Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Pyongyang blues, di Carla Vitantonio

Libri Recensione di Alessandra Nitti. Pyongyang blues di Carla Vitantonio (ADD Editore). Quattro anni di vita in Nord Corea messi su carta, tra gente che va e che viene, sguardi evitati con i locali, nel freddo delle case di cemento arredate con mobili di plastica.

Libri Recensione di Alessandra Nitti. Pyongyang blues di Carla Vitantonio (ADD Editore). Quattro anni di vita in Nord Corea messi su carta, tra gente che va e che viene, sguardi evitati con i locali, nel freddo delle case di cemento arredate con mobili di plastica.

Un pomeriggio di qualche tempo fa mentre scorrevo con fare annoiato la Home di Facebook il buon vecchio Zucky, che con i suoi magici algoritmi sa sempre cosa ci piace, mi ha fatto comparire sullo schermo un articolo su un libro che ha subito catturato la mia attenzione. Per un’amante dell’Asia ma soprattutto di posti proibiti come me, quel Pyongyang Blues non poteva non far spostare il mio pollice sul link e ringraziare, per una volta, la schiavitù dai social.
Le seguenti riflessioni non fanno davvero parte delle mie chiacchiere sui libri in viaggio, è quasi più un libri in viaggi che bramo fare con tutta me stessa e grazie a Carla Vitantonio, autrice di questa sorta di diario, posso dire di aver sbirciato un pochino dietro il faccione di Kim Jong Un quando minaccia di farci saltare in aria da uno schermo TV.

Che la Nord Corea nessuno la conosca sul serio e che i media mandino in onda solo ciò che vogliono farci sapere è un dato di fatto.

Pertanto, non appena ho visto il palazzone grigio con le giostre colorate e una grossa stella rossa sulla copertina di Pyongyang Blues ho salvato il nome fino al mio rientro in Italia. Due giorni dopo essere atterrata sono corsa in libreria e l’ho ordinato, poi l’ho letto d’un fiato, un po’ per lo stile gioioso e colloquiale di Carla Vitantonio, che pare essere seduta al tavolo con noi, tra una birra e una boccata di fumo ci racconta dei periodici tagli dell’elettricità e dell’acqua, del puzzo di kimchi nelle strade d’autunno, poi sostituito dalle torte di carbone ai lati dei marciapiedi mentre i passanti scivolano sui lastroni di ghiaccio, infine rimpiazzati dai petali di albicocchi che colorano un paesaggio monumentale, enorme, sormontato dalla Torre del Juche che indica la retta via con la sua fiamma illuminata.

Quattro anni di vita messi su carta, quattro di anni di vita in Nord Corea, tra gente che va e che viene, tra sguardi evitati con i locali, nel freddo delle case di cemento arredate con mobili di plastica. 

Quattro anni di paure e finte condiscendenze, ma anche serate sudate da balli e amori che danno un senso a un’esistenza forzata.
Per pochi giorni sono stata nella Corea del Nord con Carla Vitantonio, e ho amato ogni singolo momento, ogni singola virgola, ho avuto paura per lei e sospirato di sollievo più volte. L’ho persino seguita con piacere a Pechino nei luoghi dove io stessa ho vissuto. All’epoca sarei potuta andare al Gate 09 dell’aeroporto della capitale cinese e prendere un aereo della Air Koryo e mettere il naso, solo per un attimo, in quel mondo barricato. Invece l’ho fatto solo su carta e credetemi, con le parole della Vitantonio sembra di esserci stati per davvero.

Non vi racconterò chi era Carla Vitantonio e perché era lì: questo dovete scoprirlo tramite le sue parole, se avrete il coraggio di seguire la stella rossa dell’Estremo Oriente.

Nel 2011, quando partii per Rimini Sud, non avevo nemmeno disdetto l’appartamento, convinta che sarei tornata al mio sempre (il baretto sotto casa, la signora della verdura, il fidanzato di allora in maglietta bianca che mi salutava con la mano, le manifestazioni in piazza, gli amici, i nove metri quadri e in fin dei conti boh). E cazzo siamo già al 2014. Dico, era l’unico modo per vincere contro questa precarietà? Era l’unico modo per evitare che, come il freddo umido di Padova d’inverno, si infilasse nelle ossa una sensazione sottile e intangibile che rimaneva anche quando poi faceva caldo? Mi pare che no, che non fosse l’unico modo. Del resto, mica sono partiti tutti. No, molti sono rimasti. I coraggiosi. Mica come noi, che a un certo punto come i topi prima del naufragio. Luca che dici?
Carla Vitantonio, Pyongyang blues

Pyongyang blues

di Carla Vitantonio
ADD Editore
Non fiction
ISBN 978-8867832392
Cartaceo 15,30€
Ebook 7,99€

Sinossi 

Cosa succede quando si risponde al precariato del sistema capitalista trovando lavoro in una delle ultime realtà comuniste rimaste? In gioco ci sono la propria visione del mondo, le relazioni amorose e amicali, la ricerca di stabilità e dignità. Poco più che trentenne e attrezzata con un master in diplomazia, Carla Vitantonio è atterrata per la prima volta all'aeroporto di Pyongyang con un lavoro come insegnante di italiano. Non sapeva che la sua esperienza da expat nella dittatura nordcoreana sarebbe durata quattro anni e che proprio lì, diventando capo missione di una ONG, avrebbe conosciuto a fondo il mondo della cooperazione internazionale. Attraverso esplorazioni esistenziali e relazionali, in un quotidiano ordinario e straordinario, la sua lettura della Corea del Nord offre uno sguardo inedito e fresco, che arricchisce di sfumature e sottigliezze la consueta rappresentazione del regime monolitico per eccellenza. Come in un Monopoli governato da regole aleatorie, imprevisti e probabilità, "Pyongyang blues" segue il ritmo e la ciclicità senza scampo delle stagioni, naturali e diplomatiche, raccontando un contesto in cui la vita stessa è un atto politico.

Credits: foto originale di Abel Pino Cruz


Alessandra Nitti
Sinologa, viaggiatrice, appassionata lettrice, yogini e scrittrice. Trascorro le giornate nel mio mondo di poesia inventando trame di racconti, progettando viaggi intorno al mondo o in posizioni yoga a testa in giù. Laureata in lingue e letteratura straniere solo per il gusto di conoscere lingue difficili. Nonostante la struggente nostalgia per la mia laguna veneziana, vivo a Canton, nel sud-est della Cina, dopo aver vagato per il Sud-est asiatico, per insegnare italiano a giovani cinesi. Tra una lezione e l’altra gestisco “Durga – Servizi editoriali”, ma soprattutto porto avanti i miei progetti letterari.
L’amuleto di giada, Arpeggio Libero Editore.
Faust – Cenere alla cenere, Arpeggio Libero Editore.
Esilio, Arpeggio Libero Editore.


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1 commenti

  1. Grazie della recensione ragazzi !
    Splendido libro, l'ho appena iniziato ma non vedo l'ora di finirlo.
    Buona lettura a tutti

    Ciao

    Fabrizio Caciuffo

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