Pagina 69 #142 Amorevoli asimmetrie, di Vanessa Sacco, Le Mezzelane, 2018. L'arte di fuggire ancor prima di essere inseguiti.
Sul retro dell’ampio cortile a ferro di cavallo, dove le edere copulano con i muri di cinta e le acacie invadono con i loro rami il marciapiede, Sam intravide il solito portiere uscire dall’ingresso di servizio del numero 11. Il portone che dà sul portico, e questo sulle scale numero 10, 11 e 12, quel giorno era stranamente aperto, socchiuso di quel tanto che bastava per passare senza alcun bisogno di spintonare la mastodontica mole lignea. Sam vi scivolò attraverso come un gatto sinuoso, facendo di tutto per non provocare il minimo rumore.
Che vigliacco! Quei portoni pesano più di una porta blindata, ci sarebbe voluto ben altro che un lieve tocco per farli scricchiolare.
Si girò prima alla sua sinistra, poi guardò dritto davanti a sé: il numero 11 gli era completamente indifferente, altrimenti vi si sarebbe soffermato un po’, ma purtroppo non conosceva nessuno che abitasse in quel palazzo, e avvicinarsi al citofono per accertarsene gli sembrava davvero troppo.
“Forza Gareffi!” si disse. “Lo sai che non è né il 10 né l’11 che ti interessa. Entra in quel dannato 12; se lo trovi chiuso, citofona e per una volta prendi anche tu, come tutte le persone di questo secolo, l’ascensore, così non ti presenti tutto affannato.”
Sam trovò il portone chiuso, citofonò tutto tremante al Dott. Comm., quindi si fece aprire dal Dott. Comm. in persona.
L’ascensore era occupato, si mise ad aspettarlo di buon grado, ma quei secondi gli parvero secoli, così, temendo di fare una brutta figura ritardando oltre il proprio arrivo, dacché avrebbe voluto farsi piccolo come un bacillo e comunicare con Luna per via extrasensoriale, si ritrovò a fare i gradini a due a due e arrivò al traguardo, come al suo solito, stravolto.
La madre di Luna gli aprì la porta con il telefonino a un orecchio e una calcolatrice nell’altra mano. Mentre parlava alterata con qualcuno all’altro capo del ricevitore, e richiudeva la porta accompagnandola col sedere, gli fece cenno col mento di accomodarsi là dove aveva indovinato che il ragazzo volesse andare.
Sembrava un’interprete per sordomuti.
Quarta di copertina
"Amorevoli Asimmetrie" di Vanessa Sacco
L'ambizioso Lio si imbatte per caso nel problematico Sam, in preda a una crisi di nervi davanti a un cartellone pubblicitario raffigurante una donna col collo tagliato. Nasce così una conoscenza che catturerà Lio al punto da portarlo a disegnare gli incubi, le allucinazioni e tutti gli strani disturbi psichici del suo nuovo amico e a credere di poterne addirittura ricavare un fumetto. Allo scopo però di realizzare il suo sogno Lio dovrà prima riuscire a svelare i segreti che l’amico ha custodito per quasi trent’anni, per appropriarsi del suo vasto mondo immaginifico. Lio si imbatterà così nel personaggio di Luna, fanciulla amata e mai dimenticata dal suo bizzarro amico e sarà catturato dalla storia di Nemo Gareffi, padre di Sam, venuto a mancare prematuramente. Lio dovrà fare i conti anche con i propri fantasmi: il compromesso mal digerito di trasferirsi dalla sua rampante Milano in una sperduta località del sud per obblighi morali verso suo padre; una relazione ancora non dichiaratamente naufragata con la propria compagna; un’identità di genere mai pienamente accettata; la propria onestà intellettuale vanificata dall’entrata in scena del subdolo direttore editoriale di una nota testata fumettistica. In un epilogo imprevisto, le parti finiranno per capovolgersi: l’approfittatore si ridurrà a tramite inevitabile per la rinascita dell’ignara vittima; il mentecatto da usare asservirà sempre più il proprio aguzzino, trovando nel suo aiuto interessato la via per la verità.
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