Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Un grande progetto, di Fabio Amadi

Recensione: Un grande progetto, di Fabio Amadi

Libri Recensione di Angelo Gavagnin. Un grande progetto di Fabio Amadi (La Toletta Edizioni). Grandi opere e corruzione, visti dal punto di vista di un condannato che si trova a vivere una nuova vita.

È un libro che si legge velocemente perché breve, ma non per questo poco intenso. L’autore, Fabio Amadi, è un veneziano al quarto libro, non è famoso ma a noi Scrittori della porta accanto piace fare qualche scoperta e poi ogni autore famoso prima di diventarlo era sconosciuto, o no?
Il tema è quello (sempre attuale), della commistione tra grandi opere e politica.
Un gruppo di imprenditori e politici propongono e si apprestano a realizzare una grande opera: un tunnel da scavare nella pancia di una montagna, un’opera che ha bisogno di consenso da parte degli abitanti della valle interessata e naturalmente anche di soldi pubblici. Come ottenere consenso e soldi è fin troppo facile da capire: bisogna creare dei fondi neri ed elargire bustarelle dove serve.
Qualcuno si stupisce di sentire che funziona così? Penso di no, è quasi scontato, tutti ci ricordiamo di Tangentopoli: è stata spazzata via un’intera classe politica ma non per questo la corruzione è finita.

Un grande progetto di Fabio Amadi si sforza di ragionare guardando la vicenda dal punto di vista di Mario, uomo politico e principale artefice della grande opera. 

Leggendo il libro scopriamo un personaggio tutto sommato coerente: «noi avevamo ideato il progetto con lo scopo di favorire lo sviluppo nella vallata». Mario ci crede davvero e si offende se: «qualcuno ha scritto che il mio impegno politico non era motivato dall’altruismo».
Per andare avanti, per avere tutti i permessi è stato normale ungere il sistema.
Il tunnel serve davvero alla valle, infatti lo scandalo che colpisce Mario non ferma il progetto ma incastra ed estromette solo lui. Bisogna dire che in fin dei conti nessuno lo riduce in povertà e nemmeno va in galera, la sua punizione consiste invece nella perdita del potere che però si accorge essere la cosa più importante della sua vita. Gli rimane la famiglia: moglie e figli e anche un capitale rispettabile, sufficiente per vivere bene ma capisce che la gestione del potere era la sua vera gioia. Non se ne capacita perché: «io non ho fatto altro che continuare usi e costumi consolidati».

Non si arrende e in realtà pensa che il tempo stabilirà la sua coerenza.

Era un uomo che lavorava anche quattordici ore al giorno quando credeva a un progetto, potente e rispettato mentre adesso non conta più niente. Adesso arriva al punto di annoiarsi, un termine che non esisteva nel suo vocabolario. C’erano persone che andavano da lui anche solo per un consiglio sulla famiglia, sul lavoro, per parlare dei propri figli, e lui era sempre disponibile ad ascoltare e quando poteva, ad aiutare. Dal momento dello scandalo non si sente più vivo. Potrà mai accettare di essere messo completamente da parte, convinto com’è di non avere colpe gravi ma di aver fatto solo come… così fan tutti?
Fabio Amadi ne Un grande progetto non giudica l’imprenditore o il politico corrotto e corruttore, sarebbe troppo facile e anche scontato. Il giudizio lo ha già emesso il popolo e lo hanno già scritto i tribunali. Lui invece fa un’operazione contro corrente e si concentra sulle angosce del protagonista che non riesce più a riavere la sua vera vita, che con l’andar delle pagine vede persa per sempre.

Un grande progetto di Fabio Amadi

Un grande progetto

di Fabio Amadi
La Toletta Edizioni
Narrativa
ISBN 978-8885455115
Cartaceo 8,50€

Sinossi
Grandi opere. Corruzione. Mazzette. Indagini. Arresti. Ma cosa succede dopo che le manette si sono strette attorno ai polsi di chi ha congegnato questo malaffare e dopo che la pena è stata espiata? Cosa può capitare nella mente di chi era circondato da una corte di lacchè, tirapiedi e lecchini, e adesso viene scansato come la peste? Come si trasforma una vita che prima dell’arresto e della pubblica vergogna non si accontentava di disporre di sole 24 ore ed era frenetica, densa di incontri, impegni, onori, autisti, comizi, e adesso si consuma ai margini di tutto? Può, chi aveva ed esercitava il potere, accettare di essere diventato uno di quei mediocri che detestava? C’è chi si rifà una vita e resiste. C’è chi se ne inventa una nuova e magari ricade negli errori del passato. Ma c’è anche chi non ce la fa. In questa terra di strade e di capannoni, di bretelle e di campanili del ricco e produttivo Nordest teatro di troppe storie di corruzione e malaffare, Fabio Amadi va oltre le retate, i processi e le detenzioni, per raccontare l’anima di chi non accetta di non essere più potente.


Angelo Gavagnin


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