Gli scrittori della porta accanto

Scrittori: intervista a Claudio Loreto

Scrittori: intervista a Claudio Loreto

Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Claudio Loreto, autore di Liquirizia (Leucotea): «Scrivo per comunicare e condividere le mie emozioni».

Diamo il benvenuto a Claudio Loreto nel web magazine culturale Gli scrittori della porta accanto – Non solo libri. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere