Gli scrittori della porta accanto

Algoritmi e visibilità: quando Amazon e Facebook penalizzano scrittori e blogger indipendenti

Algoritmi e visibilità: quando Amazon e Facebook penalizzano scrittori e blogger indipendenti

Professione scrittore Di Elena Genero Santoro. Non si può dire che sia in atto un complotto, ma che Amazon e Facebook penalizzino scrittori e blogger indipendenti è ormai evidente. Colpa dei nuovi algoritmi che manipolano quello che dobbiamo vedere: chi paga avrà più visibilità?

Quando leggo di teorie complottiste di solito sorrido. Proprio il weekend scorso mi sono deliziata con dei video sulle perversioni di Walt Disney, noto «massone, satanista, misogino, razzista e alcolizzato». Nelle sue pellicole, con le quali tutti siamo cresciuti, sarebbero inseriti messaggi subliminali, spesso di natura sessuale. Il naso del re Leone in realtà è una donna nuda, la treccia di Rapunzel che lega Flynn raffigura la parola SEX, mentre la zucca di Cenerentola sarebbe piena di 666. Termino con Biancaneve che di fronte al cacciatore che sta per ucciderla fa un gesto di difesa con la mano che assomiglia a un paio di corna: simbolo satanico.
Di Walt Disney in molti non parlano bene e forse come uomo era meno brillante che come personaggio. Quanto alle sue intenzioni di condizionare il mondo con messaggi subliminali, non posso pronunciarmi.
Eppure qualcuno il potere sul mondo ce l’ha per davvero. Negli anni Cinquanta forse era il produttore di una pellicola animata, adesso sono i colossi che ci condizionano la vita, come ad esempio Amazon e Facebook.
Non sto parlando della privacy. Questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta. Sto parlando della visibilità.
Ma partiamo dall’inizio.

C’era una volta l’editoria tradizionale a cui ben pochi autori accedevano. Poi sono stati inventati gli ebook e Amazon ne ha subito sposato la causa. 

Tutti si sono messi a pubblicare in self o con piccoli editori, intasando il mercato. La maggior parte delle opere riversate nel web sono state dimenticate presto dal pubblico. Eppure ognuna di loro ha avuto la possibilità di diffondersi.
Ho pubblicato il mio primo ebook nel 2013, cinque anni fa. Tra autori avevamo capito il trucco: bastava mettere l’ebook gratis per due o tre giorni, tutti lo scaricavano, quello saliva in classifica, allora i lettori lo notavano. Qualcuno diceva che dopo 25 recensioni ti notava anche Amazon che a quel punto reclamizzava il tuo libro. L’algoritmo esatto non l’ha mai scoperto nessuno, ma in effetti, più o meno, funzionava. E se Amazon stesso ti metteva in promo, quel giorno vendevi centinaia di copie.
È successo anche a me: qualche giorno di offerta gratuita e il libro si diffondeva, poi prendeva la sua strada. Quando Amazon ha reclamizzato Gli Angeli del Bar di Fronte, facendolo comparire sulle pagine di tutti i suoi clienti, è stato il giorno in cui ho venduto più copie nella vita.
Già nel 2016 le cose erano cambiate. Quando Il tesoro dentro è stato in promo gratuita non si è diffuso come avrei immaginato, nel paragone con gli altri. Ragazzi, non sto parlando della qualità di quello che ho scritto, che era più o meno analoga — forse migliore, perché nel frattempo avevo meditato pure qualcosa e avevo creato il mio piccolo seguito. Sto parlando solo di visibilità.
Qualcuno mi aveva detto, o avevo letto da qualche parte, che ad Amazon gli ebook degli sconosciuti convenivano molto meno di quelli dei big e che non avrebbero più puntato su di loro. Vedendo cosa è accaduto a me e ad altri autori come me, l’ipotesi può essere vera.
Abbandonati da Amazon, noi autori senza una grossa CE alle spalle non abbiamo nemmeno l’occasione di metterci in mostra, quale che sia il risultato.

E adesso ci ha pensato anche Facebook a mettere i bastoni tra le ruote a scrittori e blogger indipendenti. 

Come blogger e autrice, da un giorno all’altro, abbiamo visto crollare in modo drastico le nostre visualizzazioni, e di questo si sono accorti anche molti altri siti. Tutto ciò a parità di contenuti, di impegno, di produzione.
Sembra che la causa sia una modifica dell’algoritmo di Facebook, mezzo che adoperavamo efficacemente per divulgare i nostri articoli e i nostri libri con la condivisione nei gruppi. I dettagli tecnici mi sono ignoti, ma la spiegazione è plausibile. Comunque, se qualcosa è cambiato nelle nostre visualizzazioni, una ragione ci deve essere. Secondo questo articolo funziona così:
Molto più realisticamente, è probabile che il nuovo algoritmo agisca solo sulla frequenza con cui vengono visualizzati i post delle aziende: se prima si vedeva un post di una pagina ogni dieci post degli amici, ora se ne potrebbe vedere uno ogni venti, solo per fare un esempio.
- Virginia Dara, Il nuovo algoritmo di Facebook, le pagine aziendali, i lettori e i giornali
Ma se Facebook non mostra i nostri post agli utenti, la gente non sa nemmeno che abbiamo pubblicato qualcosa e ovviamente non ci può leggere. Non stiamo parlando di una riduzione minima della visibilità degli articoli, è una percentuale parecchio alta.

E tutto questo perché? Perché chi vuole visibilità deve pagarla sulle pagine di Facebook.

Quindi, il quarto d’ora di notorietà per tutti che Andy Warhol profetizzava e che per un po’ ci ha illuso, è andato in frantumi nel momento in cui è stato subordinato alla possibilità per queste grandi piattaforme di guadagnare ancora di più.
In questo Facebook mi fa paura ed è potente. Decide per noi come un grande fratello, non solo ci riempie i profili personali con la pubblicità di ciò che crede potremmo comprare, in base a quello che abbiamo visitato in precedenza, ma stabilisce anche cosa noi dobbiamo o non dobbiamo vedere.
E se non dà risalto a un mio articolo o al mio libro, o forse addirittura lo oscura, non lo fa perché l’articolo o il libro sono brutti (questo lo decideranno i lettori), ma perché non pago abbastanza per reclamizzarlo.
A riprova del fatto che non esiste democrazia, né meritocrazia, non esiste guadagno che non sia vincolato a un investimento.
Quindi, come sempre, i soldi può farli solo chi li ha già.

Ma tutto questo come si ripercuoterà sull’informazione? Ci sarà spazio per l’informazione indipendente? O non sarà un proliferare di fake news e di notizie diffuse solo da chi può permettersi di farlo?

O è forse già così? Siamo davvero liberi di leggere (e di scrivere) o siamo completamente manipolati?
Elena Genero Santoro

Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, Lettere Animate.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Il tesoro dentro, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Immagina di aver sognato, PubGold.
Diventa realtà, PubGold.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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