Libri Recensione di Ornella Nalon Tutta la vita davanti, di Daisy Raisi, Nuova Santelli Edizioni, 2018. Una storia d'amicizia tra due bambine che matura e cresce con loro.
Quella raccontata con stile semplice e fluido da Daisy Raisi è una bella storia d'amicizia; sorta tra due bambine e poi cresciuta e maturata con loro. Un'amicizia che ha quasi preso le veci di una famiglia, quella che è venuta loro a mancare molto presto.
Sofia ha perso entrambi i genitori in un incidente stradale, invece Martina non ha mai conosciuto il padre, mentre la madre, sempre troppo occupata a risolvere i problemi della sua vita, non le ha dedicato abbastanza tempo e cure.
Le accomuna un destino di abbandono, ma questo non ha contribuito a renderle simili, anzi, il loro carattere è decisamente contrapposto. Posata, tranquilla e riflessiva la prima, impulsiva e vulcanica la seconda.
A un certo punto, la storia delle due giovani lascia un po' di spazio a nonna Fiorenza, che ha allevato con amore Sofia, per trasportare il lettore ancora più in là nel passato, durante la seconda guerra mondiale. Un breve excursus su quegli anni bui e oltremodo difficili che è sempre bene non dimenticare.
E ancora, per un po' di tempo, l'attenzione viene spostata sulla terribile esperienza vissuta da Fiammetta, che frequenta il corso di ginnastica gestito da Martina. La stessa è riuscita a salvare la ragazzina da un tentativo di stupro che per lunga tempo l'ha segnata.
La stessa frase l'autrice ce la propone anche verso la fine, come atto conclusivo di una serie di eventi che indicano l'imprevedibilità dell'esistenza umana, questa volta, a rappresentare una visione romantica e positiva.
Sofia ha perso entrambi i genitori in un incidente stradale, invece Martina non ha mai conosciuto il padre, mentre la madre, sempre troppo occupata a risolvere i problemi della sua vita, non le ha dedicato abbastanza tempo e cure.
Le accomuna un destino di abbandono, ma questo non ha contribuito a renderle simili, anzi, il loro carattere è decisamente contrapposto. Posata, tranquilla e riflessiva la prima, impulsiva e vulcanica la seconda.
Martina difende Sofia dalle cattiverie e lei in cambio la spinge alla riflessione, smussando certe sue asperità caratteriali. Insieme sono una forza e sempre insieme, in quegli anni, hanno affrontato ostacoli e problemi di ogni tipo supportandosi vicendevolmente.Trovo che questo passaggio sia degno di nota, poiché lascia trapelare la ricchezza e la completezza di un connubio tra persone diverse. Dunque, la diversità non dev'essere vista con timore, come un limite o, peggio ancora, un pericolo, bensì come un valore aggiunto che compensa le proprie mancanze e allarga i propri confini.
Daisy Raisi ha scelto di ambientare Tutta la vita davanti a Firenze, forse la sua città o una che ben conosce, tant'è che alcuni riferimenti geografici sono ben precisi, e temporalmente lo ha collocato negli anni novanta.
Non sono una persona particolarmente nostalgica, per cui non dirò la frase che accompagna solitamente una descrizione del passato: “che bei tempi quelli!”, ma per certo, erano gli anni in cui le relazioni umane erano basate sugli incontri tra persone, e non certo affidate al mondo digitale, al sistema delle connessioni, come spesso succede oggi. Difatti le due ragazze del romanzo, ovviamente prive di telefono cellulare, sono costrette a farsi visita, a parlare vis a vis, con la naturale conseguenza che, assistendo personalmente alle gestualità e alle espressioni l'una dell'altra, ottengono una maggiore sensibilità e affinità.A un certo punto, la storia delle due giovani lascia un po' di spazio a nonna Fiorenza, che ha allevato con amore Sofia, per trasportare il lettore ancora più in là nel passato, durante la seconda guerra mondiale. Un breve excursus su quegli anni bui e oltremodo difficili che è sempre bene non dimenticare.
E ancora, per un po' di tempo, l'attenzione viene spostata sulla terribile esperienza vissuta da Fiammetta, che frequenta il corso di ginnastica gestito da Martina. La stessa è riuscita a salvare la ragazzina da un tentativo di stupro che per lunga tempo l'ha segnata.
Esile e indifesa, col suo nuovo e ingombrante carico di paure e confusione. Quell’evento terribile ha cancellato tutto d’un colpo le sue certezze semplici e granitiche di adolescente fiduciosa nella vita e nel genere umano portando scompiglio ovunque. Nel corpo, nella mente, nel cuore.
Un argomento duro e difficile, ma gestito con grande delicatezza da Daisy Raisi che, tra le altre cose, a mio avviso vuole esortare le giovani lettrici, a cui il romanzo è principalmente rivolto, a non concedere la propria fiducia a priori e a chiunque, ma soltanto dopo una approfondita conoscenza.
Per finire, vorrei soffermarmi sul significato del titolo Tutta la vita davanti. Di primo acchito potrebbe sembrare un inno alla giovinezza, tuttavia, se viene analizzato nel contesto del prologo, assume tutt'altra accezione. Difatti, il romanzo inizia descrivendo la scena in cui i genitori di Sofia partono per l'agognata vacanza ma subiscono l'incidente che costerà loro la vita. Ecco dunque che la suddetta frase, pronunciata poco prima dall'uomo, suona come una crudele beffa. Il suo senso viene stravolto e non può essere che inteso come un invito a godere appieno di ogni attimo che la vita ci riserva, poiché l'unica cosa certa è soltanto il presente.La stessa frase l'autrice ce la propone anche verso la fine, come atto conclusivo di una serie di eventi che indicano l'imprevedibilità dell'esistenza umana, questa volta, a rappresentare una visione romantica e positiva.
Tutta la vita davanti
di Daisy RaisiNuova Santelli Edizioni
Young Adult | Narrativa
ISBN 978-8828304739
ebook 4,99€
cartaceo 11,81€
Sinossi
“Tutta la vita davanti” narra la storia di due ragazze degli anni Novanta legate da un’amicizia indissolubile: la rossa Sofia, riflessiva e intellettuale, e la mora Martina, estroversa e grintosa. Si apre con la descrizione degli ultimi istanti di vita dei genitori di Sofia, destinati a morire in un incidente stradale mentre si recano in Irlanda, paese d’origine di Nora, mamma della piccolissima Sofia. La narrazione si sposta velocemente a Firenze, dove, cinque anni dopo, una bambina, Martina, affidata a una baby-sitter, attende invano il rientro a casa della madre, quella sera come tante altre. La storia prosegue con la descrizione dei primi passi dell’amicizia fra le due bambine. In particolare, si descrive la reazione di Martina agli atti di bullismo subiti da Sofia da parte di un loro compagno di classe che l’ha presa di mira. Trascorrono quasi due decenni e Sofia, laureanda in Lettere, ha appuntamento con il relatore della sua tesi. Nel frattempo, Martina, nella palestra presso la quale lavora, ha avuto un dissapore con una cliente e per questo motivo il suo posto è a rischio... Il libro, apertosi con la tragica scomparsa dei genitori di Sofia, stroncati nel fiore degli anni, si conclude con un messaggio di speranza e amore per la vita.
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