Gli scrittori della porta accanto

La Sicilia profumata di Giuseppina Torregrossa

La Sicilia profumata di Giuseppina Torregrossa - Luoghi, libri

I luoghi dei libri Di Ilaria Biondi. L'assaggiatrice di Giuseppina Torregrossa, Rubettino. Una donna abbandonata dal marito. Senza una parola. In una Sicilia vibrante di sole e di profumi, tana dell'anima.

Giorni d’attesa chiusi nella valigia pesante dei giorni.
Più della disperazione, può il timore. Di una vita che si scombina d’un tratto, che inattesa deraglia al di fuori del recinto di una monotona ma rassicurante quotidianità.
Improvvisamente mi rendo conto che ho paura, sono senza soldi, senza lavoro, completamente sola. Avverto un senso di grande vuoto che non credo sia imputabile alla scomparsa di Gaetano. Da un po’ ci siamo allontanati, mi sembrava di non avere alcun interesse per lui.

Più del dolore, può la vergogna. 

Di una donna lasciata sola, con due figlie piccole, ad affrontare lo sguardo inquisitore, le supposizioni malevole e la compassione ipocrita del circondario.
Domani i paesani, nei bar e nei circoli, a mezza voce, si racconteranno che Anciluzza, la moglie di quel cornuto dell’ingegnere capo, è sola da mesi e ha bisogno di consolazione.
Le ore si consumano sul girotondo incerto dello sconforto e dell’avvilimento, ma tra le lacrime amare sgorga prepotente il bagliore della risolutezza.
Fra i capelli di Anciluzza soffia il respiro affilato del cambiamento.

La solitudine si scrolla di dosso le scaglie del pianto e veste un abito fiorito di libertà nuova.

La carezza vibrante della natura che la abbraccia schiocca una scintilla rovente sulla sua pelle e nei suoi pensieri.
Il mare in lontananza non si distingue dal cielo; dalla terrazza di casa mia si vede il castello e la vecchia marina; il vento soffia forte e smuove le palme che dividono il mio giardino da quello a fianco. I gatti sonnecchiano al sole, i più intraprendenti leccano la griglia con i resti del pesce. Tutto attorno a me si muove, muta di continuo, solo io non riesco a cambiare il mio destino. Capisco che devo farmi forza, catamiàrmi e iniziare un nuovo ciclo della mia vita.

E dal profumo della terra e del mare, dall’ingorda sensualità del cibo preparato con mani esperte di antica saggezza, Anciluzza riprende in mano il filo dei giorni e riscopre la forza di donna che avvampa dentro di lei.

La putìa ricavata nel vecchio magazzino da pescatore del padre, alle porte del paese di Strafalcello, diventa la tana dell’anima, che culla i suoi pensieri, le follie dei suoi sogni e l’urgenza spasmodica del suo corpo giovane.
La distanza azzurra del cielo che si unisce alle onde, l’odore turgido di fichi, eucalipti e oleandri, la brezza d’argento degli ulivi, l’abbraccio selvaggio dello scirocco tra le viuzze attorcigliate accendono la memoria del suo sangue, cancellando dal suo volto la vecchiezza grigia di un’esistenza che non le appartiene più.
Lo scirocco ci soffia tutto l’anno, veloce e violento si alza improvviso per chi non ne conosce i segni premonitori; ma chi è nato in questa zona percepisce senza fatica un repentino cambiamento d’atmosfera, che precede di poche ore l’arrivo del vento. L’aria diventa magnetica, un’energia misteriosa si sviluppa nelle persone, si sente un rumore cupo, come un ansimare della natura, gli alberi si piegano, il mare cambia colore e infine si levano i mulinelli di sabbia.

L'assaggiatrice

L'assaggiatrice

di Giuseppina Torregrossa
Rubettino
ISBN 978-8849841404
Cartaceo 13,60€
Ebook 7,99€

Il cuore irrequieto di Anciluzza si spoglia del guscio vuoto dello sfinimento e s’intreccia, avido e goloso, alla danza segreta delle acque e dell’aria, al vorticare voluttuoso del sole, alla tenerezza aspra e immobile della sua terra.

Un orologio antico decora la facciata della casa più alta. È fermo da anni, tanto qui il tempo non ha nessun valore. Gelsomini odorosi, nelle aiuole strette davanti alle porte, si arrampicano lungo le facciate bianche di calce e si allargano attorno ai balconcini di ferro battuto; nidi di rondine intasano le grondaie. Il forno a legna, un piccolo negozio di alimentari e uno di ceramiche, che in Sicilia non mancano mai, si affacciano sul cortile del baglio. Sono nel posto più bello del mondo.
Fra i vicoli angusti, i muretti a secco e le pale dei fichi d’india si compie il nuovo destino della donna, nelle cui vene palpita l’incanto segreto dell’Isola. Della sua Isola. Dei suoi ciottoli, dei suoi scogli piatti, del suo mare sfacciatamente turchese, delle ferule gialle che inondano le nuvole dei loro riflessi dorati. Delle sue montagne brulle e rosate che custodiscono gelosamente la magia nascosta di una natura selvatica e forte, che non si lascia addomesticare.
Per la prima volta da quando Gaetano è sparito mi sento in pace con me stessa.

E nella putìa che si affaccia su quel mare d’indicibile bellezza, fra profumi d’alloro, agrumi, aglio, miele e peperoncino, fra sapori di pane conciato, cassatelle di ricotta, caponata e pignoccata, le gote di sole e vento di Anciluzza si lasciano sfiorare dal calore limpido dell’amicizia, dal fremito spavaldo della passione. 

Dall’odore segreto di corpi schiusi, dal sorriso stupito di mani sconosciute, dall’ebbrezza attonita della scoperta.
Insieme all’autunno, che riporta sulla spiaggia e fra i vicoli il silenzio sacro dell’aria rarefatta dopo il baccano stordente della lunga parentesi estiva, si compie anche la nuova stagione di Anciluzza, la Rinascita del suo cuore stolto, nel quale non c’è più posto per il marito, tornato all’improvviso, senza una spiegazione, così come se n’era andato, per rivendicare i suoi diritti di maschio.
Il cuore e la pelle di Anciluzza appartengono ormai agli occhi di Hamed, al sortilegio della speranza, al turgore dello scirocco e, soprattutto, ai passi indocili della nuova se stessa.
Esco anch’io per strada, per essere sicura che mio marito non torni indietro, lo seguo con lo sguardo. Il vento è cambiato, la temperatura è più dolce, le nuvole bianche sono scomparse, arriva della sabbia rossa, è di nuovo scirocco. L’aria si fa magnetica, l’anima riprende a sperare. Sorrido con il cuore pieno di aspettative, tornerà Hamed e con lui la vita viva.

ilaria-biondi

Ilaria Biondi
Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.
In canti di versi, Il papavero.


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