Gli scrittori della porta accanto

Monologo da La locandiera, di Goldoni

Monologo da La locandiera, di Goldoni

Palcoscenico Di Tamara Marcelli Il monologo teatrale di Mirandolina, dalla commedia in tre atti La locandiera, di Carlo Goldoni.

La locandiera, di Carlo Goldoni, BUR Rizzoli 1997  cartaceo 7,65€

La locandiera è una commedia in tre atti scritta da Carlo Goldoni nel 1753, anno in cui venne rappresentata per la prima volta a Venezia al Teatro Sant'Angelo.
Carlo Goldoni nacque a Venezia il 25 febbraio 1707. Fu importante drammaturgo, scrittore e librettista italiano. Morì a Parigi il 6 febbraio 1793. 
Scrisse numerose commedie e attuò una vera riforma del teatro del tempo, assicurando il passaggio dalla ormai lontana tecnica della Commedia dell'Arte ad un nuovo concetto di Teatro della realtà. Le consuete maschere e il canovaccio furono abbandonati e anche il linguaggio mutò verso un realismo del quotidiano. Apparvero i primi copioni per gli attori.
La Locandiera è considerato uno dei capolavori di Goldoni. La grandissima attrice Eleonora Duse vestì i panni di Mirandolina nel 1891.


Il monologo di Mirandolina

[Atto primo, scena nona.]

Uh, che mai ha detto?! L’eccellentissimo signor marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà: io non lo vorrei.
Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposati tutti quelli che hanno detto volermi, oh avrei pure tanti mariti.
Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me si innamorano, tutti mi fanno i cascamorti, e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi addirittura.
E questo signor cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me.
Non dico che tutti in un salto s’abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così è una cosa che mi muove la bile terribilmente!
È nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà, la troverà… E chissà che non l’abbia trovata?
Con questi mi metto di picca!
Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne.
A maritarmi non ci penso nemmeno: non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non mi innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati: e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e sconquassare questi cuori barbari e duri, che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura.





Tamara Marcelli


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