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Recensione: M. Il figlio del secolo, di Antonio Scurati

Recensione: M. Il figlio del secolo, di Antonio Scurati

Libri Recensione di Beatrice Rurini. M. Il figlio del secolo, di Antonio Scurati, Bompiani. Il fascismo raccontato dai fascisti, affinché la condanna sia più efficace.

Avvio folgorante e trascinante, colma una enorme e gigantesca lacuna nella conoscenza e consapevolezza civica degli italiani. Continuo la lettura con l'idea che sarebbe bello che in molti leggessero e commentassero questo romanzo non scontato ed eccezionale.
Antonio Scurati ci intima che bisogna comunque raccontare il fascismo attraverso i fascisti affinché la condanna sia più efficace.
Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. 
Ma non per questo non si può romanzare la sua storia.
Non è inventato nulla del dramma di cui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa.
Coeso, brillante nella scrittura, epico nell'ispirazione poetica, assai espressivo nella sua invasiva descrizione psicologica di tutti i personaggi che hanno partecipato alla storica evoluzione del soggetto.
Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti cui l’autore attinge (e di cui ci fa partecipi a ogni termine di capitolo) ma soprattutto per l’effetto che produce. 


M. Il figlio del secolo

di Antonio Scurati
Bompiani
ISBN 978-8845298134
Cartaceo 20,40€
Ebook 14,99€

Sinossi
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei "puri", i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come "intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale". Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo - e questo è il punto cruciale - in cui d'inventato non c'è nulla. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l'autore attinge, ma soprattutto per l'effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un'opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall'interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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