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Dragon Trainer 3, l'ultimo capitolo della storia d'amore tra draghi e umani: la recensione

Dragon Trainer 3, l'ultimo capitolo della storia d'amore tra draghi e umani: la recensione

Cinema Recensione di Elena Genero Santoro. Dragon Trainer 3, l'ultimo capitolo della saga, un film d'animazione che parla d'amore: quello parentale, tra draghi e umani, e quello di coppia, tra Hiccup e Astrid e tra Sdentato e la Furia chiara.

È proprio vero che nel gradimento di un libro, o di un film, il proprio stato d'animo incide pesantemente. Forse è questa la ragione per cui, in un momento difficile a livello personale, ho trovato Dragon Trainer 3 più triste di quanto fossi disposta a sopportare. Triste per me, ma tutto sommato giusto, anche se avrei sperato in un finale diverso.
Nel villaggio di Berk, di cui il giovane Hiccup ormai è il capo, i draghi sono troppi. Hiccup e i suoi amici (i Cavalieri dei Draghi) continuano a liberare i draghi che gli umani tengono prigionieri, ma Berk ormai è sovrappopolato e, di fatto, indifendibile dagli attacchi dei nemici. È ora di trovare una nuova terra, in cui vivere in pace.
Hiccup ricorda che suo padre Stoick gli aveva parlato di un regno nascosto dietro una cascata. Suo padre però non era mai riuscito a raggiungere quella terra.
Minacciato dal perfido Grimmel, che vuole uccidere i suoi draghi, in particolare il suo Sdentato, la Furia Buia, Hiccup trasferisce il suo villaggio su un’isola poco distante.
Nel frattempo Sdentato ha conosciuto una draghessa della sua stessa specie, una Furia Chiara, e inizia il suo corteggiamento, mentre Hiccup trova il mondo che suo padre aveva cercato a lungo. La Furia Chiara è stata però usata da Grimmel come esca inconsapevole e ciò porterà allo scontro e alla battaglia finale.


La grafica è ottima, forse è migliorata rispetto al primo film in cui in alcune scene gli stormi di draghi sembravano appena abbozzati. Adesso è tutto più rifinito.

Il film è carino, ma ho trovato qualche gap narrativo, dei punti che potevano essere approfonditi meglio. In particolare alcuni personaggi, tipo Valka, la madre di Hiccup, ritrovata solo nell'episodio precedente, poteva essere sfruttata meglio, invece rimane sullo sfondo. Hanno più rilievo Testabruta e Testaditufo, coppia di fratelli dal non elevato quoziente intellettivo che spiccano per quanto sono irritanti. Loro rappresentano la parte più comica di un film altrimenti molto avventuroso e dinamico, non sempre spensierato e allegro. Io invece amo Hiccup, così normale nella sua disabilità acquisita (gli manca parte della gamba sinistra, persa nel primo film).

Dragon Trainer 3 Il mondo nascosto

Dragon Trainer 3
Il mondo nascosto

REGIA Dean DeBlois
SCENEGGIATURA Dean DeBlois
FOTOGRAFIA Gil Zimmerman
MUSICHE John Powell
DISTRIBUZIONE Universal Pictures
ANNO 2019

CAST: Flavio Aquilone, Letizia Scifoni, Massimo Lodolo,Carlo Valli, Alessio Nissolino, Gabriele Patriarca, Mattia Ward, Letizia Ciampa, Daniele Giuliani, Francesca Fiorentini

In Dragon Trainer 3, divertente e buffo è anche il rituale di corteggiamento dei draghi, la nuova storia d'amore tra Sdentato e la Furia chiara.

Alla storia d'amore dei draghi è dato più spazio che a quella tra gli umani, appena abbozzata e tratteggiata. In pratica il fidanzamento tra Hiccup e Astrid è lasciato ai sottintesi, lo spettatore non vive alcun momento "epico" (non dico la passione, visto che il target di questo film sono i minori, ma più vicinanza e complicità sarebbero state gradite), ci sono solo un paio di passaggi in cui Astrid supporta un demoralizzato Hiccup. A rimarcare il fatto che, anche se Hiccup è il capo, la gestione del regno funziona meglio quando una donna supporta il proprio compagno.

E poi c'è un'altra storia d'amore, il rapporto tra draghi e umani, ed è questo ciò intorno a cui il film ruota, in realtà.

Il finale, dicevo, è giusto, ma molto triste, anche se [Spoiler! Se vuoi, passa il mouse per leggere] tranquilli, nessuno muore. Ci ricorda che quando ci si ama bisogna accettare anche una dose di sofferenza.
Ma attenzione: la sofferenza in amore non è piegarsi al volere dell'altro, o accettare che l'altro ci tratti male. Quello sarebbe amore malato; quando un amore esige quel tipo di sopportazione, non è amore. L'amore non è possesso. Proprio per questo [Spoiler! Se vuoi, passa il mouse per leggere] Hiccup decide, per amore dei draghi, di separarsi da loro, di lasciarli raggiungere il loro mondo sommerso dove avrebbero potuto vivere in pace, lontani dagli umani malvagi.
È quello che accade nelle coppie, ma anche e soprattutto tra genitori e figli. La convivenza tra draghi e umani procedeva bene. C'era un equilibrio, una pace e un'armonia. Ma in una famiglia, in una famiglia di umani o in una grande famiglia come quella di Berk, questa perfezione può essere solo provvisoria. [Spoiler! Se vuoi, passa il mouse per leggere] I figli (e i draghi del film sono un po' dei bambinoni) non possono rimanere in eterno con i genitori. Devono trovare una loro strada, una loro dimensione, un mondo che sia loro congeniale. Devono guadagnare la propria autonomia. È la natura che chiama. Infatti i draghi del film, nel momento in cui vengono "liberati", non tornano indietro. Abbracciano la loro nuova vita, salutano i loro umani con commozione, ma poi partono senza voltarsi. Accettare che l'altro possa vivere in modo migliore, anche se questo può significare allontanamento: questo è vero amore.
Ed è ciò che porta struggimento e commuove.




Elena Genero Santoro


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