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Recensione: Doctor Faustus, di Thomas Mann

Recensione: Doctor Faustus, di Thomas Mann

Libri Recensione di Alessandra Nitti. Doctor Faustus (Mondadori), traduzione di Luca Crescenzi: Thomas Mann e il patto con il demonio. La vita del compositore tedesco Adrian Leverkühn narrata da un amico.

Un leitmotiv letterario che amo da sempre è quello del patto con il demonio. Ne ho lette svariate versioni: dalla vendita dell’anima in cambio di giovinezza eterna e piacere supremo ne Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, alla brama di conoscenza assoluta del cielo, della terra e degli inferi nel Faust di Goethe, dallo studio profondo della teologia nel Dr. Faustus di Marlowe alla visione del demonio come piccola peste che disturba la quiete di Mosca ne Il maestro e Margherita.
Io stessa tre anni fa ho creato l’intreccio di una novella nella quale ripropongo la famosa leggenda adattandola alla sete di eternità e di gloria di uno scrittore senza tempo in Faust – Cenere alla Cenere pubblicato da Arpeggio Libero Editore, indagando fino a che punto può l'essere umano inabissarsi nei vortici della propria mente pur di raggiungere ciò che è oltre il proprio occhio, pur di fondersi in quell'unico Io che può essere divino o profondamente demoniaco, nel quale dissolversi nella pace celeste o annientarsi nell'Uno che tutto genera e tutto distrugge.

La narrazione che preferisco rimane in ogni caso quella del demonio crudele, terribile e abominevole che seduce con promesse di gloria artistica nel Doctor Faustus di Thomas Mann. 

Ciò che mi ha attira di questa versione è la freddezza inscalfibile che permea la vita e l'anima intere di Adrian Leverkühn, il pianista tedesco sedotto sin dall'infanzia dalla figura dell'Anticristo, lo cerca e lo desidera e finisce per trovarlo vendendogli tutto ciò che ha in cambio di un’eterna ispirazione musicale.
E Leverkühn compone: per ventiquattro lunghi anni crea opere della più sublime arte musicale ispirato, come dice nelle ultime pagine, da voci provenienti dall'inferno che risuonano nelle sue orecchie, da bambini dal viso angelico con vermi che escono dalle narici, dal piacere doloroso di una creatura infernale che giace con lui. Mai ha potuto amare se non la musica, tutti coloro sui quali si è posato il suo affetto sono morti in modi atroci, uccisi dalla sua freddezza, dal peccato di essere suoi intimi.
D'altronde, cosa altro è la vocazione artistica se non perenne sacrificio, devozione, dolore? Come altro si può giungere alle più alte vette dell'arte se non raffreddando il mondo esteriore e quello interiore e bearsi di un fievole tepore che riscalda appena le dita mentre si compone?
Questa è l'epoca in cui non è più possibile compiere un'opera per vie normali, nei limiti della pietà e del raziocinio, e l'arte è divenuta impossibile senza il sussidio del demonio e il fuoco infernale sotto il paiolo...
Thomas Mann, Doctor Faustus | Recensione

Thomas Mann lavora al Doctor Faustus durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale.

È tedesco ma aborra la sua patria. Tra le righe del romanzo si può leggere come gli stessi atti della Germania hitleriana, secondo il premio Nobel siano frutto di un patto con il demonio. Thomas Mann dispiega la sua teoria su due filoni, quello della crudeltà della guerra e quello dell'arte più sublime di tutte, di quell'arte che va a braccetto con la religione ma che ne è anche il suo totale opposto: la musica.
Il germe del maleficio si insinuò in Adrian l'unica volta che amò:
Fu infatti soltanto una farfalla, una Hetaera Esmeralda, che mi colpì con il suo contatto, una strega che seguii nell'ombra crepuscolare delle fronde, che la sua nudità traslucida va cercando e ove l'acchiappai, che quando vola somiglia a un petalo portato dal vento; la presi e la carezzai nonostante l'invito a stare in guardia, e così il fatto fu compiuto. Qual mi poté ammaliare, tal mi colpì e mi perdonò nell'amore: allora fui iniziato e la promessa conchiusa.
Thomas Mann, Doctor Faustus | Recensione

Non vi è nulla di religioso o peccaminoso nell'amore sacrilego di Adrian per Esmeralda, un amore consumato nel fango che proprio per questo è sacro e dannato al contempo. 

Sarà quel contatto a essere fatale. Leverkühn lo ricorderà sempre, in tutte le sue composizioni, sulle note di «si-mi-la-do-la bemolle»: Esmeralda, una donna dagli occhi scuri e dalle origini mediterranee, tratti caldi che hanno sempre attratto un Thomas Mann di madre calda e latina. In tutte le sue opere gli emarginati hanno lineamenti bruciati dal sole, sempre sedotti dagli “occhi azzurrini” i quali dominano con un mix di freddezza e disperazione. Proprio come Adrian Leverkühn, il dominatore inconsapevole, e Serenus Zeitblöm, voce narrante del Doctor Faustus e migliore amico del compositore, a questi sottomesso sentimentalmente.

Il protagonista in ventiquattro anni giungerà alla più alta gloria e alla più alta sofferenza, e quando l'ultimo granello della clessidra cadrà, egli non diverrà altro che un guscio vuoto, un involucro di pelle e ossa che custodisce il nulla assoluto. Adrian, forse, non avrà mai il perdono eterno che Dio il Misericordioso riservò al leggendario Faust.
Col tuo sangue l'hai confermato e ti sei promesso a noi e battezzato nel nostro nome. Questa mia visita ha soltanto un valore di cresima. Tempo hai preso da noi, tempo geniale, tempo esaltante, ben ventiquattro anni ab dato recessi, che ti fissiamo come ultimo termine. Quando saranno passati e trascorsi, e sarà un'epoca lontana, e anche se un tempo così è un'eternità, ti verremo a prendere. Per contro ti vogliamo essere in questo frattempo sottomessi e obbedienti, e l'inferno ti sarà propizio, purché tu abrenunzi a tutti quelli che vivono, a tutto l'esercito celeste e a tutti gli uomini, poiché così dev'essere.
Thomas Mann, Doctor Faustus | Recensione


Doctor Faustus

di Thomas Mann
traduzione di Luca Crescenzi
Mondadori
ISBN 978-8804676843
Cartaceo 12,00€
Ebook 7,99€

Sinossi
Adrian Leverkuhn riunisce in sé le doti di Berlioz, Nietzsche e Schonberg. Ha stretto un patto col diavolo per acuire in modo straordinario la sua sensibilità. Dopo aver composto un brano di musica dodecafonica che ha spezzato le leggi musicali tradizionali e ha anticipato i tempi, quando lo presenta agli amici impazzisce.


Alessandra Nitti
Sinologa, viaggiatrice, appassionata lettrice, yogini e scrittrice. Trascorro le giornate nel mio mondo di poesia inventando trame di racconti, progettando viaggi intorno al mondo o in posizioni yoga a testa in giù. Laureata in lingue e letteratura straniere solo per il gusto di conoscere lingue difficili. Nonostante la struggente nostalgia per la mia laguna veneziana, vivo a Canton, nel sud-est della Cina, dopo aver vagato per il Sud-est asiatico, per insegnare italiano a giovani cinesi. Tra una lezione e l’altra gestisco “Durga – Servizi editoriali”, ma soprattutto porto avanti i miei progetti letterari.
L’amuleto di giada, Arpeggio Libero Editore.
Faust – Cenere alla cenere, Arpeggio Libero Editore.
Esilio, Arpeggio Libero Editore.


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