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Recensione: A casa nostra, di Nicoletta Ferrara

Recensione: A casa nostra, di Nicoletta Ferrara

Libri Recensione di Davide Dotto. A casa nostra. I nuovi ragazzi della famiglia Calò di Nicoletta Ferrara (Emi). C'é sovrapposizione tra il diritto internazionale, l’ordinamento interno dei singoli stati e i doveri inderogabili di solidarietà e umanità. Riflettiamo: se avessimo bisogno noi, come sopravviveremmo a una comunità dalle porte chiuse?

Noi vediamo con chiarezza che stiamo solo restituendo loro qualcosa che non appartiene più a noi, stiamo solo dividendo con loro ciò che è stato pensato per tutti.
Nicoletta Ferrara, A casa nostra
A casa nostra di Nicoletta Ferrara racconta l’esperienza di una famiglia allargata sui generis. Una coppia di insegnanti trevigiani dal 2015 ha accolto nella propria casa Ibrahim, Tidjane, Sahiou, Mohamed, Saeed e Siaka: sei ragazzi in fuga dall’Africa e da condizioni di vita al limite dell’umano.
I temi posti sul piatto – e le loro implicazioni – sono enormi, come i principi sottesi che, finché riposano sul piano astratto, spesso alimentano la retorica. E nemmeno questa se essi vengono discussi, disattesi e smettono di rappresentare punti fermi. Tuttavia è proprio quando i principi sono messi in pratica (alla prova) che si rivela la verità in essi implicita.

Il riferimento è in particolare alla Dichiarazione universale dei diritti umani dei quali, settant’anni dopo, ci si interroga sui progressi raggiunti – appunto – nella loro concreta attuazione, consapevoli che non posseggono in sé la forza di farsi valere.



Non diversamente accade al principio atavico dell’ospitalità, un tutt’uno con la parola greca che la esprime, a significare accoglienza e inclusione: ξενία – xenía:
Se mai un antico Greco dovesse osservare la nostra contemporaneità inorridirebbe di fronte alla parola xenofobia, che greca non è affatto […] E forse quel Greco si vergognerebbe a morte e ci richiederebbe indietro le sue antiche parole, perché l’ospitalità su cui si fondava la sua idea è oggi associata da noi moderni alla paura (phòbos).
Andrea Marcolongo, La misura eroica
Neppure il mondo contadino conosceva “chiavi”, non c’era povertà che autorizzasse a negare un tozzo di pane a chi ne avesse bisogno, come ricorda una scena de L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.

C’è, insomma, un dato culturale che è venuto a mancare nel corso delle generazioni e tale da colorare di “eccezionalità” (se non di “eccentricità”) la disponibilità manifestata nei confronti dell’altro da parte della famiglia Calò. 

È venuto meno a ogni latitudine, se cogliamo il senso, il biasimo e l’amarezza dello sfogo di Siaka:
«Ci sono famiglie di africani che hanno tutto in regola e sono bene inserite qui… Perché non ospitano come voi i loro fratelli neri? Perché non lo fanno? Lo trovo insopportabile».
Nicoletta Ferrara, A casa nostra
Alla fine, paradosso tra i paradossi, per la globalità del discorso non è nemmeno questione  dei prima chi? La stessa idea di comunità o di società civile fatica a riconoscersi nel frazionamento delle sue parti più composite. Ma già così il terreno sul quale si procede si fa incandescente necessitando risposte giuridiche e amministrative adeguate oltre che umane,  affinché i piani non si mischino in modo inappropriato.


Al di là di specifiche ideologie e prese di posizione, ciò che trapela in A casa nostra di Nicoletta Ferrara è un problema di fondo che non può essere eluso ancora per molto: quello della sovrapposizione tra il diritto internazionale, l’ordinamento interno dei singoli stati (con la politica impegnata nella lotta alla immigrazione clandestina)  e i doveri inderogabili di solidarietà e umanità.

Si sta alimentando una pericolosa commistione tra azione umanitaria pura e altro. Francesco Viviani e Alessandra Ziniti, Non lasciamoli soli
Da quanto detto emerge che le scelte compiute e qui testimoniate non sono risolutive, né intendono esserlo. Assai simili a un fuoco di segnalazione, esse richiamano la nostra attenzione e chiedono di allargare lo sguardo. Contengono, insomma, l'esortazione a non rinnegare esperienze solo perché ci prendono alla sprovvista o ci colgono impreparati. Invitano a percepire l'urgenza di un cambio di direzione oltre che di atteggiamento. Basterebbe domandarci per esempio: «Se avessimo bisogno noi, come sopravviveremmo a una comunità dalle porte chiuse?»

A casa nostra
I nuovi ragazzi della famiglia Calò

di Nicoletta Ferrara
Emi
ISBN 978-8830724242
Cartaceo 15,00€
Ebook 9,99€

Sinossi

«Basta, stanno morendo tutti, non si può continuare così, dobbiamo fare qualcosa. Non abbiamo niente, ma possiamo aprire la nostra casa».
E così avvenne: l’8 giugno 2015, la famiglia di Antonio Calò e Nicoletta Ferrara si è aperta, anzi spalancata. Oltre ai 4 figli avuti in 30 anni di matrimonio, ecco entrare nella casa di questi insegnanti trevigiani 6 nuovi figli: Ibrahim, Tidjane, Sahiou, Mohamed, Saeed, Siaka. Giovani musulmani provenienti da Gambia, Guinea-Bissau, Ghana, Costa d’Avorio, sbarcati in Italia alla ricerca di un futuro migliore di quello lasciato alle spalle: povertà, persecuzioni e miseria in patria, violenze e torture in Libia, il rischio di un naufragio sui barconi del Mediterraneo.
Nicoletta Ferrara, la mamma, ci racconta giorno per giorno il formarsi di questa inedita famiglia: 12 persone tra cucina e soggiorno; le lingue wolof, mandingo e fula mescolate all’italiano come la pastasciutta e i cibi africani; le regole di casa: scuola e lavoro. E poi le lungaggini della burocrazia, ma anche il sostegno di tanti amici. E il bene che si fa contagio intorno.
«La nostra casa non è più nostra. È casa per chi non ha casa», scrive Ferrara spiegando il perché di una scelta radicata in una visione cristiana delle cose. Una decisione profetica, che brilla in queste pagine intense e appassionanti.

Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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