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Recensione: Ombre giapponesi, di Lafcadio Hearn

Recensione: Ombre giapponesi, di Lafcadio Hearn

Libri Recensione di Alessandra Nitti. Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn (Adelphi). Un libro che conduce oltre il velo che separa la grandiosa modernità del Giappone dalla sua antica anima, in un viaggio nel viaggio.

Una leggera malinconia accompagna il mio volo mentre ripenso ai bei giorni appena trascorsi. Sarei rimasta più a lungo in quella terra lontana, insolita, mitica, ma il viaggio è finito. Osservo dal finestrino il Giappone rimpicciolirsi e poi perdersi al di sotto delle nuvole, forse per sempre, forse no.
Sospiro.
Potrei accendere la macchina fotografica e rivedere le foto scattate in due settimane, invece allungo la mano nella tasca anteriore del mio inseparabile zaino verde e tiro fuori una bellissima edizione Adelphi di Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn. Accarezzo la copertina dorata con fiori geometrici in rilievo, annuso il profumo buono di carta: qui dentro ci sono le storie che hanno fatto da colonna sonora al mio viaggio, leggende del Paese del Sol Levante sussurratemi nelle orecchie prima di andare a dormire dopo una giornata tra tori shintoisti, Buddha dorati, giardini Zen, tatami e porte di carta di riso. Racconti antichi come il Giappone, trattengono tra le righe e poi dispiegano davanti ai miei occhi l’anima di un paese lontano, di una storia antica.

Il giornalista greco-irlandese Lafcadio Hearn parte alla scoperta del Giappone.

Alla fine del Diciannovesimo secolo, il giornalista greco-irlandese Lafcadio Hearn parte alla scoperta di questo arcipelago ancora poco conosciuto in Occidente e aperto ai traffici commerciali stranieri solo da qualche decina di anni, per approdare in Honshu come giornalista per le riviste americane Harper’s e The Atlantic Monthly. Lì si innamora del Giappone e di una donna giapponese figlia di un samurai; abbandona la sua identità occidentale e prende il nome di Koizumi Yakukomo.
In questa nuova veste insegna letteratura inglese all’Università Imperiale di Tokyo e racconta, in diversi volumi, la vita, la religione, la cultura e i modi del Nippon in Glimpses of Unfamiliar Japan (1894), Exotics and Retrospective (1898), Nel Giappone spettrale (1899), Shadowings (1900), A Japanese Miscellany (1901), Kokoro, il cuore della vita giapponese (1896) e molte altre opere. Tutt’oggi è ricordato con affetto a Matsue, nella prefettura di Shimane.

La missione di Lafcadio Hearn è quella di cogliere l’essenza del Giappone.

Di un Giappone imperiale e quasi mitologico che sta sfumando via per sempre, una terra la quale, sotto l’Imperatore Meiji, tenta di assomigliare alle potenze che lo hanno assoggettato: come un vaso aperto lascia sfuggire la sua immacolata giapponesità. Lafcadio Hearn, determinato a non farla evaporare nel sogno del progresso, la rincorre, l’afferra, va alla ricerca di leggende narrate oralmente dai pescatori e di frammenti nascosti in testi antichi che cantano le gesta dei samurai e i dispetti degli spiriti. Alcuni racconti sono incompiuti, persi per sempre nella mente, oramai polvere, di chi li aveva concepiti; altri narrano di orribili rospi che di notte si trasformano in bellissime fanciulle e trascinano i giovani nelle profondità dei corsi d’acqua amandoli e nutrendosi del loro sangue, di mostri che strappano la testa dei neonati per i peccati delle madri, del mitico Urashima che sparì per tre secoli nel regno del Re Drago per adorarne la bella figlia, o di dipinti di pesci i quali, immersi nei flutti del lago Biwa in Kansai, divengono reali. Fantasmi maligni, spiriti vendicativi, samurai orgogliosi, donne abbandonate, mondi paradisiaci e inferni dolenti, la fantasia atroce e poetica di un intero popolo raccolta in 300 pagine da chi, in quel mondo, vi si è immerso fino a raggiungerne il kokoro, il cuore.

