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Recensione: Io sono nessuno, di Wainer Molteni

Recensione: Io sono nessuno, di Wainer Molteni

Libri Recensione di Andrea Pistoia. Io sono nessuno. Storia di un clochard alla riscossa di Wainer Molteni (Baldini&Castoldi). Un libro vivo, crudo, diretto, a cuore aperto, ricco di spunti riflessivi che mettono in discussione tutte le nostre convinzioni sul mondo dei clochard.

Io sono nessuno. Storia di un clochard alla riscossa di Wainer Molteni è destabilizzante, commovente, drammatico e realistico. Di conseguenza, turba, spiazza e fa vacillare anche l’animo più ottuso e forte.
Perché?
Perché si parla di clochard e della loro vita ma in un contesto che fa (pesantemente) la differenza.
Ma andiamo con ordine.
È un libro autobiografico. Racconta la storia di Wainer, un italiano che si trova in pochi anni dalle stelle alle stalle.
Il primo capitolo si apre con Wainer Molteni, ormai senzatetto da anni, nel suo letto improvvisato fatto di cartoni. È pronto ad abbandonarsi al gelo della notte e a cedere all’inevitabile, in quanto è svuotato di ogni energia e rassegnato al suo drammatico destino di “Signor Nessuno”. Quindi vuole solo chiudere gli occhi e non aprirli più.
I capitoli successivi invece sono un lungo flashback che descrive ciò che l’ha condotto fino a qui.

Io sono nessuno ripercorre quindi la vita del protagonista, Wainer Molteni, da quando era un bambino con un’infanzia normale al suo lavoro da dj di successo, dal laurearsi al trasferirsi negli U.S.A. con una borsa di studio in criminologia. 

Tutto questo fino a giungere a rivestire il ruolo di direttore del personale per una catena di supermercati.
Come vedete, il suo è stato un iter scolastico e professionale persino superiore alla media degli italiani, con mille sbocchi lavorativi e abilità non comuni. Ergo, un percorso che, potenzialmente, ognuno di noi potrebbe compiere e che, ingenuamente, lo porterebbe a pensare di essere immune da certi cambi di rotta improvvisi e catastrofici.
La sua vita, fino ad allora, ha seguito dei binari sicuri, collaudati. Di conseguenza, nulla avrebbe fatto presagire ciò che sarebbe accaduto a breve: la ditta fa bancarotta e lui rimane senza lavoro.

Non avendo più famiglia e non volendo chiedere aiuto agli amici (in fondo poi neppure così tanto intimi) decide di arrangiarsi come meglio può: occupando abusivamente una casa disabitata e cercando di risollevarsi mandando curriculum a iosa. 

Ma, ironia di questa Italia, è talmente qualificato che nessuno lo vuole. Questo è l’inizio della fine.
Il susseguirsi dei mesi lo condurrà a Milano (la sua città natale) a dormire nei dormitori, a chiedere l’elemosina, a mangiare alle mense religiose, a vivere come un clochard e a vedersi rifiutare dalle istituzioni persino i diritti più elementari.
Mi è capitato di leggere altri libri sull’argomento, di clochard francesi e americani, ma ciò che mi ha più sconvolto di questo libro è che non stiamo parlando di stranieri in terra straniera ma di uno di noi, di un nostro compaesano. In un prossimo futuro potrei essere io o potresti essere tu, con un passato sereno da figlio di famiglia modesta e un presente da lavoratore dipendente che si vede da un giorno all’altro togliersi tutto.
Già, perché siamo abituati a pensare che un senzatetto sia uno che ha scelto di vivere al di fuori del sistema, che abbia preso le distanze dal dio Denaro fino alle estreme conseguenze, che sia stato indotto da una decisione ponderata lucidamente, alla Into the wild, che abbia avuto un passato problematico o una mente instabile.

Wainer Molteni ci mostra un'altra realtà, quella più crudele e inaspettata, ovvero una vita normale, quindi potenzialmente felice e spensierata, che da un momento all’altro cade in mille pezzi e fa precipitare il malcapitato nel baratro.

Invece  Wainer Molteni ci mostra un'altra realtà, quella più crudele e inaspettata, ovvero una vita normale, quindi potenzialmente felice e spensierata, che da un momento all’altro cade in mille pezzi e fa precipitare il malcapitato nel baratro.

