Gli scrittori della porta accanto

Alessandro Perissinotto presenta: Il silenzio della collina

Alessandro Perissinotto presenta: Il silenzio della collina

Presentazione libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Nel suo ultimo libro, Il silenzio della collina (Mondadori), Alessandro Perissinotto racconta la storia colpevolmente dimenticata del primo sequestro di una minorenne nell'Italia repubblicana. Un libro feroce ma necessario per capire da dove viene la violenza sulle donne e comprendere che sono gli uomini a doversi muovere.

Oggi sono davvero onorata di ospitare nel salotto letterario degli Scrittori della Porta Accanto un grande scrittore italiano, candidato al Premio Strega 2019 col romanzo Le colpe dei padri (Piemme): Alessandro Perissinotto.
Alessandro Perissinotto, torinese, classe 1964, alla narrativa approda nel 1997 con il romanzo poliziesco L’anno che uccisero Rosetta (Sellerio), al quale fa seguito, nel 2000, La canzone di Colombano (Sellerio - Premio Fedeli). Treno 8017 (Sellerio 2003) è una storia con delitto che prende le mosse da un fatto vero, la morte di oltre cinquecento persone in un incidente ferroviario del 1944, un incidente poco noto e mai chiarito. Nel 2004 pubblica per Rizzoli Al mio giudice (Premio Grinzane Cavour 2005 per la Narrativa Italiana, Premio via Po 2005, Premio Chianti 2005-2006), un noir epistolare. Del 2006 è Una piccola storia ignobile (Rizzoli - Premio Camaiore), un'indagine nella banalità del male condotta da una psicologa, Anna Pavesi, che torna anche in L'ultima notte bianca, ambientato nella Torino olimpica. Nel 2008 la riflessione sul poliziesco si sviluppa anche in forma saggistica con La società dell’indagine (Bompiani), mentre la sua produzione narrativa si arricchisce con il terzo volume della saga di Anna Pavesi: L’orchestra del Titanic (Rizzoli). Per vendetta (Rizzoli 2009) è una storia d'amore e di follia, ambientato in un'Argentina che non ha ancora sanato le ferite lasciate aperte dalla dittatura. L'itinerario nel romanzo sociale prosegue con Semina il vento (Piemme 2011, premio Selezione Bancarella 2012, Premio Fenice Europa 2012), con Le colpe dei padri (Piemme 2013, secondo classificato al premio Strega 2013, Premio Sila 2013, Premio Peradotto 2013) e con Coordinate d'oriente (PiemmeE 2014, Premio Biella Letteratura e Industria 2015).


Il silenzio della collina

di Alessandro Perissinotto
Mondadori
Narrativa
ISBN 978-8804708049
cartaceo 16,15€
ebook 9,99€

Domenico Boschis è nato nelle Langhe, ma da molti anni ormai la sua vita è a Roma, dove ha raggiunto il successo come attore di fiction TV. Una notizia inaspettata, però, lo costringe a tornare tra le sue colline: il padre, col quale ha da tempo interrotto ogni contatto, è malato e gli resta poco da vivere. All'hospice, infatti, Domenico trova un'ombra pallida dell'uomo autoritario che il padre è stato: il vecchio non riesce quasi più a parlare, ma c'è una cosa che sembra voler dire al figlio con urgenza disperata. «La ragazza, Domenico, la ragazza!» grida, per scoppiare poi in un pianto muto. Dentro quel pianto Domenico riconosce un dolore che viene da lontano. Chi è la ragazza che sembra turbarlo fino all'ossessione?
Mentre Domenico riprende confidenza con la terra in cui è cresciuto e cerca di addomesticare i fantasmi che popolano i suoi ricordi d'infanzia, si imbatte in un fatto di cronaca avvenuto cinquant'anni prima a una manciata di chilometri da lì. La protagonista è proprio una ragazza: ha tredici anni quando, una notte di dicembre del 1968, viene "rubata" da casa sua. Di lei non si sa nulla per otto mesi, poi la verità emerge con tutta la sua forza. È possibile che sia il ricordo della tredicenne a perseguitare il padre di Domenico? E se così fosse, significa che il vecchio ha avuto un ruolo nella vicenda della ragazza? Lui l'ha sempre considerato un cattivo padre; deve forse cominciare a pensare che sia stato anche un cattivo uomo? Domenico ha bisogno di trovare una risposta prima che il vecchio chiuda gli occhi per sempre.
Nel solco del romanzo-verità tracciato da Carrère con L'avversario, Alessandro Perissinotto prende le mosse da una storia realmente accaduta, raccontata dai giornali dell'epoca e poi colpevolmente dimenticata, innestandola però su un impianto romanzesco. Così facendo, rompe il silenzio sul primo sequestro di una minorenne nell'Italia repubblicana, in un libro feroce e al tempo stesso necessario per capire da dove viene la violenza sulle donne, per comprendere che, contro quella violenza, sono gli uomini a doversi muovere.


L'autore racconta



Buongiorno prof. Perissinotto, grazie per avermi concesso questa intervista, sono davvero lusingata di avere l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con lei circa il suo ultimo romanzo Il silenzio della collina. Questo titolo mi rievoca l’incipit della canzone di De Gregori, Generale: «Generale dietro la collina/ci sta la notte cruccia e assassina/e in mezzo al prato c’è una contadina/curva sul tramonto sembra una bambina». Quanto rumore fa il “silenzio” di quella collina?

