Cinema Di Tamara Marcelli. Da Nuovo cinema Paradiso, di Giuseppe Tornatore, i monologhi di Alfredo (Philippe Noiret) e Totò (adulto, Jacques Perrin). «Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu.»
Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore ha compito 30 anni a novembre del 2018. È un film drammatico, prodotto da Franco Cristaldi nel 1988. L'indimenticabile colonna sonora è firmata da Ennio e Andrea Morricone, la scenografia è di Andrea Crisanti. Nel cast, Philippe Noiret, Pupella Maggio, Leo Gullotta, Salvatore Cascio (Totò bambino), Marco Leonardi, Jacques Perrin (Totò adulto), Enzo Cannavale, Agnese Nano, Antonella Attili, Leopoldo Trieste, Isa Danieli, Tano Cimarosa, Roberta Lena, Nicola Di Pinto, Nino Terzo.Numerosi sono stati i premi vinti. Nel 1989 European Film Award Miglior Attore Protagonista a Philippe Noiret, Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, David Di Donatello per la Migliore Colonna Sonora a Ennio Morricone, Premio Flaiano per la migliore sceneggiatura a Giuseppe Tornatore. Nel 1990 Premio Oscar Miglior Film Straniero, Golden Globe Miglior Film Straniero, BAFTA - British Academy Film Award per Miglior Film Straniero, Miglior Attore Protagonista a Philippe Noiret, Miglior Attore non protagonista a Salvatore Cascio, Migliore Colonna Sonora a Ennio Morricone, Migliore Sceneggiatura a Giuseppe Tornatore.
Anche se il tempo passava, in tutte le donne che incontravo ho cercato solo te.
I monologhi di Alfredo e Totò
Alfredo: «Ti voglio fare contento Totò, ora ti conto una cosa, assettamonne un poco.Una volta un re fece una festa e c’erano le principesse più belle del regno. Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma che poteva fare un povero soldato a paragone con la figlia del re! Basta!
Finalmente, un giorno riuscì a incontrarla e ce disse che non poteva più vivere senza di lei. E la principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che ci disse al soldato: “Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua!”
Minchia! Subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai. Con la pioggia, con il vento, con la neve era sempre là. Gli uccelli ci cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo, ma lui non si muoveva.
Dopo novanta notti era diventato tutto secco, bianco e... ci scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle ché non aveva più la forza manco per dormire… mentre la principessa sempre che lo guardava.
E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via.»
Totò: «Ma come, alla fine?»
Alfredo: «Sì, proprio alla fine, Totò! E non mi domandare qual è il significato, io non lo so. Se lo capisci, dimmillo tu!»
Totò: «Bho... »
Totò: «Te la ricordi la storia del soldato e della principessa?»
Alfredo: «Mmh... »
Totò: «Ora ho capito perché il soldato andò via proprio alla fine. Sì... bastava un’altra notte e la principessa sarebbe stata sua. Ma lei poteva anche non mantenere la sua promessa... Sarebbe stato terribile... Sarebbe morto. Così invece, almeno per novantanove notti, era vissuto nell'illusione che lei fosse lì ad aspettarlo.»
Alfredo: «Fai come il soldato, Totò... vattìnni, chista è terra maligna...»
Alfredo: «Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere. Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti...Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia!O' capisti?
E... Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu.»
Tamara Marcelli |
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