Gli scrittori della porta accanto

Sara al tramonto, di Maurizio De Giovanni

Sara al tramonto, di Maurizio De Giovanni - Recensione

Libri Recensione di Davide Dotto Sara al tramonto, di Maurizio De Giovanni, Rizzoli, 2018. Un romanzo con una precisa presa di posizione, da un'indagine tradizionale stile Sherlock Holmes alle tecniche investigative d'avanguardia.

Pardo era inquietato dalla capacità della donna di privarsi di ogni espressione, annullando anche i movimenti del corpo e nascondendosi dietro a una perfetta immobilità. Assomigliava a una bambola dimenticata nell'angolo di una soffitta.
Se vuoi passare inosservata, pensò Davide in un lampo di consapevolezza, quegli occhi non mostrarli. Mai.
Sono varie le sottotrame dell’ultima fatica di Maurizio De Giovanni. Il titolo concentra l’attenzione del lettore su Sara Marozzi, una poliziotta in pensione dagli insoliti talenti investigativi dei quali è impossibile fare a meno. Poi abbiamo il caso da romanzo giallo, risolto sulla carta con la responsabile assicurata alla giustizia. Tuttavia il maldestro ispettore Davide Pardo ha motivo di dubitare dell’arresto effettuato. Al centro della storia non vi è soltanto un'innocente da prosciogliere, vi sono pure le cospirazioni di un disegno criminoso in atto, capaci di causare a breve un’altra vittima: una bambina di sei anni.
In modo diverso Sara e Davide percepiscono l’urgenza di risolvere il dramma. Entrambi hanno un passato da rimestare e col quale confrontarsi. Le difficili scelte di Sara non hanno tardato a presentarle un conto salato: ha perso Massimiliano, il compagno di una vita per il quale ha lasciato la sua famiglia. Poco prima le è morto il figlio che, ormai adulto, aveva rinunciato ad allevare e non conosceva:
La notte non era una nemica, no. Lo era diventata da quando sia il figlio che aveva abbandonato sia l’amore per cui aveva sacrificato tutto si erano trasformati in anime morte, abitanti del buio acquattati come belve pronte a saltarle alla gola urlando stridule: a lei, colpevole di essere rimasta viva.
All’ispettore Pardo pesa un errore giudiziario e il suicidio in carcere di un innocente. A loro si aggiungono Teresa, ex collega della poliziotta, e Viola, sua nuora. Nasce un quartetto inedito non privo di risorse, che stempera la tensione regalando qua e là un tocco di commedia se non di cabaret.
Ciascuno si adopera ponendo sul piatto le proprie attitudini, scandagliando a fondo vicende in apparenza concluse. Sara, per esempio, non ha bisogno di marchingegni tecnologici per decifrare a distanza le conversazioni più articolate. Qui non si tratta di spulciare referti e documenti alla ricerca di dettagli non adeguatamente evidenziati nell'inchiesta ufficiale.

Sono le espressioni facciali, la postura, i movimenti di mani e occhi a fare la differenza, elementi che Sara è in grado di leggere come in un libro aperto. 

È un metodo di indagine tradizionale che conferma la propria validità in aggiunta a nuove tecnologie non prive di effetti collaterali:
... ci hanno dato questo software americano, sviluppato dai tedeschi, che incrocia tutto quello che è possibile incrociare. Associa le parole, verifica le frequenze d’uso dei vocaboli, esprime delle curve emotive. È come infilare pensieri, passioni, perversioni del pianeta in un frullatore, e osservare il vomito che salta fuori…
Al giorno d’oggi pareva che non potesse esistere colpevole senza una scia di DNA lasciata come la bava di una lumaca, o senza una prova che si rilevasse sulla luce bluastra del Luminol. Anche alla televisione non c’era scena del crimine che non avesse un pelo dal quale si poteva risalire al segno zodiacale del potenziale assassino, individuato per avere il sole in Saturno.
Tra le righe è evidente una precisa e interessante presa di posizione tra un prima, in cui si rivelano preziose le doti di uno Sherlock Holmes, e un dopo in cui esse sono messe da parte a favore di infallibili algoritmi informatici e tecniche investigative d'avanguardia. Le quali tendenzialmente, rincorrendo un mondo assai complicato, si perdono in un troppo che stroppia. Paradossalmente (crime fiction a parte) l'abbondanza di indizi e di tracce da enumerare, sondare, può ritardare ogni oltre dire il momento delle ipotesi, o moltiplicarle all'infinito, rendendo inaccessibile la verità. A meno di soccombere alla sindrome del Fratello Maggiore (il Big Brother di Orwelliana memoria), o ritagliare un apposito spazio ad abilità di altra natura, più tradizionali e, soprattutto, più umane e difficilmente catalogabili.


Sara al tramonto

di Maurizio De Giovanni
Rizzoli
Noir
ISBN 978-8817099431
Cartaceo 16,15€
Ebook 10,99€

Sinossi
Sara non vuole esistere. Il suo dono è l'invisibilità, il talento di rubare i segreti delle persone. Capelli grigi, di una bellezza trattenuta solo dall'anonimato in cui si è chiusa, per amore ha lasciato tutto seguendo l'unico uomo capace di farla sentire viva. Ma non si è mai pentita di nulla e rivendica ogni scelta. Poliziotta in pensione, ha lavorato in un'unità legata ai Servizi, impegnata in intercettazioni non autorizzate. Il tempo le è scivolato tra le dita mentre ascoltava le storie degli altri. E adesso che Viola, la compagna del figlio morto, la sta per rendere nonna, il destino le presenta un nuovo caso. Anche se è fuori dal giro, una vecchia collega che ben conosce la sua abilità nel leggere le labbra - fin quasi i pensieri - della gente, la spinge a indagare su un omicidio già risolto. Così Sara, che non si fida mai delle verità più ovvie, torna in azione, in compagnia di Davide Pardo, uno sbirro stropicciato che si ritrova accanto per caso, e con il contributo inatteso di Viola, e del suo occhio da fotografa a cui non sfugge nulla.

Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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