Libri Recensione di Davide Dotto. On Writing. Autobiografia di un mestiere, di Stephen King, Pickwick, 2017. Una guida per capire quali siano i ferri del mestiere (vocabolario, grammatica, elementi di stile) anche se, da soli, non sono sufficienti.
Quante volte mi è stato chiesto: ma io posso scrivere libri? Io che non ho letto abbastanza, che mi mancano troppi classici, che non ho dimestichezza con la cultura? Ma è una domanda ingenua. Le cose non si sanno, si hanno dentro. Anche senza rendersene conto.
(Roberto Cotroneo, Il sogno di scrivere, Utet, 2014)
Il linguaggio non deve sempre presentarsi in giacca e cravatta.
(Stephen King)
Siamo lontani da un tradizionale manuale di scrittura. L’elemento preponderante è il racconto di sé, delle esperienze di un autore quale Stephen King, del modo in cui si è avvicinato alla scrittura e alla propria personale cassetta degli attrezzi. Poco più di un terzo del volume è dedicato al curriculum vitae, in risposta a una domanda tutt’altro che secondaria:
Se avessi deciso di essere talmente presuntuoso da spiegare come si scrive, sarebbe dovuta esistere una ragione migliore del mio successo.
Quali sono gli attrezzi del mestiere? Il vocabolario, la grammatica, lo stile. Se con la padronanza dei primi si può arrivare a una scrittura impeccabile, è lo stile a fare la differenza. Nemmeno quest’ultimo è sufficiente legandosi a un contenuto intimamente allacciato al proprio vissuto, alla personale visione del mondo e al coraggio di sondare
Innominabili fanghi dove pullulano desideri e aspirazioni, ricordi più vasti e oscuri di ogni parola, di ogni convenzione.
(Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, 2012)
Il resto viene dopo, tipo evitare:
troppe frasi elementari in fila,
la forma passiva,
avverbi inutili,
periodi complicati (spezzare una frase può aiutare a renderla comprensibile)
parole ed espressioni antipatiche
scrivere e leggere molto, con costanza, ma non nei ritagli di tempo
niente telefono, niente televisore, niente internet
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Il tempo è un alleato, ma anche un avversario.
Se non mi siedo alla scrivania ogni mattina, i personaggi avvizziscono, diventando monodimensionali e posticci.
Sono convinto che la prima stesura di un libro, per quanto lungo, non debba portare via più di tre mesi: la durata di una stagione. Se ci si impiega di più – e parlo per me – la storia comincia a sembrare curiosamente estranea.
Chi volesse iniziare ha tra le mani una mappa dettagliata del percorso da intraprendere, privo di scorciatoie. Il punto di partenza è preciso e perentorio:
Se volete diventare scrittori, dovete leggere e scrivere un sacco.
Chi scrivesse senza leggere, è fuori dai giochi. Chi leggesse molto e trovasse a stento il tempo di scrivere, faticherebbe a strutturare un racconto o un romanzo. Verrebbe meno la gavetta, la necessaria prova del nove di ciò che si impara in un banco di scuola.
Intento di Stephen King in On Writing è rendere ciascuno consapevole di quali siano i ferri del mestiere.
E di come, gli stessi, da soli, non siano sufficienti.Vi sono considerazioni che possono apparirci sconcertanti, sul filo di luoghi comuni e di eccezioni a regole consolidate. Un solo esempio: un romanzo richiede un’idea chiara sull’intreccio. Un difetto di esso produce incongruenze, difficoltà di procedere e di concludere. Eppure programmare tutto, specie per un autore di suspense, significa veicolare la narrazione a scapito della creatività:
La trama è un arnese troppo grande, quasi il martello pneumatico dello scrittore…
Alla fine ciascuno è chiamato a scoprire il proprio metro di misura e il modo migliore di utilizzare le tecniche e gli strumenti a disposizione. L’invito è quello di sfruttarli al meglio al fine di estrarre da noi, senza barare, il racconto che già ci appartiene. Ma anche di non irrigidirsi nel seguire regole che, per essere eluse, vanno comunque conosciute alla perfezione.
On Writing
Autobiografia di un mestiere
di Stephen KingPickwick
Saggio | Autobiografia
ISBN 9788868364007
Cartaceo: € 8,41
Sinossi
Più che un manuale tecnico per aspiranti scrittori, questo libro è un'autobiografia del mestiere, in cui la storia personale e professionale di King si fondono totalmente. Il capitolo d'apertura, «Curriculum vitae» ripercorre gli anni della formazione attraverso i momenti di crescita fino al grande successo di «Carrie». «La cassetta degli attrezzi» è invece una disincantata elencazione dei ferri del mestiere. «Sullo scrivere» illustra le fasi del racconto creativo fino all'approdo editoriale; infine «Sul vivere» racconta come l'autore abbia visto la morte da vicino dopo lo spaventoso incidente in cui è stato coinvolto e come, grazie alla scrittura, sia tornato alla vita.
Davide Dotto Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie. Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni. |
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