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Coi bambini nel Bryce Canyon National Park in auto

Coi bambini nel Bryce Canyon National Park in auto

Mamme in viaggio Di Silvia Pattarini. Coi bambini nei parchi dello Utah: il meraviglioso Bryce Canyon, in auto a noleggio nel mitico Far West.

Abbiamo passato la notte in un hotel molto confortevole a Kanab, una graziosa cittadina dello Utah, denominata anche “la piccola Hollywood”, per l’elevato numero di pellicole cinematografiche che sono state girate nei dintorni. Sì, numerosi film ambientati nel mitico Far West, sono stati ripresi proprio in questa zona; lo dimostrano anche alcuni murales che raccontano le gesta di banditi e pionieri, nonché un paio di tepee (le tende degli indiani), lasciati in bella mostra per la gioia dei turisti di passaggio.
La strada davanti a noi è lunga e dritta e non si vede la fine. Ai lati della carreggiata s’alternano rocce e altipiani rossicci, attraversiamo foreste e centri abitati. Lungo la via anche la carcassa di qualche animale morto, a dimostrazione che la fauna selvatica in questa zona è ricca e variegata.
Finalmente dopo aver macinato chilometri e chilometri, a mattina inoltrata giungiamo al parco naturale del Bryce Canyon.

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Cosa vedere a Bryce Canyon National Park?

Giunti a Bryce Canyon City, superiamo il controllo dei Ranger, ai quali esibiamo la nostra tessera parchi, acquistata in precedenza presso lo Zion National Park, che ci consente l’ingresso ai principali parchi americani, ad esclusione dell’Antelope Canyon e della Monument Valley che, essendo situati nella riserva indiana Navajo, sono gestiti direttamente dai nativi americani.
LA TESSERA PARCHI
La tessera parchi costa 80 euro e permette di visitare tutti i parchi americani (tranne l'Antelope Canyon e la Monument Valley che sono collocati all'interno della riserva indiana). È rilasciata dai Ranger ad ogni auto che attraversa un parco e si intende per tutti i passeggeri dell'auto. Conviene l'acquisto se si è intenzionati a visitare almeno tre parchi; ha validità annuale. All'ingresso di ogni parco si trova la postazione dei Ranger presso i quali si può acquistare o esibire la tessera, oppure comprare il biglietto per singola entrata.
La strada all’interno del parco s’allunga per una ventina di chilometri tra foreste di conifere. Decidiamo di salire con l'auto fino al punto più distante, sostare e poi tornare indietro, fermandoci ai vari punti panoramici che sono ben diciotto. Il Rainbow point, la cima più alta, raggiunge i 9.115 piedi, equivalente a 2.778 metri. Ci godiamo lo spettacolo del grande anfiteatro, consapevoli che qui il paesaggio non è mai statico ma in continua evoluzione.

Spettacolari pinnacoli striati di rosso ocra e bianco, prendono vita dalla sabbia e creano guglie che si estendono sotto di noi a perdita d’occhio. Assomigliano a delle colonne giganti e sono chiamati Hoodoos.

La temperatura è gradevole nonostante il sole sia alto nel cielo. Abbiamo lasciato alle spalle la canicola della frenetica Las Vegas, si sta proprio bene, sembra una bella giornata di primavera nonostante sia il 19 agosto.
Si è fatta ora di pranzo, ma disponiamo solo di acqua e un paio di sacchetti di patatine, acquistate al supermercato di Kanab, per avere una piccola riserva di emergenza. Ma qui nessun negozio, non c’è traccia nemmeno di qualche ambulante che possa venderci acqua o cibo. Niente.

Bryce Canyon National Park

Tra le conifere spiccano panche e tavolini da picnic, a patto che i viveri li abbiate con voi. 

