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Recensione: Che colore ha il vento, di Marina Panatero e Tea Pecunia

Recensione: Che colore ha il vento, di Marina Panatero e Tea Pecunia

Libri Recensione di Andrea Pistoia. Che colore ha il vento di Marina Panatero e Tea Pecunia (Feltrinelli). Un must per chi è appassionato di zen e buddhismo ma al tempo stesso ne cerca una chiave di lettura alternativa.

In quanto estimatore della filosofia zen e simpatizzante del buddhismo, non potevo esimermi dal leggere questo libro impregnato di saggezza orientale a 360°.
Il volume inizia descrivendo brevemente la vita di Siddharta e spiegando cosa sono le Quattro Nobili Verità, il karma, il Nirvana e i koan. Ma sia chiaro, questo è solo la punta dell’iceberg, in quanto il meglio deve ancora arrivare! Infatti, subito dopo si entra nel vivo, attraverso un susseguirsi di brevi biografie di tutti quei maestri che hanno reso grande e rinomata la filosofia zen, con tanto di loro sutra, aforismi, metafore e, più in generale, perle di saggezza tramandate attraverso le loro opere.
Ogni maestro offre la sua chiave di lettura sulla vita e sulle sue mille sfaccettature, spaziando da ciò che conta veramente nella propria quotidianità alla crescita interiore, dai dubbi esistenziali all'essenza delle cose, dal percorrere la retta Via al risvegliare il Buddha che è in ognuno di noi, dallo svelare ciò che ci mantiene in uno stato di perenne insicurezza e paura a cosa ci permette di raggiungere la pace dei sensi.


Che colore ha il vento di Marina Panatero e Tea Pecunia è sostanzialmente una raccolta variegata di aforismi incantevoli pregni di positività e di gioia di vivere (non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso, dato che sono stati composti dai più illustri e rinomati saggi…) ma anche di riflessioni su come diventare un tutt’uno con l’universo.

Lo ammetto, ciò che mi ha spiazzato di più di questa lettura è che quando si pensa al buddhismo e allo zen ci si sofferma sempre sul Buddha, e mai su chi è giunto dopo.
Senza contare, poi, che si cresce con questa concezione romantica del monaco, ovvero di una persona integerrima, costantemente in pace con il mondo quando in realtà, leggendo le biografie dei maestri, si scopre come alcuni di essi siano stati perseguitati e persino uccisi perché considerati eretici, usavano metodi poco ortodossi (quali bastonate e violenze verbali), per indurre i propri allievi a illuminarsi, o bislacchi per designare il proprio successore, implementavano le pratiche zen tradizionali con riti locali o pratiche esoteriche, erigevano o gestivano templi sfarzosi, scendevano a compromessi o si abbassavano ad azioni discutibili con i potenti dell’epoca e cercavano improbabili alleanze per perseguire i propri scopi. Senza contare quelli che hanno affrontato lotte di successione, hanno tratto profitto e fama dal loro essere considerati illuminati, hanno viaggiato per anni tra Cina e Giappone per accrescere la loro saggezza o, alla faccia della retta Via, mostravano la loro illuminazione in modi fuori dall’ordinario, quali chiudersi nei bordelli, ubriacarsi e mangiare carne.

Però Marina Panatero e Tea Pecunia non si limitano a narrarci le opere di monaci eremiti e vecchi saggi ma anche di maestri Samurai, esperti di Bushido.

Infatti questi ultimi, prima di essere guerrieri, erano dei profondi conoscitori dello zen, quindi uomini giusti, saggi e centrati, che miscelavano sapientemente la nobile arte della spada alla saggezza spirituale.
Di conseguenza, Che colore ha il vento ci fornisce una carrellata omogenea, ma non per questo meno variegata, di maestri zen vissuti dal 500 A.C. fino agli inizi del 1900, ovvero fino a coloro che hanno fatto della poesia (specialmente dell’haiku, una sorta di poesia breve) un mezzo per condividere e interiorizzare l’essenza di ogni cosa in poche parole.

Quindi, che opinione mi sono fatto di Che colore ha il vento di Marina Panatero e Tea Pecunia?

Certamente è un must per chi è appassionato di zen e di buddhismo ma al tempo stesso cerca una chiave di lettura alternativa al classico resoconto sulla vita di Siddharta e su dogmi e regole di questa filosofia. Lo permette attraverso questo doppio approccio: da una parte mostrando l’evoluzione dello zen grazie ai maestri che lo hanno reso fonte di spiritualità e dall’altro per merito delle opere che hanno influenzato generazioni di credenti.
Quindi tanto di cappello a Marina Panatero e Tea Pecunia che, rimboccandosi le maniche, hanno scovato, tradotto, fatto una cernita e condiviso materiale che abbraccia circa un millennio e mezzo di opere e autori.

A questo punto però è necessario fare una precisazione: Che colore ha il vento non è un libro da spiaggia o da prendere alla leggera. 

Infatti ogni poesia e aforisma dev’essere letto con attenzione per poter essere assimilato e interiorizzato al meglio. È un’opera impegnativa rivolta per lo più a quei lettori sensibili a certe tematiche spirituali e perle di saggezza da decifrare.
Ergo, non è di facile comprensione per chi si affaccia per la prima volta allo zen; bisogna almeno avere un minimo di background culturale sull’argomento per non perdersi tra termini e concetti fuori dall’ordinario, ignoti ai neofiti (anche se, ottima mossa delle autrici, aiuta la comprensione del testo l’aver riportato nei primi capitoli la storia dello zen e alla fine un piccolo glossario). Ciò nonostante, chiunque può leggere e trarre giovamento dai suoi insegnamenti in quanto certi aforismi, ma soprattutto certe poesie, sono universali e trascendono la cultura, la fede religiosa o la nazionalità del lettore, dato che ne tocca il cuore con la loro delicatezza. Questo perché, in ultima analisi, lo zen è più di una filosofia o una disciplina; è uno stile di vita fondato sull’amore verso se stessi e verso ciò che ci circonda. E questo è il più grande insegnamento che un libro potrà mai fornirci.

Che colore ha il vento

di Marina Panatero, Tea Pecunia
Feltrinelli
ISBN 978-8807891359
Cartaceo 8,41€
Ebook 6,99€

Sinossi

Un libro pieno di ispirazione per non soccombere in questi tempi terribili. Una raccolta di aforismi, koan e sutra, che ci siano d'aiuto a sconfiggere il dolore, a dimorare nella calma, a sorridere di più, a vivere nel momento presente, dissolvendo la paura. Piccoli aforismi in grado di cambiare la vita, che abbiano un impatto istantaneo e che accendano in noi "la scintilla", tradotti direttamente dal giapponese e ripresi da maestri quali Bodhidharma, Dogen, Rinzai, Nansen. Lo zen ci insegna a scardinare la "modalità predefinita", la mente reattiva, ed essere veramente liberi da tutte le emozioni distruttive, e ce lo insegna nel qui e ora, nell'adesso, nel vivere pienamente. Per diventare consapevoli e dimorare nella piena consapevolezza mentale, e alla fine risvegliarci. Finché sogniamo, l'oca è nella bottiglia. Se siamo svegli, invece, l'oca non è mai stata nella bottiglia. Non è possibile risolvere un koan, è possibile solo dissolverlo. Noi tutti siamo Buddha dimentichi di esserlo. L'oca è fuori! È fondamentale uscire dallo stato di sonno, in cui siamo sonnambuli, e finalmente risvegliarci, ricordandoci di essere già illuminati.

Andrea Pistoia


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