Viaggi Di Valentina Gerini Da non-luogo a crocevia di storie e di emozioni, oggi l'aeroporto è considerato un vero e proprio «insieme di sentimenti».
C'è chi va e chi viene, chi parte e chi resta, chi si dice addio per sempre e chi solo un arrivederci, chi è lì per lavorare e chi invece è lì per attendere l'arrivo di qualcuno. L'aeroporto è un luogo speciale che, negli ultimi tempi, è diventato sempre più frequentato. Viaggi di lavoro e di piacere, giri del mondo, vacanze, transiti, spostamenti... Chiunque debba muoversi lo fa spesso scegliendo di volare e, dunque, passando per un aeroporto.
Leggendo informazioni in internet ho scoperto che il primo costruito e adibito ad aeroporto civile è stato quello di College Park, situato nel Maryland. Datato 1909, questo aeroporto è tuttora in attività. L'Italia vanta anch'essa aeroporti piuttosto anziani, come quello di Roma-Centocelle e Torino-Mirafiori, entrambi del 1908. A differenza del primo aeroporto americano, questi sono purtroppo caduti in disuso dopo la seconda guerra mondiale. Rovistando ancora nel passato, ho appreso che il primo aeroporto internazionale ancora in attività è l'aeroporto di Bisbee-Douglas, a Douglas, in Arizona, costruito nel 1941.
Davvero impressionante leggere e documentarsi sulla nascita degli aeroporti e, soprattutto, sulla loro evoluzione. Pensate a quante persone sono passate di lì in più di 100 anni di attività.
Da non-luoghi, come li aveva definiti Marc Augè nel suo studio antropologico-culturale riportato nel libro Nonluoghi, a luogo di incontri e di addii.
Oggi l'aeroporto è molto di più. Spesso è anche un centro commerciale, con una vasta scelta di ristoranti gourmet e di attività. Un posto dove ci si può sedere per prendere un caffè, magari con una vista spettacolare sulla pista. Per gli appassionati di viaggi, come me, l'aeroporto è quel posto in cui tutto prende forma, e si inizia l'avventura, in cui ci si ritrova faccia a faccia con quei bestioni con le ali che ci porteranno dall'altra parte del mondo in un baleno. Sempre uguale a sé stesso ma, allo stesso tempo, anche sempre diverso perché cambia a seconda di chi lo guarda. Di fatti, per alcuni può essere un punto d'arrivo e per altri invece un punto di partenza. Per altri ancora un semplice luogo di transito.
Da non-luoghi, come li aveva definiti Marc Augè nel suo studio antropologico-culturale riportato nel libro Nonluoghi, a luogo di incontri e di addii.
Oggi l'aeroporto è molto di più. Spesso è anche un centro commerciale, con una vasta scelta di ristoranti gourmet e di attività. Un posto dove ci si può sedere per prendere un caffè, magari con una vista spettacolare sulla pista. Per gli appassionati di viaggi, come me, l'aeroporto è quel posto in cui tutto prende forma, e si inizia l'avventura, in cui ci si ritrova faccia a faccia con quei bestioni con le ali che ci porteranno dall'altra parte del mondo in un baleno. Sempre uguale a sé stesso ma, allo stesso tempo, anche sempre diverso perché cambia a seconda di chi lo guarda. Di fatti, per alcuni può essere un punto d'arrivo e per altri invece un punto di partenza. Per altri ancora un semplice luogo di transito.
Vivere in un aeroporto per una settimana e raccontare ciò che si vede e si percepisce: dall'esperimento antropologico di Alain de Botton a Hello Goodbye, il programma TV di Pablo Trincia.
Ritrovo di viaggiatori, incontro di culture, scandito da regole e passaggi precisi, l'aeroporto è «un insieme di sentimenti», secondo lo scrittore Alain de Botton, che nel 2010 ha pubblicato un divertente diario intitolato Una settimana all'aeroporto . Queste sono alcune delle sue considerazioni:
Gli aeroporti sono pieni di vite e di emozioni. Anzi, posso definire tre sentimenti prevalenti: ansia, attesa, desiderio. In pochi altri posti si avvertono tanto fortemente.
Nel 2009 ad Alain de Botton viene chiesto di risiedere in uno degli aeroporti più importanti al mondo, quello di Heathrow, per una settimana e di raccogliere testimonianze e impressioni da riportare in un libro. Così, armato di una scrivania in mezzo all'atrio delle partenze e di tanta curiosità, Alain descrive tutto ciò che vede in quei sette giorni. Chiacchiera con chiunque: sia chi in aeroporto ci lavora, sia chi è di passaggio. Nasce in questo modo una vera e propria riflessione antropologica. Dalla quarta di copertina si legge:
Lo scrittore trasforma i suoi bloc-notes in racconti e in riflessioni sui meandri della psiche umana, sulle affascinanti contraddizioni del mondo moderno e sul viaggio come possibilità di apportare cambiamenti duraturi nelle nostre esistenze.
Pensate, in effetti, a quante conoscenze, la maggior parte delle volte casuali, si fanno in aeroporto. Pensate a quante storie si intrecciano in quelle mura, ogni giorno. Pensate all'aria di vacanza che si respira lì dentro, unita all'aria di ansia, attesa e desiderio, proprio come diceva De Botton. Partendo per un viaggio, ci si ritrova in attesa in questo luogo di transito, dove si fanno incontri interessanti e, a volte, significativi, si conoscono storie incredibili e persone meravigliose. Un miscuglio di lingue e culture, concentrate in pochi metri quadrati. L'aeroporto non è affatto un non-luogo, bensì un posto assolutamente magico, ricco di emozioni e di storie. E c'è chi, in tempi più moderni, ha cercato di raccontare questo aspetto in un programma TV, come Pablo Trincia in Hello Goodbye.
E più recente è l'aeroporto, più rappresenta una vera e propria opera architettonica a livello artistico.
Secondo Fanpage.it, gli aeroporti moderni sono veri e propri musei. In effetti è così, basti pensare alle mostre itineranti che si trovano spesso nei vari scali, alle sculture, alle opere d'arte, alla vegetazione. Ebbe sì, ci sono aeroporti dove oltre a negozi e ristorante, si trovano piscine, Spa e giardini botanici, come il Changi Airport di Singapore.Nel mio bagaglio culturale di viaggiatrice, ricordo con grande piacere due aeroporti: il Barajas Airport di Madrid, con la sua maestosa copertura ondulata, e l'aeroporto internazionale di Punta Cana, dove si può sedere in una terrazza esterna ad osservare aerei che atterrano e decollano.
Non è tutto così affascinante? Che ne pensate degli aeroporti?
Valentina Gerini Ho due grandi passioni: i viaggi e la scrittura. Dei viaggi ne ho fatto la mia professione, diventando accompagnatrice turistica. La scrittura è il mio hobby. Mi piace avere una vita piena di cose da fare: sono una mamma, lavoro, collaboro con un mensile toscano, mi impegno a portare avanti il progetto Gli scrittori della porta accanto e scrivo libri. Volevo un marito nero, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione) La notte delle stelle cadenti, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione). Ponsacco-Los Angeles. Sulle tracce di Bruce Springsteen, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto. Storie di una assistente turistica, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto. |
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