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Recensione: Fino alla fine, di Angelo Mellone

Recensione: Fino alla fine, di Angelo Mellone

Libri Recensione di Davide Dotto. Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe di Angelo Mellone (Mondadori). Tra l'amore per il territorio e l’odio per ciò che lo offende, si fronteggiano due sentimenti che discendono l’altro dall’uno (mai l'uno dall’altro).

Non vogliamo restare disoccupati e maledetti, onorevole. Qui a noi non ci pensa più nessuno. Siamo morti che prendono uno stipendio.
Angelo Melloni, Fino alla fine
Tra cronaca, storia e invenzione narrativa, Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe di Angelo Mellone è la storia di Taranto e del suo impianto siderurgico, di quello che si delinea essere «teatro, palestra e sottoscala di una guerra civile in scala meridionale», dove si incontrano le generazioni passate, presenti e future.
A misurarsi sono i sogni di un tempo e la realtà più cruda. Entrano in gioco l’informazione, la controinformazione, ciò che si confonde con l’una e l’altra, nonché lo «strano effetto di distorsione che moltiplica la fatica nel mostrare la verità delle cose».

Abbondano i punti di vista, tanti quante le parti in causa. 

L’impianto di Taranto interessa chi vi lavora da decenni, la politica, la finanza, chi è chiamato a fare i conti con ciò che viene dopo l’età dell’oro: epoca dell’orgoglio, dell'acciaio, del benessere irrinunciabile in una città del meridione,  cuore di un settore strategico di livello nazionale.
È finito tutto. Quell’epoca là è finita. Mo’ dicono che tanta gente muore per la malattia, che le donne giovani non riescono più a fare figli, che dentro il latte delle mammelle sta il veleno. Io non lo so se è vero, però qui non sta più lavoro e non sta più la felicità. L’oro se ne è andato, bella mia, e resta il dolore...
Angelo Melloni, Fino alla fine

I personaggi – e le storie – sono molti. 

Si intrecciano tra chi è votato al giornalismo, alla politica. E chi, avendo dedicato una vita nello stabilimento, non ha alcuna intenzione di buttare all’aria un'esistenza fatta di una normalità divenuta insostenibile. Amici di un tempo si dichiarano guerra, antichi avversari allacciano alleanze ritenute impossibili. Ciascuno, dalla rispettiva postazione, tenta di ricondurre l’altro dalla propria parte, quella giusta, quella di conservare o sfaldare ciò che ancora sta in piedi.
Oggi i conflitti non sono più fra destra e sinistra, siamo in un’altra epoca, tutto qua. Le ideologie sono scomparse, le contrapposizioni sono altre, élite contro popolo, centro contro periferia, vecchi e nuovi modelli produttivi, umani contro robot, Nord del mondo contro Sud del mondo eccetera… Angelo Melloni, Fino alla fine

Tra l'amore per il territorio e l’odio per ciò che lo offende, si fronteggiano due sentimenti che discendono l’altro dall’uno (mai l'uno dall’altro).

«Due serpenti incatenati che si mordono scambiandosi in eterno possesso e veleno», da sfruttare secondo l’occorrenza e l’intelligenza di chi ha il coltello dalla parte del manico.
Su tutto si staglia un mostro da 15 milioni di metri quadrati, una città dentro la città, con i suoi conti da saldare, maledizione del presente non dissimile da quella raccontata nella Venezia di Gianfranco Bettin.


Sono pagine che descrivono un campo di battaglia fatto di bilanci personali, trame sotterranee, dispute governative, cicliche e invincibili situazioni di stallo destinate a proporsi come tali per chiunque. Tra le mani molte risposte parziali e innumerevoli punti interrogativi. Qualsiasi compromesso è una quadratura del cerchio, prendere posizione significa cadere in trappola e bruciarsi politicamente. Unico rimedio: trincerarsi dietro chiacchiere di circostanza o, meglio, il silenzio aulico delle istituzioni, trovando riparo – dove e quando occorra – nel prontuario collaudato delle accuse reciproche.
Probabilmente un modo disperato di procrastinare il confronto con la verità difficile da metabolizzare, quella che racconta «il nostro eterno annientamento».


Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe

di Angelo Mellone
Mondadori
Narrativa
ISBN 978-8804712206
Cartaceo: 17,85€
Ebook 10,99€

Sinossi

Taranto, in un futuro prossimo.
Dindo, Claudio e Valeria, detta Gorgo, hanno ormai passato i cinquant'anni. Si ritrovano a Taranto per partecipare al funerale di un vecchio amico. La piazza è piena di gente, e l'atmosfera è pesantissima, incattivita, lacerata, come si sono lacerati nel tempo i rapporti tra gli amici, tanto uniti in gioventù dalle comuni passioni, umane e politiche, quanto lontani e divisi oggi, sia per le strade diverse che hanno preso le loro vite, sia perché la loro amicizia si è frantumata contro il Siderurgico di Taranto, lo stabilimento più grande d'Europa: per alcuni la fabbrica va salvata a tutti i costi, perché non solo produce lavoro e benessere, oltre che acciaio, ma anche perché è un monumento insostituibile di memorie e di orgoglio operaio; per altri, invece, il Siderurgico è ormai solo il "Mostro" da chiudere, abbattere, cancellare, bonificare, perché con i suoi fumi avvelena e uccide.
Fino alla fine è il racconto di sconfitte e tradimenti, di una generazione smarrita, incapace di invecchiare, e di un paese quasi al capolinea: mentre l'azione si svolge incessante, attraverso sapienti escursioni nel passato vediamo i quattro protagonisti crescere, cambiare, peggiorare forse, anche se l'usura della memoria, dei rapporti e della morale non li piegherà mai del tutto allo spirito del tempo. E assistiamo anche al cambiamento dell'Italia, ridotta a una comunità composta da una moltitudine di individui in retrospettiva, trasformata in nazione liquida, disillusa, spenta; un paese di partiti deboli e personalistici, dove l'ideologia ha lasciato il posto alla comunicazione, i partiti sono diventati proprietà privata di leader che hanno sostituito i militanti con i follower e la passione civile si è trasformata in una disperata forma di ultima resistenza all'omologazione.
Fino alla fine è un romanzo tanto travolgente e originale quanto profondo e toccante, nel quale le vicende umane dei protagonisti si innervano in quelle del paese. Fino al pirotecnico finale, in un futuro che, forse, è già presente.
Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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