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Recensione: Shantaram, di Gregory David Roberts

Recensione: Shantaram, di Gregory David Roberts

Libri Recensione di Angelo Gavagnin. Shantaram di Gregory David Roberts (Neri Pozza). «Ogni persona al mondo è nata in India almeno in una delle sue vite precedenti.»

Mr Lindsay, il protagonista del libro, scappato dalla galera in Australia, arriva a Bombay mescolandosi con un gruppo di neozelandesi. Ha un passaporto falso da far schifo che se fosse stato da solo non avrebbe mai passato i controlli dell’aeroporto. Arrivato a Bombay, come succede sempre ai turisti, viene subito avvicinato da un indiano: Prabaker che si offre di accompagnarlo in giro. All’inizio per guadagnare qualche rupia, dopo diventeranno amici inseparabili e sarà, per Lin, un rapporto fondamentale.
È Prabaker a battezzare Lindsay e a farlo diventare Linbaba, nome molto più indiano.
Nei successivi giorni, settimane e mesi di vita a Bombay, conoscerà occidentali come lui che ormai vivono nella metropoli indiana da anni con attività sempre al limite della legalità.

A un certo punto, Lin perde il già misero passaporto e, non potendo più frequentare gli alberghi, è costretto ad andare a vivere in uno slum in mezzo alla vera povertà.

Con le sue poche conoscenze di pronto soccorso diventerà addirittura il medico dei poveri abitanti dello slum, che un vero medico non se lo potrebbero mai permettere.
Così si fa amare e rispettare da tutti, compreso il capo della comunità: Qasim Alì, personaggio saggio e autorevole che riesce a gestire i poveri abitanti dello slum, anche nelle loro inevitabili azioni negative. La sua legge è: punizione equa, perdono, salvezza.
Al Leopold, frequentatissimo locale di Bombay, conosce Karla: donna bella e molto affermata.
Karla, facendogli visita allo slum, nella baracca in cui vive, lo rassicura:
Ho vissuto per un anno in un posto come questo, a Goa, ed ero felice. Penso che la felicità sia inversamente proporzionale alle dimensioni della casa.
- Gregory David Roberts, Shantaram
Nello slum, Lin insegna l’inglese ai bambini, ma gli viene l’angoscia ragionando su cosa ne potrebbero fare di questo sapere. Ricorda un aneddoto di quando era in galera in Australia: aveva abituato un topolino a fargli compagnia, il topolino si fidava di lui e mangiava dalle sue mani. Poi Lin venne spostato di cella e il prigioniero arrivato dopo di lui uccise malamente il topolino che, naturalmente, si era fidato del nuovo inquilino.
A volte facciamo del bene ma le conseguenze ultime non le conosciamo affatto.
- Gregory David Roberts, Shantaram

Linbaba impara a guadagnarsi da vivere facendo piccoli affari un po’ loschi con i turisti.

È ben accettato dagli indiani perché non è esoso e si accontenta di guadagnare nei limiti della media stabilita dai più stimati e rispettabili delinquenti della città. A un certo punto, senza nemmeno conoscerne il motivo, viene arrestato e finisce in galera.
Sarà il periodo più brutto e violento della sua vita: la galera indiana è quanto di più disumano si possa immaginare.
Dopo molto, troppo tempo, riesce a evadere aiutato da un potente amico, Kaderbhai: un personaggio forte e autorevole che ha conosciuto prima dell’arresto e che considera come un padre.

In quasi milleduecento pagine, la trama di Shantaram di Gregory David Roberts è articolata e non si può e non si deve raccontarla tutta.

Vi posso però citare qualche passo gustoso, per esempio questa chicca di Didier, un altro amico di Lin che ha vissuto un periodo a Genova:
Gli indiani sono gli italiani dell’Asia.
Gli italiani sono gli indiani d’Europa.
Sia in India che in Italia ogni uomo diventa un cantante quando è felice. Entrambe le lingue fanno di ogni uomo un poeta.
- Gregory David Roberts, Shantaram
E ancora:
La tristezza è lo stato d’animo più elevato del genere umano, molti animali sanno esprimere la felicità, ma solo l’uomo possiede il genio di manifestare una sublime tristezza, è una specie di meditazione.
- Gregory David Roberts, Shantaram

Kaderbhai, mentore e amico di Lin, che riesce a tirarlo fuori dalla galera salvandolo, ha una sua visione del mondo e della vita. 

Il suo pensiero gira intorno a una serie di domande. Al di là delle nostre convinzioni, come facciamo a capire se un’azione è bene o male? Secondo lui bisogna sempre porsi due domande. E se tutti facessero così? Questa azione che sto facendo aiuta o no la strada verso la complessità suprema, cioè Dio, cioè la nostra evoluzione, verso il divino?
Lin, seguendo Kaderbai finirà per andare in Afganistan a combattere a fianco dei Mujaheddin: i combattenti, i partigiani islamici all’epoca contro i Russi. Riuscirà a tornare a Bombay ancora intero e diventerà parte integrante di una sorta di cosca mafiosa: un gruppo che vive di illegalità ma che lui considera uomini d’onore. Non confonde onore e virtù: la virtù riguarda ciò che facciamo, invece l’onore riguarda come lo facciamo. Si può combattere una guerra in modo onorevole e invece mantenere la pace in modo riprovevole.

Shantaram significa uomo di pace, così lo chiamano, alla fine; lui che era stato eroinomane e aveva partecipato a guerre e mafie.

Shantaram di Gregory David Roberts è  un libro fantastico che ti tiene incollato per tutte le 1175 pagine, c’è prima di tutto l’India in tutti i suoi odori e sapori e colori e anche dolori. Uno di quei libri che alla fine ti lascia un vuoto e anche un po’ di difficoltà per scegliere il prossimo da leggere in grado di darti uguali emozioni.
Verso il finale c’è un’affermazione di Karla che ho amato e che per ciò che mi riguarda è sicuramente vera:
Ogni persona al mondo è nata in India almeno una delle sue vite precedenti.
- Gregory David Roberts, Shantaram
Troppo, troppo, troppo bello.

Shantaram

di Gregory David Roberts
Neri Pozza
Narrativa
ISBN 978-8854500570
Cartaceo 19,55€
Ebook 12,99€

Sinossi
Nel 1978, il giovane studente di filosofia e attivista politico Greg Roberts viene condannato a 19 anni di prigione per una serie di rapine a mano armata. È diventato eroinomane dopo la separazione dalla moglie e la morte della loro bambina. Ma gli anni che seguono vedranno Greg scappare da una prigione di massima sicurezza, vagare per anni per l'Australia come ricercato, vivere in nove paesi differenti, attraversarne quaranta, fare rapine, allestire a Bombay un ospedale per indigenti, recitare nei film di Bollywood, stringere relazioni con la mafia indiana, partire per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici, tornare in Australia a scontare la sua pena. E raccontare la sua vita in un romanzo epico di più di mille pagine.


Angelo Gavagnin


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