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Viaggio in Cambogia: i 3 templi più famosi di Angkor

Viaggio in Cambogia: i 3 templi più famosi di Angkor

Viaggi Di Luigi Lazzaroni. I templi più famosi di Angkor, il sito archeologico più importante della Cambogia: Angkor Wat, il più vasto tempio del mondo, Bayon e Ta Prohm, il tempo dei misteri di Tomb Rider.

Guarda, qui è dove Angelina Jolie chiede il cellulare in prestito a un monaco – ma cosa stai guardando, Tomb Raider? – no, le nostre foto di Angkor Vat.

Un fossato grande come un lago, tre torrioni nerastri, aria immobile di un mattino di pioggia, faccia perplessa, ma appena superato il portale di pietra affiora un sorriso di sorpresa, la meraviglia della Cambogia, l’inconfondibile profilo delle torri di Angkor Wat è lì davanti. Andiamo? Aspetta, voglio fare una foto a queste bellissime… – sono le devata, ce ne sono duemila a Angkor, dice Gabriele la nostra guida – fa niente, per sicurezza io comincio con queste due.

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I tre templi più famosi della Cambogia: Angkor Wat

Il portico che circonda il tempio è vuoto e silenzioso ma appena entri la parete si anima e nell’intrico di torsi sudati braccia nerborute e mazze brandite irrompono cavalli rampanti, gli arcieri sul cocchio pronti a scoccare la freccia, gli elefanti barriscono con la proboscide minacciosa, è una mischia inestricabile ma come sono eleganti i cavalli e come sono veri gli elefanti! Si gira l’angolo e la scena continua, esercito in marcia, formazione compatta, scudi allineati, lance puntate al cielo, il re su una portantina, ventagli e ombrellini, la regina sotto un baldacchino, alcune parti sono lucide, opera di migliaia di mani o resti di vernice? Un paio di gradini per superare una soglia, è un bassorilievo infinito senza un centimetro vuoto, prigionieri incatenati aguzzini col bastone c’è chi supplica in ginocchio – è il giudizio finale, dice Gabriele – serpenti in agguato, un rinoceronte incorna un condannato, una tigre sbrana un malcapitato, fuori si scatena il diluvio, è stagione di monsoni. Secondo angolo – questa è la zangolatura dell’oceano di lattezangolatura? – la lavorazione del latte per fare il burro – qualcosa di interessante finalmente, commenta mia moglie, non i soliti soldatini che fanno la guerra – una fila di Dei a tirare da una parte dall’altra i demoni, come fune usano un cobra a più teste, a fare da perno Vishnu su una tartaruga, sotto un mare pieno di pesci e creature strane, sopra un volo di ninfe danzanti – sono le apsaras, spiega Gabriele, vogliono far emergere l’amrita, la bevanda dell’immortalità – troppo complicati i miti hindu, mia moglie è perplessa, a me piacevano di più i soldatini.

I tre templi più famosi della Cambogia: Angkor Wat

Dentro il tempio Angkor Wat tra il brulicare dei turisti e il grigiore dei pilastri quattro immobili macchie arancio, sono monaci buddisti.

Ci sono anche poliziotti annoiati e macachi attenti – io non vengo, ci sono le scimmie! Corridoi, gradini, cortili, stanze, un labirinto sovrastato dalle torri che si alzano al cielo, cupe, striate dall’acqua dei monsoni, meno male che ci sono davvero le devata, sopra ogni muro, lungo ogni corridoio, sulle pareti dei cortili, sorridenti, con le acconciature più strane e ingombranti, fiori e gioielli, quelle lungo i passaggi hanno i seni lucidi per tutte le mani che li hanno sfiorati e pazienza se i piedi sono grandi e di fattura quasi puerile. Per salire alla torre centrale c’è la fila, turisti da tutto il mondo – la scala è troppo ripida, ti aspetto qua con Gabrieleok, non posso certo fermarmi adesso, apsaras danzanti sui pilastri, folla che ostruisce i passaggi, flash, selfie, richiami, confusione, le devata sulle pareti esterne cercano con sguardo silenzioso punte di templi lontani sopra la pianura alberata. Nel cortile la fila si allunga, alcuni giapponesi?, coreani?, cinesi?, cambogiani no di sicuro, fanno foto a pagamento con un gruppo di ragazzine vestite da devata – senza offesa, sono meglio quelle sui muri.


Porta di Angkor Thom

Guarda questa è la porta che i nemici di Angelina – ancora lei? – dicevo per dire, insomma è la porta che nel film cercavano di aprire tirando con le corde, c’erano decine di persone, un po’ come in questa foto.

Questo è il viale d’ingresso alla porta sud di Angkor Thom, spiega Gabriele – cosa sono le statue in fila lungo il viale? – a sinistra gli dei, a destra gli antidei, gli asura, che tirano il cobra a sette teste… il resto chiedetelo a mia moglie, se lo ha sentito, perché io mi son perso a scattare foto a degli antidei, una giapponese gonna fucsia cappellino bianco, il cobra a sette teste, la grande faccia sorridente sulla torre gli alberi che sporgono sopra il muro i cespugli che spaccano le pietre, è proprio come nei libri d’avventura che leggevo tanti anni fa!

I tre templi più famosi della Cambogia: Bayon e Porta di Angkor Thom

I tre templi più famosi della Cambogia: Bayon

Ti ricordi il film, quando Ang…, quando la protagonista fa un rally in jeep tra gli alberi? Il tempio alle sue spalle, anche se non si vede bene, è il Bayon – no, non ricordo!

