrorizzato all'idea che potesse succederle qualcosa di brutto in quel mondo terribile che lui affrontava ogni giorno.
La Di Giacomo lesse un documento e apparve soddisfatta. Alzò lo sguardo.
- Dunque, come sapete abbiamo presentato a vostra firma l'istanza di adozione, con le indicazioni circa la particolarità del caso. La nostra memoria era ampia e riportava le notizie che in queste eventualità vengono richieste: la solidità economica, la disponibilità di un appartamento decoroso e di spazio sufficiente, le vostre storie personali, il lavoro, le famiglie di origine. Tutto.
Romano si agitò sulla sedia.
- E andava bene, avvoca'? Noi abbiamo risposto con sincerità, non ci permetteremmo mai di...
La Di Giacomo scoppiò a ridere.
- E certo, signor Romano, che diamine! Figuratevi se ci mettiamo a dire fesserie al presidente del tribunale dei minori, che peraltro è una delle donne più intelligenti e furbe che io abbia mai incontrato. Quella in due minuti vi smaschererebbe, nel colloquio.
- Il colloquio? - chiese Giorgia.
L'avvocato annuì.
- Questa è appunto la bella notizia che vi dovevo dare, la ragione per cui vi ho convocati qui. Il presidente del tribunale vuole incontrarvi. È un ottimo segno; indica che le procedure sono veloci e che potremmo avere novità a breve.
Romano cercava di controllare il cuore che gli era balzato in gola.
- E quando... che tipo di colloquio sarà, avvoca'? Verrà anche lei, no?
La Di Giacomo fece una smorfia.
- No, il presidente vuole parlare in privato con gli aspiranti genitori. Ve l'ho detto, è una donna molto in gamba. Capisce tutto al volo, e non delega niente. La presenza di un avvocato inquinerebbe forzatamente la sua impressione, e lei non consente inquinamenti.
Dopo un attimo di silenzio, Giorgia domandò:
- Ma cosa vuole appurare il giudice su di noi? Non è possibile evitare l'interrogatorio? In fondo abbiamo presentato i documenti e ...
L'espressione dell'avvocato si indurì appena.
- Signora, non sarà un interrogatorio, ma un colloquio. Credevo di essermi espressa con chiarezza. E non si tratta di un evento aggirabile, perché è la richiesta del massimo organo preposto alle adozioni. Il presidente vuole approfondire un punto che evidentemente non le risulta chiaro e, se ci riflettete, bisognava aspettarselo.
Romano, con voce troppo bassa, chiese:
- Quale?
Gli occhi verdi della Di Giacomo lo fissarono, inespressivi.
- La solidità affettiva del vostro rapporto.
La Di Giacomo lesse un documento e apparve soddisfatta. Alzò lo sguardo.
- Dunque, come sapete abbiamo presentato a vostra firma l'istanza di adozione, con le indicazioni circa la particolarità del caso. La nostra memoria era ampia e riportava le notizie che in queste eventualità vengono richieste: la solidità economica, la disponibilità di un appartamento decoroso e di spazio sufficiente, le vostre storie personali, il lavoro, le famiglie di origine. Tutto.
Romano si agitò sulla sedia.
- E andava bene, avvoca'? Noi abbiamo risposto con sincerità, non ci permetteremmo mai di...
La Di Giacomo scoppiò a ridere.
- E certo, signor Romano, che diamine! Figuratevi se ci mettiamo a dire fesserie al presidente del tribunale dei minori, che peraltro è una delle donne più intelligenti e furbe che io abbia mai incontrato. Quella in due minuti vi smaschererebbe, nel colloquio.
- Il colloquio? - chiese Giorgia.
L'avvocato annuì.
- Questa è appunto la bella notizia che vi dovevo dare, la ragione per cui vi ho convocati qui. Il presidente del tribunale vuole incontrarvi. È un ottimo segno; indica che le procedure sono veloci e che potremmo avere novità a breve.
Romano cercava di controllare il cuore che gli era balzato in gola.
- E quando... che tipo di colloquio sarà, avvoca'? Verrà anche lei, no?
La Di Giacomo fece una smorfia.
- No, il presidente vuole parlare in privato con gli aspiranti genitori. Ve l'ho detto, è una donna molto in gamba. Capisce tutto al volo, e non delega niente. La presenza di un avvocato inquinerebbe forzatamente la sua impressione, e lei non consente inquinamenti.
Dopo un attimo di silenzio, Giorgia domandò:
- Ma cosa vuole appurare il giudice su di noi? Non è possibile evitare l'interrogatorio? In fondo abbiamo presentato i documenti e ...
L'espressione dell'avvocato si indurì appena.
- Signora, non sarà un interrogatorio, ma un colloquio. Credevo di essermi espressa con chiarezza. E non si tratta di un evento aggirabile, perché è la richiesta del massimo organo preposto alle adozioni. Il presidente vuole approfondire un punto che evidentemente non le risulta chiaro e, se ci riflettete, bisognava aspettarselo.
Romano, con voce troppo bassa, chiese:
- Quale?
Gli occhi verdi della Di Giacomo lo fissarono, inespressivi.
- La solidità affettiva del vostro rapporto.
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