Libri Recensione di Davide Dotto. Come non scrivere. Consigli ed esempi da seguire, trappole e scemenze da evitare quando si scrive in italiano, di Claudio Giunta, Utet. Una serie di spunti al fine di prendere confidenza con la propria scrittura.
È difficile insegnare a scrivere, probabilmente impossibile. La scrittura è una strada in salita o in discesa, a seconda del talento e dell'applicazione. L'intento del volume non è riempire a forza una pagina bianca. Non è un corso di scrittura creativa (come On writing di Stephen King) ma di scrittura argomentativa. Aiuta a preparare, organizzare, strutturare al meglio le proprie considerazioni in forma di articoli, saggi, recensioni.
Si presuppongono idee chiare da esprimere in periodi nitidi e cristallini. Un paragrafo privo di errori, ma contorto e oscuro, richiede in ogni caso un’approfondita revisione. Sul punto si richiamano le raccomandazioni più consuete: evitare i verbi al passivo, parole ed espressioni antipatiche, avverbi inutili. Se possibile (contesto permettendo) si deve fuggire dal burocratese (l'antilingua di Calvino).
Si presuppongono idee chiare da esprimere in periodi nitidi e cristallini. Un paragrafo privo di errori, ma contorto e oscuro, richiede in ogni caso un’approfondita revisione. Sul punto si richiamano le raccomandazioni più consuete: evitare i verbi al passivo, parole ed espressioni antipatiche, avverbi inutili. Se possibile (contesto permettendo) si deve fuggire dal burocratese (l'antilingua di Calvino).
La lettura focalizza l’attenzione su elementi che, dati per scontato, spesso sono trascurati a causa della fretta o della stanchezza. D'altra parte non ci si deve intestardire nell'assoluto e matematico asservimento a leggi sintattiche e grammaticali, non sempre inderogabili.
Il linguaggio non deve sempre presentarsi in giacca e cravatta.
- Stephen King
Meritano un cenno le ripetizioni, da non considerarsi il male assoluto.
Un conto è la ridondanza, un altro l’uso inappropriato ed eccessivo di pronomi a scapito della limpidezza del discorso, un altro ancora il ricorso a complicati epiteti in luogo del soggetto di cui si parla. In questo stesso articolo si ripetono spesso il verbo scrivere e il sostantivo scrittura, e non può essere altrimenti, essendo l'oggetto di queste riflessioni.
Come non scrivere, di Claudio Giunta suggerisce sfumature e colori adatti per valorizzare un disegno tracciato sulla tela, e una serie di spunti al fine di prendere confidenza con la propria scrittura (quella argomentativa in particolare).
Finché si tratta di dire che cosa è corretto e che cosa non lo è, le cose sono abbastanza facili: basta copiare dalle grammatiche. Ma quando si tratta di dire che cosa funziona e che cosa no, in una pagina scritta, che cosa suona bene e che cosa stride, ecco che tutto si complica, e diventa difficile segnare un confine netto tra il gusto personale e la norma, tra ciò che piace a noi e ciò che, oggettivamente, si può definire ben scritto.
Come non scrivere
Consigli ed esempi da seguire, trappole e scemenze da evitare quando si scrive in italiano
di Claudio GiuntaUtet
ISBN 978-8851156978
Cartaceo 13,60€
Ebook 7,99€
Sinossi
Al lavoro: schede, memorandum, presentazioni. A scuola: temi, tesine, relazioni. Nel privato: post su Facebook, email personali, chat sul cellulare. Sarà anche l'epoca degli audiovisivi e della comunicazione in tempo reale, ma non abbiamo mai scritto tanto. E più dobbiamo scrivere, meno sembriamo capaci di farlo. Ma, mette subito in chiaro Claudio Giunta all'inizio del libro, «non s'impara a scrivere leggendo un libro sulla scrittura, così come non s'impara a sciare leggendo un libro sullo sci. Bisogna esercitarsi: cioè leggere tanto (romanzi, saggi, giornali decenti), parlare con gente più colta e intelligente di noi e naturalmente scrivere, se è possibile facendosi correggere da chi sa già scrivere meglio di noi». E quindi? Non potendo insegnare come si scrive, Claudio Giunta prova a spiegarci come non si scrive, passando in rassegna gli errori, i tic, i vezzi, le trombonerie e le scemenze che si trovano nei testi che ogni giorno ci passano sotto gli occhi: dall'antilingua delle circolari ministeriali alle frasi fatte dei giornalisti, dal gergo esoterico degli accademici e dei politici al giovanilismo cretino della pubblicità... Ma in questo slalom tra sciatterie e castronerie Giunta trova per fortuna il modo di contraddire la sua dichiarazione iniziale, perché insegnare Come non scrivere significa anche dare delle utili indicazioni su come si scrive: per ogni cattivo esempio se ne può trovare uno buono da opporgli, per ogni vicolo cieco argomentativo c'è una via di fuga creativa, e spesso basta un punto e virgola per risolvere una frase ingarbugliata. In questo anti-manuale spregiudicato, arguto e divertente, nella tradizione di Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco ma aggiornato all'era di Google, scopriamo che per scrivere bene bisogna ripartire da un po' di affetto per la nostra bistrattata lingua italiana, ma soprattutto bisogna tenere a mente poche regole di buon senso: se scriviamo lo facciamo perché qualcuno ci legga, capisca quel che vogliamo dire e, se possibile, non si annoi a morte. Sembra facile, no?
Davide Dotto Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie. Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni. |
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