L’immagine metaforica di un “silenzio assordante” è molto suggestiva, ma non sempre ci dice la verità. Il silenzio intorno alla vicenda di Maria Teresa non si notava, non assordava nessuno. C’era bisogno di parole che lo svelassero, che riportassero in superficie la storia che giaceva dimenticata negli archivi dei giornali e nella testa dei pochi che ancora sapevano. Questo “fare memoria” serve a scongiurare, speriamo, il pericolo che altre ragazze incontrino la sorte di Maria Teresa. Purtroppo, da quel 1969, sono già troppe le giovani donne e le bambine che hanno subito il medesimo destino: in Belgio, vittime di Marc Dutroux; negli Stati Uniti, a Cleveland…

Lei è autore di svariati libri che spaziano dalla saggistica, alla narrativa, ai gialli, noir. In che genere si colloca Il silenzio della collina?

La definizione oggi corrente per romanzi di questo tipo è quella di “Non fiction novel”, cioè di romanzi che narrano fatti veri inserendoli in un contesto di invenzione narrativa al fine di far risaltare meglio la realtà. Il silenzio della collina è autenticamente “romanzo”, poiché ci sono personaggi di finzione, ed è autenticamente “documento”, poiché nulla della vicenda centrale è stato alterato.

Chi è il protagonista? Quali sono i luoghi del romanzo e in che periodo si snoda la trama?

A guidarci nella cornice narrativa di Il silenzio della collina è Domenico Boschis, un attore che, sotto pseudonimo, è diventato l’eroe delle fiction televisive. A cinquant’anni, dopo una vita trascorsa lontano dalle colline di Langa dove è nato, Domenico ritorna al paese per assistere il padre che si trova in un hospice, ormai in fin di vita; si dice che è l’ultima occasione per recuperare almeno un poco di quel rapporto padre-figlio che per lui non è mai esistito. In questa situazione di inedita vicinanza, il padre di Domenico, pur non riuscendo più a parlare, consegna al figlio un piccolo frammento di verità ripetendo ossessivamente una sola parola “La ragazza”. A partire da quella, Domenico dovrà fare un percorso a ritroso partendo dai giorni nostri fino ad arrivare a scoprire cosa accadde in paese cinquant’anni fa. Sullo sfondo di questa ricerca, le colline delle Langhe, le terre di Fenoglio e di Pavese, le terre del vino, del tartufo e del silenzio.


Alessandro Perissinotto, nel suo romanzo affronta un tema drammatico, terribilmente attuale, che sembra non avere mai fine: la violenza sulle donne. A che target di pubblico è destinato secondo lei, si rivolge più alle donne o più agli uomini?

Per fortuna, è sempre difficile definire il target di un romanzo e dico “per fortuna” perché un’opera letteraria sorprende sempre anche il suo autore per il modo in cui si diffonde tra la gente. Il tema della violenza sulle donne non è appannaggio delle donne o degli uomini: quello della violenza è un problema che va affrontato insieme. Ciò che però possiamo dire è che per mettere fine a questa violenza è necessario che siano gli uomini a cambiare atteggiamento.

Italo Calvino citava così: «Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto». Tra le righe si cela qualche messaggio particolare che il lettore dovrà scoprire?

Essendomi formato alla scuola del poliziesco, la mia scrittura nasconde sempre dei segreti: le mie trame si basano sempre su scoperte progressive. Questo non significa che nel Silenzio della collina ci sia una sorta di messaggio misterioso: è la realtà a esserlo, sono le cose rimaste sepolte per mezzo secolo a generare inquietudine.

Sdrammatizziamo con una domanda un po’ fuori dalle righe. Mi è giunta voce che nel tempo libero si dedichi al calcio e tu faccia parte della Nazionale Italiana Scrittori, giusto? A tal proposito, mio figlio Leonardo, adolescente con la testa nel pallone e giocatore nella squadretta locale Giovanissimi under 15, ha una curiosità e le vuole rivolgere una domanda: per che squadra tifa il prof. Alessandro Perissinotto?

Rettifichiamo. Continuo a giocare a Calcio a 5, ma la Nazionale Italiana Scrittori, di cui sono stato tra i fondatori, l’ho abbandonata da tempo per sopraggiunti limiti d’età. Quanto alla mia fede calcistica posso dire che è frutto di uno dei miei pochi atti di ribellione: in una famiglia di torinisti da generazioni, io sono cresciuto juventino!

Fantastico, Leonardo, da buon juventino, sarà entusiasta della sua risposta! Da mamma anche di una ragazza sedicenne, le chiedo se si sente di dare dei consigli agli adolescenti, che proprio in questo periodo cominciano a rapportarsi con l’altro sesso. Esistono, a suo parere, dei segnali o dei comportamenti tipici già in età adolescenziale che caratterizzano una personalità violenta?

Questa domanda andrebbe rivolta più a uno psicologo dell’età evolutiva che a uno scrittore. Quello che posso dire nel mio ruolo di romanziere, e quindi di osservatore dei comportamenti umani, è che uno spiccato senso del possesso, che dalle cose si estende alle persone, dovrebbe mettere in allarme: la violenza è spesso l’esasperazione di questo possesso. Allo stesso modo, si deve vigilare sulla fascinazione che l’immagine della violenza, dell’uomo forte, ancora esercita tanto sui maschi, che vengono spinti all’emulazione, quanto sulle ragazze.

Alessandro Perissinotto grazie per essere stato nostro ospite, le auguro che Il silenzio della collina incontri i favori di un vasto pubblico e spero di averla ancora con noi, Scrittori della porta accanto, al prossimo libro. In bocca al lupo per la candidatura del suo romanzo Le colpe dei padri al Premio Strega 2019 e per i suoi progetti futuri.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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