Gli scrittori della porta accanto

Le scimmie dell’Amazzonia, racconto di Luigi Lazzaroni

Le scimmie dell’Amazzonia, racconto di Luigi Lazzaroni

Inediti d'autore Racconto di Luigi Lazzaroni. Le scimmie dell'Amazzonia, un nonno e la sua nipotina, ricordi e fotografie di un emozionante viaggio in Sud America.

Tu lo sai che il nonno è un po’ giramondo e andando in giro ha visto tante scimmie, a lui piacciono le scimmie, non come la nonna che ha paura, e ha capito che tutte le scimmie sono un po’ dispettose.
Una volta è andato lontano lontano, al di là del mare, in una foresta che non finiva mai neanche volandoci sopra con l’aereo che pure va veloce. In questa foresta c’è una piccola città e quando il nonno è arrivato lì ha visto una scimmietta nera che faceva i dispetti a un cane perché quando il cane si sedeva per riposare la scimmietta scendeva dall’albero e gli tirava la coda. Il cane si girava ma la scimmietta scappava sull’albero, allora il cane si sedeva di nuovo e la scimmietta scendeva e gli toccava la testa ma il cane non riusciva mai a prenderla. Secondo me, però, non stavano litigando ma giocando.
Poi il nonno ha preso una barca ed è andato in un posto dove le case erano tutte costruite sopra l’acqua, su pali di legno. Il padrone di queste case una volta ha comperato al mercato una scimmia marrone perché gli faceva pena messa lì in vendita, l’ha portata a casa e l’ha chiamata Dorilla. La scimmia era contenta perché attorno c’erano tanti alberi e si divertiva un sacco a fare gli scherzi agli amici del padrone che venivano a trovarlo.
Una volta ha preso una scarpa ma non sapeva come si usava, e poi a lei non serviva perché lì le scimmie stanno sugli alberi e non camminano per terra, allora ha preso la scarpa e l’ha buttata nell’acqua. L’amico ha detto: «e adesso come faccio a tornare a casa?» Il padrone allora gli ha comprato un altro paio di scarpe.
Un’altra volta ha preso il cappello di una signora poi ha visto che non gli piaceva e l’ha lasciato in cima a un albero e anche stavolta il padrone ha dovuto comperare un altro cappello.
Poi, e questa volta l’ha combinata grossa, ha rubato la macchina fotografica di un altro amico del padrone e nessuna sa dove l’abbia buttata, l’amico si è lamentato: «e tutte le mie foto?»
Allora il padrone ha deciso di portare Dorilla più lontano lungo un fiume nella foresta.
«Questa è casa tua — le ha detto — trovati qualche amica e gioca con loro.»
Però, siccome era uno buono, ogni volta che qualcuno doveva passare su quel fiume il padrone gli dava un po’ di banane da portare a Dorilla, anche il nonno gliele ha portate, e Dorilla adesso sta così bene che ha trovato marito ed è diventata mamma di un’altra scimmietta.

Un’altra volta il nonno ha visto le scimmie più piccole del mondo, ma così piccole che le puoi tenere in mano anche tu, ma non so se ti piacerebbero.

Al nonno non piacevano perché se ne stavano tutto il giorno ferme su un alberello e sai a fare che cosa? Facevano dei buchi nella corteccia dell’alberello e leccavano la linfa che usciva, un po’ come fanno i vampiri. Il padrone di quel posto ha detto che lo facevano per mangiare ma al nonno non sono piaciute lo stesso.
Il giorno dopo il nonno è andato con uno che conosceva bene quella foresta a cercare delle scimmie più grandi difficili da trovare. A un certo punto hanno cominciato a sentire bung, brank, ciùf e altri rumori di roba che cadeva in acqua, perché lì tutti gli alberi crescono nell’acqua. Erano le scimmie che, secondo me, tiravano i rami contro di noi per cui non ci siamo avvicinati troppo e meno male perché erano brutte ma brutte che più brutte non si può, avevano la faccia tutta rossa e anche la testa era pelata, come quella del nonno, ma rossa che sembrava scottata come quando si va al mare. Come faccio a saperlo se ero lontano? Ho fatto le foto da lontano e le ho viste al computer, dopo te le faccio vedere.


Uacari calvo
Uacari calvo
Uistiti pigmeo
Uistiti pigmeo
Poi è successo che un giorno il nonno era su una barca in mezzo a un lago, piccolo ma molto bello, nascosto tra gli alberi di questa grande foresta ma in un altro posto, non quello di prima. A un certo momento tra le foglie degli alberi sulla riva ha visto un musetto un po’ rosa e un po’ nero che guardava curioso. Era una bella scimmietta ma non era sola, dopo un po’ ne è arrivata un’altra e un’altra ancora e correvano sui rami e saltavano come fanno tutte le scimmiette e facevano baccano come fate voi alla scuola materna fuori in cortile e si divertivano un sacco. Qualcuna cercava di mangiare i frutti in cima a una palma, no non datteri ma un altro tipo di frutto, però sono arrivate due scimmie più grosse e loro sono scappate. Poverine, ho pensato, gli rubano le cose buone ma il padrone della barca che era lì con me mi ha spiegato che invece si vogliono bene perché le scimmiette con tutto quello che combinano fanno cadere e volare gli insetti e anche le scimmie grosse, che sono più lente, riescono a mangiare le cavallette che, per le scimmie, sono una bontà. In compenso le scimmie più grandi, che hanno denti più grossi, aprono i frutti di quella palma, ne mangiano un po’ e lasciano il resto alle scimmiette che altrimenti non riuscirebbero mai a mangiarli perché troppo duri per i loro dentini.
Intanto, però, che parlavano, il nonno ha visto due piccoli caimani che assomigliavano a quello della canzone “Il coccodrillo come fa” lì di fianco alla barca e il padrone della barca si è messo a ridere e ha detto: «Stanno aspettando di vedere se qualche scimmietta cade in acqua per mangiarsela», ma quella volta per fortuna non ne è caduta nessuna.