Compagno silenzioso, Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn mi lascia fluttuare nella nostalgia per i giorni passati e poi mi conduce oltre il velo che separa la grandiosa modernità del Giappone fino alla sua antica anima, in un viaggio nel viaggio.

Avete mai provato a salire su per la scala di una vecchia torre che ascende a spirale attraverso le tenebre e, nel cuore di quelle tenebre, vi siete poi trovati sull’orlo coperto di ragnatele del nulla? O avete mai seguito un sentiero lungo la costa che taglia la parete di una scogliera, per poi scoprirvi, a una svolta, sul bordo frastagliato di una faglia? Il valore emotivo di una simile esperienza – dal punto di vista letterario – lo dimostra la forza delle sensazioni suscitate e l’intensità con cui le ricordiamo. Ebbene, nelle antiche raccolte di storie giapponesi sono stati curiosamente conservati certi frammenti narrativi che provocano un’esperienza emotiva non molto diversa.
Lafcadio Hearn, In una tazza di tè, Ombre giapponesi

Ombre giapponesi

di Lafcadio Hearn
Adelphi
Narrativa
ISBN 978-8845932694
Cartaceo 11,25€
Ebook 7,99€

Sinossi
«Darei non so che cosa per essere un Colombo letterario, per scoprire un'America Romantica in qualche regione delle Indie Occidentali, del Nordafrica o dell'Oriente dove i comuni cristiani non amano andare!» scriveva Lafcadio Hearn. Sin dall'inizio, del resto, la vita lo aveva passo dopo passo indirizzato a questo scopo. Alla fine dell'Ottocento il Giappone, pur aperto ai commerci con l'Occidente da mezzo secolo, rimaneva un mistero, e Lafcadio Hearn, «nomade civilizzato», si imbarca per scrivere un libro-reportage sul paese. Nato in Grecia, cresciuto in Irlanda, Francia e Inghilterra, vissuto in America un ventennio, celebre per i pezzi di cronaca nera e di squisita, insolita erudizione, è la persona più adatta. Ha sapienza proteiforme e «partecipazione animica», il segreto del grande interprete. Ed è il primo a cogliere il volatile incanto del Paese degli Dei, dove resterà sino alla morte. Naturalizzato giapponese, sposa la figlia di un samurai e prende il nome di Koizumi Yakumo. Fa di più: «pensa con i loro pensieri» e accede al kokoro, al cuore della gente. Miracolo d'innesto, assolve il delicato compito di catturare la bellezza dell'antico Nippon nel momento cruciale che precede la sua sparizione. Riporta alla luce antichi racconti orali e testi classici, facendo riscoprire anche ai nativi capolavori tuttora letti e amati. Come Andersen e i fratelli Grimm, Lafcadio Hearn è più una letteratura che un autore. Sono qui raccolti i testi narrativi sparsi nei suoi volumetti miscellanei: racconti per lo più a sfondo fantastico, pieni di atroci vendette di fantasmi – che si manifestano come insetti, ragni, rane, salici, peonie –, di mogli abbandonate, ma anche di pietose riconciliazioni fra due mondi separati dalla sottile membrana di un fusuma.



Alessandra Nitti
Sinologa, viaggiatrice, appassionata lettrice, yogini e scrittrice. Trascorro le giornate nel mio mondo di poesia inventando trame di racconti, progettando viaggi intorno al mondo o in posizioni yoga a testa in giù. Laureata in lingue e letteratura straniere solo per il gusto di conoscere lingue difficili. Nonostante la struggente nostalgia per la mia laguna veneziana, vivo a Canton, nel sud-est della Cina, dopo aver vagato per il Sud-est asiatico, per insegnare italiano a giovani cinesi. Tra una lezione e l’altra gestisco “Durga – Servizi editoriali”, ma soprattutto porto avanti i miei progetti letterari.
L’amuleto di giada, Arpeggio Libero Editore.
Faust – Cenere alla cenere, Arpeggio Libero Editore.
Esilio, Arpeggio Libero Editore.


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