Gli scrittori della porta accanto

Scrittori, intervista a Daniela Mencarelli Hofmann: «Scrivo per dire basta alla violenza sulle donne»

Scrittori, intervista a Daniela Mencarelli Hofmann: «Scrivo per dire basta alla violenza sulle donne»

Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Daniela Mencarelli Hofmann, autrice di L'ombra di Perseo (Le Mezzelane): «Volevo sfatare il messaggio di certa stampa, quella che scrive di "mostri" e di "raptus", dimenticando che la violenza maschile contro le donne è un fenomeno trasversale».

Buongiorno Daniela Mencarelli Hofmann, benvenuta e grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale Gli Scrittori della Porta Accanto. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere L'Ombra Di Perseo?

Buongiorno Silvia Pattarini. Prima di tutto grazie mille per l'invito. La scintilla interiore? È stata una parola di cinque lettere: basta. Basta con la violenza quotidiana sulle donne. Il vero protagonista del mio romanzo è la violenza di genere in ogni sua forma, fisica, sessuale, psicologica, economica. Ho voluto affrontare l'argomento da diversi punti di vista, per questo la storia ha tre voci narranti, più una quarta che arriviamo a conoscere attraverso il suo diario e i ricordi degli altri. Due uomini e due donne, molto diversi fra loro.

Ci riveli qualche curiosità sulla trama?

Uno dei quattro personaggi principali, Marco, si sveglia in un letto d’ospedale in gravi condizioni e non sa come c’è finito. Sente un dottore e un poliziotto accordarsi sui tempi dell'interrogatorio, perché lui, il paziente, non è ancora fuori pericolo. Marco non ricorda nulla, ha come un buco nero nella testa: se chiude gli occhi, vede solo rosso. Sa di essere stato a Milano a cercare lavoro – aveva un'impresa, ma è fallita – e di aver ripreso il treno e ricominciato a bere, dopo l'umiliazione dell'ennesimo colloquio.
Non sa però che sua moglie Laura, gravemente ferita, è in coma e che la polizia sospetta di lui. Solo la figlia maggiore, Zoe, crede alla sua innocenza. Zoe lascia la famiglia e il lavoro a Berlino per venire a Roma dai genitori. Partecipa con ostinazione alle indagini della polizia e scopre progressivamente intorno a sua madre un mondo di uomini che odiano le donne. Ognuno con il suo movente.

L'Ombra di Perseo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?

Mi preme sottolineare un aspetto del libro: nonostante l’impalcatura narrativa, il mio non è un giallo, ma un romanzo che esplora la psicologia degli uomini violenti. Ho dovuto studiare a fondo il tema, anche le terapie impiegate nel recupero degli uomini maltrattanti. Ognuno dei personaggi femminili del libro racconta la sua ferita, ha subito una qualche violenza, fisica, sessuale, psicologica o economica.
Volevo sfatare il messaggio di certa stampa, quella che scrive di "mostri" e di "raptus", dimenticando che la violenza maschile contro le donne è un fenomeno trasversale, che interessa cioè tutti i ceti sociali, senza distinzione di livello d'istruzione o condizione economica. Non sono pochi gli uomini che, consciamente o meno, odiano le donne. “Era tanto una brava persona”, è’ questo il commento ricorrente quando accade la tragedia. Restano tutti allibiti. Perché? Perché non si tratta semplicemente di pazzi, di mostri. A perpetrare certi omicidi è l’uomo cosiddetto normale.
Il mio romanzo affronta un tema tristemente serio e attuale. Bisogna parlarne, se vogliamo che le cose cambino. E la parola scritta, soprattutto il racconto, ha la capacità di trasportarci dove non siamo mai stati. Ci aiuta a immaginare cose che non abbiamo mai visto e a comprendere ciò che non abbiamo vissuto in prima persona. A tradurre quindi le emozioni in sentimenti rielaborati. Insegna l'empatia. Capire è il primo passo per cambiare.
La scintilla interiore? È stata una parola di cinque lettere: basta. Basta con la violenza quotidiana sulle donne.
Daniela Mencarelli Hofmann

Daniela Mencarelli Hofmann preferisce scrivere con carta e penna o è meglio la tastiera?

All'inizio ho preso carta e penna e ho fatto un brainstorming, ho buttato giù tutto quello che mi veniva in mente spontaneamente. Lo stesso vale per le prime descrizioni delle caratteristiche dei personaggi principali: ho fatto delle schede a mano. Poi ho lavorato solo al computer, anche la struttura del libro con brevi riassunti di ogni capitolo è un file di Word.

Ti è mai capitato di doverti confrontare col famigerato “blocco dello scrittore”? Come l’hai superato?

No. Ho cominciato a scrivere questo libro nel 2010 e poi, per ragioni di ordine professionale, ho dovuto lasciarlo "in sospeso". In seguito, terminata la prima stesura – che era molto diversa dall'attuale – l'ho mandata al premio Calvino. Non ho vinto, ma il giudizio del comitato di lettura mi è stato utilissimo. Mi ha permesso di correggere e integrare la storia nel modo giusto. E poi è stato un riscontro importante, perché definiva la mia prosa di qualità eccellente. La frase esatta era "…la prosa è di qualità eccellente: personale, precisa, lucida". Il commento mi ha commosso, ma anche stimolato: in sei mesi ho finito il romanzo, le 120 pagine iniziali sono diventate 250. E l'ho mandato solo a cinque case editrici non a pagamento, di cui due si sono dette subito interessate.

Daniela Mencarelli Hofmann, ti ringrazio tantissimo per essere stata con noi e, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti faccio i complimenti per il tuo libro, augurandoti che sia un vero successo! In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!



L'ombra di Perseo

di Daniela Mencarelli Hofmann
Le Mezzelane
Narrativa
ISBN 978-8833282299
Cartaceo 11,90€
ebook 4,49€

Sinossi

Marco si sveglia in un letto d'ospedale in gravi condizioni e non sa come c'è finito. Sente un dottore e un poliziotto accordarsi sui tempi dell'interrogatorio, perché lui, il paziente, non è ancora fuori pericolo. Marco non ricorda nulla, ha come un buco nero nella testa: se chiude gli occhi, vede solo rosso. Sa di essere stato a Milano a cercare lavoro - aveva un'impresa, ma è fallita - e di aver ripreso il treno e ricominciato a bere, dopo l'umiliazione dell'ennesimo colloquio. Non sa però che sua moglie Laura, gravemente ferita, è in coma e che la polizia sospetta di lui. Solo la figlia maggiore, Zoe, crede alla sua innocenza. Zoe lascia la famiglia e il lavoro a Berlino per venire a Roma dai genitori. Partecipa con ostinazione alle indagini della polizia e scopre progressivamente intorno a sua madre un mondo di uomini che odiano le donne. Ognuno con il suo movente.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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