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Recensione: Il mistero dei tre quarti, di Sophie Hannah

Recensione: Il mistero dei tre quarti, di Sophie Hannah

Libri Recensione di Stefania Bergo. Il mistero dei tre quarti di Sophie Hannah (Mondadori). Un nuovo caso per Hercule Poirot, il piccolo ispettore belga nato dalla penna di Agatha Christie.

Già vi ho parlato delle mie scorribande alla Feltrinelli ogni volta che andiamo in visita ai nonni di Bari per Natale, una tappa fissa, un rituale. E questa volta singolare è stato il fatto che i due romanzi acquistati di pancia siano stati entrambi un "inganno" — piacevole — per la copertina fuorviante. Già vi ho parlato della mia mancata iniziazione nella lettura di Stephen King, dato che La scatola dei bottoni di Gwendy è in realtà un romanzo per giovanissimi scritto a quattro mani con Richard Chizmar.


Oggi, invece, vi parlo del giallo Il mistero dei tre quarti, sulla cui copertina capeggia la firma di Agatha Chritie, con sottotitolo "un nuovo caso per Hercule Poirot". Ora, lo so bene che la Christie è ahimè morta da decenni, ma ho pensato a un suo inedito ritrovato e finalmente dato alle stampe. In quanto a Hercule Poirot, poi, persino mia figlia sa che ne sono innamorata, adoro il suo accento belga e il lavoro delle sue cellule grigie che mi ha insegnato, dopo aver letto 22 dei libri di cui è protagonista — si tratta di edizioni economiche Mondadori, romanzi e raccolte di racconti —, a prestare attenzione ai dettagli nella narrazione che possono diventare indizi nella spiegazione finale dello svolgimento dei fatti.

Il mistero dei tre quarti è in realtà un giallo di Sophie Hannah, sebbene il protagonista sia Hercule Poirot.

Quindi Agatha Christie è solo l'autrice del personaggio, non del romanzo. Uhm, all'inizio ho storto il naso credendo di essere stata "ingannata", ma poi ho iniziato a leggere e mi sono ricreduta.
L'incipit risulta subito intrigante. Siamo ovviamente negli anni '30, a Londra. Quattro persone ricevono ognuna una lettera firmata da Hercule Poirot in cui le accusa dell'omicidio di un certo Barnabas Pandy. Due uomini e due donne. Due di loro conoscono il defunto, tre di loro gli sono in qualche modo legate anche ignorandolo. Una sola di queste persone appare esclusa. Ed è proprio su questo aspetto che giocheranno sia l'autore delle lettere sia le cellule grigie di Poirot.
La trama si sviluppa subito ariosa. Oltre i quattro accusati, emergono altre storie e tasselli che piano piano vanno al loro posto. Sophie Hannah segue lo stile di Agatha Christie, sottolinea quella che è una mania ossessiva per l'ordine e la linearità del piccolo ispettore belga, lo riporta in vita con tutti i suoi tratti caratteristici. Chi già lo conosce, inizia fin dai primi capitoli a fare congetture e a spuntare tutti quei particolare che paiono determinanti per la scoperta finale: chi è l'assassino? Ma l'assassino di chi? Perché in realtà questo Barnabas Pandy non è stato assassinato ma è morto nella vasta da bagno dopo esservisi addormentato dentro — e qui, un piccolo dettaglio mi ha decisamente mandato fuori strada.
«Sarebbe potuto entrare uno stormo di oche e non me ne sarei accorto... non con Mr Pandy che mi fissava sott'acqua»

Il mistero dei tre quarti di Sophie Hannah è intrigante quanto basta per tenere il lettore incollato alle pagine e mettergli una buona dose di curiosità.

La storia funziona, appare realistica e scossa da un paio di colpi di scena di cui non si poteva sospettare e che rimescolano le carte in tavola.
Chi ama i gialli della Christie, avverte qualcosa stridere di tanto in tanto, in alcuni punti la narrazione è un po' forzata, ma nel complesso è davvero godibile. Si riesce a provare empatia per alcuni dei personaggi, talmente variegati che risulta inevitabile non riconoscersi, anche solo in parte, in qualcuno di essi. Il finale non è scontato, anche se la rivelazione del colpevole — perché un crimine è stato commesso davvero — avviene all'inizio della ricostruzione dei fatti, bruciando forse un po' di suspense. Rimane comunque la curiosità per la spiegazione di Hercule Poirot che questa volta basa la sua arringa quasi totalmente su congetture, pochi sono i dati oggettivi.
Sophie Hannah ha studiato bene lo stile della signora indiscussa del giallo — una scelta coraggiosa quella di misurarsi in qualche modo con l'originale —, le pagine scivolano via e la voce di Poirot torna ad essere nitida. Ma questo nuovo caso mi ha anche lasciato una voglia irresistibile di rileggere i 22 libri di Agatha Christie in bella vista nella mia libreria. Non certo per fare un confronto. Semplicemente perché, così come avvenne allora, pensare al piccolo investigatore belga mentre si rigira i baffi all'insù e si allontana compiaciuto di se stesso, mi ha fatto venire voglia di leggerne ancora.


Il mistero dei tre quarti

di Sophie Hannah
Mondadori
Giallo
ISBN 978-8804702979
Cartaceo 16,57€
Ebook 9,99€

Sinossi
Un giorno, rientrato a casa dopo pranzo, Hercule Poirot trova una donna visibilmente arrabbiata che lo aspetta davanti alla porta. Si chiama Sylvia Rule e vuole sapere perché Poirot le ha mandato una lettera accusandola dell'omicidio di Barnabas Pandy, un uomo di cui lei non ha mai sentito parlare né tantomeno ha mai incontrato.
Poirot cade dalle nuvole: non ha nessuna idea di chi possa essere Barnabas Pandy e sa benissimo di non aver mandato la lettera a cui Sylvia fa riferimento. Ma non riuscendo a convincerla del contrario, lei se ne va infuriata.
Immaginate poi la sorpresa quando, ancora turbato, Poirot entra in casa e trova un altro sconosciuto, un certo John McCrodden, che sostiene di aver ricevuto la stessa lettera con la stessa accusa nei suoi confronti.
Chi è l'autore di queste missive? Ma soprattutto: chi è Barnabas Pandy? Ed è vivo o morto?
Il più amato detective della letteratura, Hercule Poirot - il leggendario eroe di Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie e dei più recenti Tre stanze per un delitto e La cassa aperta - ritorna in un elegante, arguto e diabolico mystery ambientato negli anni Trenta a Londra.


Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).
Mwende. Ricordi di due anni in Africa, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.
La stanza numero cinque, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.


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