
Arte Di Lara Zavatteri. L'invenzione del colpevole: al Museo Diocesano Tridentino fino ad aprile, una mostra racconta la propaganda antisemita prima della Shoah nel culto di Simonino da Trento.
L'antisemitismo non è nato con la Shoah, nel Novecento. Semmai quello è stato il culmine dell'odio verso gli ebrei, che però nella Storia c'è sempre stato. Si pensi ai cattolicissimi Isabella d'Aragona e Ferdinando di Castiglia, i “re cattolici” che costrinsero gli ebrei spagnoli a convertirsi oppure a lasciare la Spagna. Parliamo del Quattrocento, ma episodi come questi se ne possono trovare moltissimi guardando indietro.Basti pensare che gli ebrei fuggiti dall'Egitto, come racconta la Bibbia, in quell'Egitto erano schiavi e per questo cercarono una nuova terra.
L'antisemitismo c'era anche in una città come Trento, famosa per il caso del “Simonino”, raccontato in una mostra aperta al pubblico al Museo Diocesano Tridentino (Palazzo Pretorio) fino al prossimo 13 aprile.
La mostra, dal titolo L'invenzione del colpevole. Il “caso” di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia a cura di Domenica Primerano (autrice di un libro con lo stesso titolo) in collaborazione con altre persone e realtà del territorio, racconta attraverso opere come disegni, immagini, incunaboli, sculture, xilografie la storia di Simone, un bambino che diventò un martire e della cui morte venne accusata, ingiustamente, la comunità ebraica (video RAI L'invenzione del colpevole. La storia di Simonino da Trento).Siamo nella Trento del XV secolo, precisamente il 23 marzo 1475, un Giovedì Santo. Scompare un bambino di due anni, Simone (detto Simonino) che verrà ritrovato a Pasqua in una roggia nei pressi dell'abitazione di Samuele, uno degli esponenti di maggior spicco della comunità ebraica locale.
Il bambino, senza vita, diviene subito un martire cristiano e gli accusati, tutti ebrei, mandati a morte. Si diffonde la credenza che gli ebrei, per Pasqua, siano usi a compiere riti sacrileghi specialmente sui corpi dei bambini, anche questa una falsità che contribuì non poco al culto del Simonino, sempre raffigurato mentre patisce pene indicibili.
Il culto del Simonino non si ferma per secoli, tanto da essere abrogato dalla Chiesa solamente nel 1965, riconoscendo l'infondatezza di tutte le accuse mosse verso gli ebrei.
Ma com'è stato possibile tutto questo?Per capire la Trento di allora e la storia del Simonino, il suo falso culto arrivato fino al Ventesimo secolo, la mostra si completa anche con video che lo rappresentano nelle chiese locali (ma anche nell'Italia centro-settentrionale) oltre ad una sala multimediale (a cura di Aurora Meccanica) che con suoni, testi e immagini tratti dai documenti illustra come appunto sia stato possibile inventarlo e portarlo avanti.
Grande spazio è riservato poi ai protagonisti, a coloro che resero possibile far giungere alla verità fino all'abrogazione del culto.
Per visitare la mostra: il Museo Diocesano si trova in piazza Duomo a Trento, la mostra è aperta con orario 10-13 e 14-18, chiusa il martedì e il giorno di Pasqua. L'ingresso costa 7 euro, ridotto a 5 euro ed è gratuito ogni prima domenica del mese.
Per maggiori informazioni: www.museodiocesanotridentino.it.
Aggiornamento del 29/10/2024
Per far conoscere la storia del Simonino è stata aperta al pubblico L’Aula del Simonino, un bene acquisito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) all’interno del Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro di Trento.
L’aula, lasciata in eredità al FAI nel 2018 da Marina Larcher Fogazzaro, è nota anche come Cappella del Simonino, situata in via del Simonino a Trento. Si trova nel luogo dove viveva il piccolo Simone Lomferdorm ed esternamente vede anche una sua statua e un affresco. Oggi grazie al FAI l’Aula è restaurata e all’interno chi la visita può ascoltare tutta la storia in cuffia, per capire come l’antisemitismo non sia nato nel Novecento, ma molto prima e come facilmente si sia diffuso in una città piccola com’era la Trento di allora. All’interno, la storia si racconta anche con l’affresco sulla volta.Oltre a questa visita, liberamente si possono scoprire altri luoghi del Simonino a Trento.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove venne portato il corpo di Simone, Vicolo dell’Adige, dove si trovava sia l’antica sinagoga sia la casa dell’ebreo che venne indicato ingiustamente come suo carnefice. Qui, solo nel 1992, il Comune ha voluto una targa che ricorda il torto inflitto agli ebrei. In via Manci si trovano anche, apposte sull’esterno di un’abitazione, due medaglioni in pietra con il martirio e la gloria di Simonino, vicino alla vecchia sinagoga.Insomma il culto di Simonino non esiste più, ma molti segni di questa triste storia di antisemitismo restano in città. Per visitare l’Aula del Simonino fino al 22 dicembre, dal venerdì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18:00 (ultimo ingresso alle 17:00), con turni ogni 45 minuti. Per gli iscritti FAI l’ingresso è gratuito, il biglietto intero costa invece 5 euro con la possibilità di riduzioni. Per info basta visitare il sito del FAI per trovare tutti i dettagli per la visita.
Lara Zavatteri |
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