Quello che sembra un ammasso di rocce grigie è il Bayon, conferma Gabriele prima di scattare su richiesta un paio di foto a tre ragazze coreane, il codino alla greca piace e sì che ce n’è di gente. Ad accoglierci tre apsaras sorridenti su una colonna, belle nonostante l’età, restauri ancora in corso, porte sul vuoto, ponteggi di bambù, corridoi senza soffitto, più in là massi scolpiti accatastati alla rinfusa in attesa di essere rimontati, sembra un puzzle tridimensionale, ci vuole molto occhio e inventiva per ricomporlo, ma quanta roba c’era?
Sul muro esterno un fregio su due livelli, guerra e soldatini anche qui, ma molto diversi da quelli di Angkor Wat, figure più piccole e piatte, in compenso più visibili, meno intricate – quelli col cappellino che sembra un fiore rovesciato sono i Cham, abitavano l’attuale Vietnam, dopo mille anni la situazione non è cambiata – i guerrieri Khmer sono seminudi, scudi al braccio, lance appuntite, orecchie lunghe e faccia cattiva, bandiere al vento e gagliardetti triangolari che fanno tanto medioevo, lotta tra elefanti con le proboscidi incrociate, re su baldacchini con ombrellini parasole, uccellini e scimmie sugli alberi stilizzati, sulla striscia di sotto scene di vita domestica, c’è chi prepara il riso e chi scommette su un combattimento tra galli, da una parte stanno cuocendo un maiale dall’altra pungolano un bufalo – questa invece è la famosa battaglia del Tonlè Sap, il lago, tra Khmer e Cham, ci spiega Gabriele – lunghe barche cariche di guerrieri, pesci di tutte le specie, anguille, tartarughe, coccodrilli che azzannano i corpi di chi cade in acqua, ma ci sono ancora i coccodrilli?
E tutta la gente che stava con noi sul viale dov’è? Sulla terrazza a fotografare le facce di pietra, più di duecento ne hanno contate, ti circondano ossessive, gigantesche, ieratiche, sorriso enigmatico come quello della Gioconda, una per la verità sembra più il berlusca dei tempi migliori, la pietra grigia è butterata da strisce nere e licheni bianchi, l’unico colore è quello dei turisti, le bandierine rosse sono per il gruppo coreano, i cappellini arancio sono i giapponesi, le foto sono difficili da fare, molto meglio il bel disegno di una ragazza seduta tranquilla in un angolo.

I tre templi più famosi della Cambogia: Ta Prohm

I tre templi più famosi della Cambogia: Ta Prohm

Queste foto invece le abbiamo scattate al Ta Prohm…
Ta Prohm è il tempio di Angelina Jolie – non l’ho detto io, l’ha detto Gabriele! – lo chiamano così da quando qui hanno girato molte scene di Tomb Raider. È appena piovuto, luce umida sulle lastre del viale, alberi di sentinella sul muro di cinta, muschi verdi sulle pietre grigie e quattro giapponesi con ombrellini colorati, sembra di essere in un racconto fantasy, radici robuste sui cornicioni di pietra, nelle fessure dei muri sbilenchi, nei corridoi dai tetti sfondati, solo le torri resistono orgogliose. È stato lasciato così come trovato a parte qualche lavoro per metterlo in sicurezza, ci spiega Gabriele – possiamo girare per fare foto? Ok, ci vediamo qui tra un’ora.
Muri crollati, passerelle tra il caos di pietre, passaggi ostruiti, pozze d’acqua ovunque – dai andiamo di là – ma non ci sono passerelle, ci si bagna i piedi – sì, ma non ci sono nemmeno turisti – radici come serpenti escono dall’acqua giallastra, non c’è nessuno in giro, solo devata dal sorriso misterioso sugli stipiti delle porte, stanze buie, ombre in fondo a corridoi crollati, cortiletti soffocati dai rami, torri storte, muri ansiogeni, ok torniamo indietro. Di nuovo nel flusso dei fan di Tomb Raider, foto alla famosa faccia soffocata dalle radiciperché c’è tutta quella gente? È il fico strangolatore dove Angelina Jolie, me l’hai chiesto tu!, è sprofondata nel mondo sotterraneo – suggestivo ma inavvicinabile, c’è la ressa per foto e selfie, ci sarebbe un altro punto famoso del film con una radice enorme ma non si può vedere tutto, l’ora sta per scadere.
Guardate questa decorazione, ci dice Gabriele andando verso l’uscita. Sullo stipite di una porta c’è quello che indubbiamente è uno stegosauro, quello con le placche sulla schiena, ma è scomparso 150 milioni di anni fa!?
Finale perfetto per il tempio dei misteri.



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Luigi Lazzaroni

Luigi Lazzaroni
Non credo nell’astrologia ma mi ritrovo in alcune caratteristiche del mio segno, ovviamente quelle che mi fanno più comodo: l’Acquario ama sentirsi libero e sente il bisogno di spostarsi continuamente, adora viaggiare, è attratto da tutto ciò che è nuovo, ha idee continue che gli girano in testa, gli Acquario sono sognatori. Confermo al cento per cento. Per il resto studi classici, laurea scientifica giusto per cambiare, pittura nei periodi di meditazione, fotografia sempre, in montagna da solo o con gli amici, in giro per il mondo con una moglie che mi tiene nel mondo reale tranne che in Amazzonia dove non vuole proprio venire.


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