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Recensione: Autopsia di un'emozione, di Ilaria Caserini

Recensione: Autopsia di un'emozione, di Ilaria Caserini - copartina libro

Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Autopsia di un'emozione di Ilaria Caserini (PubMe - Policromia). Una duplice storia spalmata su tre momenti narrativi, per raccontare la depressione e la devastante realtà dei manicomi.

Non è mai semplice parlare di depressione. Ilaria Caserini, con Autopsia di un’emozione lo fa con espressioni felici e una duplice storia spalmata su tre momenti narrativi.

C’è Anna, a metà tra passato e presente, che oggi sta bene, ma che in un periodo non troppo lontano è stata messa a dura prova da quello che lei chiama il Mostro. 

Ora ripercorre, attraverso la lettura di un suo diario del passato, i momenti più neri, da quando a vent’anni provava quel malessere dentro di sé e non sapeva spiegarlo a chi le stava intorno e forse neanche a se stessa. Quel dolore, quel senso di inadeguatezza e insoddisfazione che si espandeva nella sua vita e che Anna non riusciva a controllare né a domare. La vita di Anna avrebbe potuto essere perfetta, o anche solo tranquilla, eppure per qualche ragione incomprensibile non lo era. Il suo ragazzo, Francesco, minimizzava il problema senza capirlo in alcun modo, fino poi a lasciare Anna per la paura di impazzire lui.
Ma se adesso Anna pare stare meglio, è comunque seguita dal suo terapeuta, Gianluca, che le fa prendere coscienza di quelli che sono i suoi problemi, in primis la dipendenza affettiva dalle altre persone, dagli uomini, senza l’apprezzamento dei quali Anna non sentiva di valere. Dopo la separazione da Francesco, la vita di Anna è costellata da relazioni sbagliate, malate, nate sull’onda di un entusiasmo effimero.
La vicenda di Anna si pone su un piano personale, è moderna, individuale, introspettiva, e comunque dà origine, con un pizzico di suspense, a nuovi sviluppi, a una storia del tutto nuova che si svelerà alla fine con l’amicizia di una donna misteriosa che le affida il suo rifugio colmo di libri.

Poi c’è l’altro filone narrativo: Egidio, lo zio di Anna, che nel 1957 venne ricoverato per depressione in quello che allora era un manicomio.

È istruttivo e agghiacciante calarsi nella realtà dell’epoca, interrotta solo dalla legge Basaglia nel 1978, anno in cui Egidio riesce a sfuggire a quello che era un vero e proprio lager.


Prima della legge Basaglia veniva ricoverato in manicomio, anche in modo coatto, chiunque fosse ritenuto «pericoloso per se stesso, per gli altri, o che desse scandalo». È risaputo che nei manicomi venivano rinchiusi tutti quelli che disturbavano, anche le donne ribelli, anche quelli che avevano un’individualità spiccata. E se non erano matti, lo diventavano. Ma è sempre interessante, ma anche straziante, seguire il percorso di uno che era depresso per davvero e che nel manicomio non ha trovato terapie, ma solo punizioni, contenzione, annientamento. Per ventiquattro lunghi anni.
Una persona che, come anche altre, è arrivata in quel luogo con l’anima a pezzi, ma presente a se stessa, ed è stata abbrutita da tranquillanti, sedata, spenta.
E che dire dell’omosessualità? Gli “invertiti”, così venivano chiamati, «persone in apparenza normali, garbate e gentili, che però nascondevano delle perversioni innaturali», potevano essere raddrizzati solo con l’elettroshock.

Insomma, i manicomi di mezzo secolo fa vengono descritti in tutta la loro crudezza.

Per ricordarci che fino a non molto tempo fa la psichiatria nemmeno esisteva e le devianze, di qualunque genere, (anche l’omosessualità che oggi non è più identificata come malattia), più che curate venivano represse, cancellate insieme alla persona che doveva farci i conti. E in quell’ambiente ostile, anaffettivo, nessun vero malato di mente poteva guarire. Nessun depresso poteva tornare alla vita.
Ilaria Caserini, con penna aggraziata, parla di depressione e ci riesce, toccando molteplici aspetti, psicologici e sociali. 
Autopsia di un'emozione, il suo romanzo di esordio, pubblicato nella collana Policromia di Emanuela Navone, che è sempre una garanzia, nel finale si apre alla speranza per entrambi i personaggi.
E le emozioni negative che sono state sezionate in ogni dettaglio, sviscerate, possono finalmente essere sepolte.

Autopsia di un'emozione

di Ilaria Caserini
PubMe - Collana Policromia
Narrativa
ISBN 978-8833662848
Ebook 2,99€
Cartaceo 12,75€

Sinossi

“La depressione è una condizione raccapricciante, un malessere che ti priva di ogni cosa. Ti sembra di non riuscire più a vivere, hai la mente e il cuore paralizzati dal tuo disagio e nei rari momenti in cui riesci a provare ancora qualcosa è solo perché ti senti morire”. La depressione è definita il “male del secolo” anche se, in realtà, è una piaga che non ha tempo, non ha età. Ha colpito Egidio, giovane uomo che negli anni cinquanta si è ritrovato rinchiuso in manicomio per “Incapacità di condurre una vita normale” e ha colpito Anna, brillante trentacinquenne che nel nuovo millennio è sprofondata in un abisso profondissimo rischiando di non risalire più. Due storie che corrono parallele, distanti nel tempo, ma vicine nel significato e nell’epilogo che infonde speranza e sprona a non arrendersi mai, nonostante il dolore, nonostante il buio che sembra non volersi dissolvere mai.
Elena Genero Santoro

Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, Lettere Animate.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Il tesoro dentro, PubMe Collana Gli Scrittori della Porta Accanto (terza edizione).
Immagina di aver sognato, PubGold.
Diventa realtà, PubGold.
Ovunque per te, PubMe.
Claire nella tempesta, Leucotea.


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