In un altro viaggio il nonno stava dormendo in una casetta di legno vicino a un fiume, sempre dentro quella foresta ma in un altro posto ancora. 

Quando ha sentito un rumore lontano ma non capiva cosa fosse perché sembrava un po’ come il muggito di tante mucche, ma non c’erano mucche in quel posto della foresta, e un po’ come il rumore delle macchine da corsa quando fanno le gare all’autodromo e tu le senti da casa, ma lì non c’erano macchine, non ci sono nemmeno le strade. Allora ha chiesto al padrone di quel posto e lui gli ha spiegato che erano le scimmie urlatrici. «E perché urlano?» Ho chiesto io. Perché quelle scimmie mangiano le foglie degli alberi e sono pigre e non vogliono spostarsi dall’albero su cui stanno per cui dicono a tutte le altre scimmie “State lontane, questo albero è nostro, non avvicinatevi sennò ci arrabbiamo”.
La notte dopo mentre stava dormendo nella sua casetta, il nonno è stato svegliato dal rumore dei rami lì attorno, perché la casetta era in mezzo alla foresta, sembrava che qualcuno camminasse tra gli alberi. Il nonno ha guardato fuori dalla finestra ma non si vedeva niente, era troppo buio. Perché non sono uscito per vedere meglio? Perché non c’era nemmeno la luce, bisognava usare le candele e poi il nonno aveva un po’ fifa a uscire da solo. Il signore che stava lì di guardia il mattino dopo gli ha spiegato che probabilmente erano le scimmie. «Di notte?» ho chiesto io. Sì sono le uniche scimmie al mondo che girano di notte e dormono di giorno.
La prossima volta che il nonno andrà ancora in quella foresta le vuole proprio vedere queste scimmie, ma di giorno, quando dormono.


Scimmia ragno
Scimmia ragno
Scimmia urlatrice
Scimmia urlatrice
In quella foresta vivono anche le scimmie ragno, sì come quella del cane, sono nere, magre magre e sembrano quasi come i burattini che hai visto una volta al mare. Queste scimmie hanno solo quattro dita, sono senza pollice ma sugli alberi si muovono benissimo, però, dicono gli indios di quella foresta — sì loro abitano proprio nella foresta e sanno tutto quello che succede lì dentro — allora,  questi signori dicono che una volta anche le scimmie ragno avevano cinque dita e che, sempre una volta, le scimmie urlatrici, quelle di prima, avevano una voce normale, non quel vocione di adesso. E cosa è successo allora? È successo che le scimmie ragno, magre magre, volevano ingrassare un po’ ed hanno chiesto alle scimmie urlatrici, che sono belle ciccione «Come fate a diventare così grasse?» Le scimmie urlatrici, un po’ burlone, hanno fatto vedere le loro mani nascondendo il pollice all’interno della mano, sì così, e hanno detto «Noi ci siamo tagliate il pollice perché ci dava fastidio a raccogliere le foglie e adesso possiamo mangiare molto meglio». Le scimmie ragno hanno fatto una riunione e hanno deciso, credulone, di tagliarsi anche loro il pollice. No non hanno sentito male perché nella foresta ci sono tante erbe che non fanno sentire il dolore. Poi però hanno visto le scimmie urlatrici che in realtà avevano tutte e cinque le dita e hanno detto «Imbroglione! Adesso ve lo facciamo noi uno scherzetto», hanno fatto un’altra riunione e hanno deciso di mettere su un coro per cantare le canzoni belle tipo quelle dello Zecchino d’oro.
Quando le scimmie urlatrici le hanno sentite, sì avevano proprio una bella voce, hanno detto «Come avete fatto a imparare a cantare così bene?»
«Oh è facile — hanno risposto le scimmie ragno con indifferenza — basta mangiare un po’ di quei sassolini rotondi in riva al fiume che la voce diventa più bella.»
Secondo te se mangi dei sassolini ti viene la voce più bella o più brutta? Le scimmie urlatrici, che erano anche loro un po’ credulone, sono subito scese dall’albero e sono andate sulla riva del fiume a mangiare un po’ di sassolini. Poi però il mattino dopo, quando si sono messe ad avvertire tutte le scimmie di non avvicinarsi al loro albero, invece di una bella voce da cantante si sono trovate quel vocione tremendo metà da mucca metà da automobile da corsa.
E questo è quello che succede quando le scimmie si fanno i dispetti.

Le scimmie di quella volta in India?
Un’altra volta.

Luigi Lazzaroni

Luigi Lazzaroni
Non credo nell’astrologia ma mi ritrovo in alcune caratteristiche del mio segno, ovviamente quelle che mi fanno più comodo: l’Acquario ama sentirsi libero e sente il bisogno di spostarsi continuamente, adora viaggiare, è attratto da tutto ciò che è nuovo, ha idee continue che gli girano in testa, gli Acquario sono sognatori. Confermo al cento per cento. Per il resto studi classici, laurea scientifica giusto per cambiare, pittura nei periodi di meditazione, fotografia sempre, in montagna da solo o con gli amici, in giro per il mondo con una moglie che mi tiene nel mondo reale tranne che in Amazzonia dove non vuole proprio venire.


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