Altrimenti si salta il pasto. Non c’è trippa per gatti, né tanto meno per gli scoiattolini che accorrono ai nostri piedi, nella speranza di racimolare qualche briciola. Ci accontentiamo di sgranocchiare qualche patatina, giusto per rompere la fame, coscienti che un pasto vero e proprio potremo farlo solo quando torneremo giù, a Bryce Canyon City, dove è possibile trovare ogni ben di Dio, dagli hamburger, alle pizze, dalle steak house, agli hotel, ai negozi per turisti, c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Cominciamo la nostra discesa sostando in ogni punto panoramico: Inspiration Point, Sunset Point e Sunrise Point per godersi il Black Birch Canyon, l'Agua Canyon e il Natural Bridge.

Mi limiterò a descriverne solo qualcuno, anche se in realtà abbiamo sostato in tutti diciotto. Sicuramente degno di nota è Black Birch Canyon che arriva a quota 8.750 piedi. Interessante il gioco di colori, tra il verde delle conifere, il blu del cielo; il vento qui gioca la sua parte, disegnando striature particolari sulle rocce rossastre che emergono dal basso e spiccano verso il cielo. Il vento sgretola le rocce, creando una sabbia sottile che si deposita sul fondo originando morbidi sentieri.
Sicuramente merita una sosta l’Agua Canyon, alto 8.800 piedi. Da non perdere assolutamente il Natural Bridge alto 8.627 piedi, dove si distingue un bellissimo arco naturale, creatosi anch'esso grazie all’erosione del vento e delle intemperie.
Continuiamo a scendere, fermandoci nei vari punti, sempre molto suggestivi. Interessante anche la flora, che regala un po' di giallo a questa armonia di colori caldi.
A mio parere i punti più belli sono i primi tre, Inspiration Point, Sunset Point e Sunrise Point. È qui che ho incontrato la vera quintessenza della poesia, la poesia delle pietre.

Scogliere rosa, scogliere grigie, scogliere bianche, scogliere vermiglio, scogliere cioccolato. Come sarebbe bello poter arrivare qui la mattina presto, annusare l’aria fresca sulla pelle mentre la montagna s’accende con la luce rossastra dell’alba. Ascoltare la melodia delle pietre che si staccano, cadono, rotolano e si frantumano, mentre il sole arcuando il cielo getta un caleidoscopio di sfumature di ombre tremule sulla sabbia.

È possibile percorrere i sentieri a piedi, disponendo di parecchio tempo. Sono numerosissimi, facili da percorrere e decisamente suggestivi.

Purtroppo il nostro tempo è sempre tiranno e ci concediamo una breve discesa a piedi tra quelle spettacolari formazioni in pietra. Sarebbe bello incontrare indiani e cowboy, magari a cavallo. Non è da escludere un incontro col serpente a sonagli, il leone di montagna, l’antilope o il cane della prateria. Sopra di noi, nel cielo blu volano serene rondini viola e ghiandaie blu. Forse anche qualche falco. Avverto lo sgretolarsi delle pietre sotto di noi. È il vento che stacca gli strati più superficiali di rocce e li leviga creando geometrie che cambiano di giorno in giorno. Qui le pietre non riposano mai. È la magia di un luogo fantastico, che non ha eguali.
Adatto anche ai bambini, sia per il percorso agevole, sia per la presenza di molte aree picnic,  sia per le temperature non eccessivamente elevate. È possibile il campeggio, ma prestate attenzione agli animali selvatici, che qui dimorano nel loro habitat naturale. Non si esclude la presenza di orsi, anzi a loro di frequente si dedicano simpatiche statue, sparse in punti strategici e turistici. Durante la stagione invernale sono possibili copiose nevicate, le cosiddette snowstorm: in questi periodi la strada per la salita ai punti panoramici viene chiusa.

Bryce Canyon

Dove dormire

È possibile pernottare direttamente presso le strutture presenti a Bryce Canyon City, sicuramente comodi punti di partenza per le escursioni in giornata. Per chi invece è intenzionato a organizzare una vacanza più dinamica, alla scoperta anche di altri parchi americani, consiglio di pernottare strada facendo, e, a seconda dell'itinerario che si intende percorrere, stabilire tappe con sosta per la notte, poiché è possibile trovare soluzioni decisamente più economiche che a Bryce Canyon City, ma comunque molto confortevoli.
Il nostro viaggio prosegue, prossima tappa Page. Maciniamo altri 200 chilometri.



Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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