Ma la cosa più sconvolgente è che l’uomo vuole risorgere e uscire da questo inferno (è disposto a fare qualsiasi lavoro, anche il più umile, pur di tornare alla normalità) ma la sua forza di volontà si scontra con il paradossale mondo del lavoro («Sei troppo qualificato») e con una politica corrotta (che taglia le gambe a qualsiasi proposta costruttiva dei clochard, dato che, come dice Wainer: «Più clochard ci sono e più l’EU fornisce soldi alla città»). Quindi il vero problema è che, quando un uomo tocca il fondo, nessuno lo aiuta a tornare a galla. Perché Wainer Molteni ci prova a riconquistare una vita dignitosa ma è il sistema e la società a trascinarlo ancora più a fondo, fino a che le energie e la voglia di risollevarsi si dissolvono.

Leggere Io sono nessuno di Wainer Molteni è un pugno nello stomaco in quanto mostra palesemente come sia facile passare da una vita di agi e di sicurezze economiche e affettive a dei senzatetto disprezzati ed evitati da tutti. 

Perché nel romanzo ci sono tutti coloro che hanno condiviso la sua sorte, tra marciapiede e Caritas: dall’anziano che non riesce a pagarsi l’affitto con la misera pensione che si ritrova a chi ha ricevuto una batosta affettiva e non si è più ripreso, da chi, ormai avanti con gli anni, si è ritrovato senza lavoro e ha visto solo porte chiuse a chi ha cercato fortuna in Italia ma ha trovato solo miseria.
Ciò che mi ha spiazzato di più è stato come (quasi) tutta la vicenda sia ambientata a Milano, città che io conosco molto bene. Vedere il protagonista muoversi in zone a me famigliari e pensare di averlo potuto persino incrociare mi turba ancora di più.
Per quanto riguarda invece lo stile narrativo, Wainer Molteni non sta troppo a girarci intorno, a fornirci un quadro più romantico, romanzato o falsato della realtà. No, lui è diretto e non ha peli sulla lingua: quello che c’è da dire lo dice perché è giusto che tutti sappiano le condizioni in cui un clochard italiano vive, le difficoltà che affronta ogni giorno ma soprattutto il suo desiderio di riscatto.
Un libro vivo, crudo, diretto, a cuore aperto, ricco di spunti riflessivi che mettono in discussione tutte le nostre convinzioni sul mondo dei clochard.
In definitiva, un libro da leggere, tassativamente. Per capire che spesso i senzatetto che incontriamo per strada non hanno scelto di essere tali ma vi sono stati gettati dentro a forza e che un nostro piccolo aiuto potrebbe fare la differenza (anche solo per il fatto che li consideriamo esseri umani e non emarginati da evitare). Quindi smettiamola di volgere lo sguardo dall’altra parte e fare finta di niente, come se non esistessero. Perché il loro mondo è più vicino a noi di quanto crediamo. E potrebbe diventare il nostro...


Io sono nessuno
Storia di un clochard alla riscossa

di Wainer Molteni
Baldini&Castoldi
Non-fiction
ISBN 978-8866208938
Cartaceo 7,20€
Ebook 6,99€

Sinossi

Può succedere perché la tua compagna ti lascia, e il cuore non regge. Può succedere perché perdi il lavoro, e prima c'è la benzina, poi la spesa, poi le bollette, infine l'affitto, e i soldi non bastano e, alla fine, resti senza. Può succedere perché un bicchiere tiene lontana la paura, ma, poi, la sola paura che ti rimane è quella di non bere. Può succedere perché hai corso per troppo, e a un certo punto hai dimenticato perché lo stavi facendo. Può succedere a te, al tuo migliore amico, alla persona che ti sta accanto. La paura peggiore dell'uomo moderno: ritrovarsi senza più nulla. È successo a Wainer Molteni: a trent'anni finisce per strada, a Milano. Conosce il freddo, la fame, lo sporco. Ci resta per otto anni, potrebbe passarci una vita. Reagisce, fonda "Clochard alla Riscossa", il sindacato dei senza-casa. I barboni, dice, non sono parassiti, ma persone che hanno sogni e talenti da realizzare. Diventerà consulente della giunta Pisapia per il recupero sociale dei senzatetto. Una storia esemplare di speranza e solidarietà che ci tocca tutti.

Andrea Pistoia


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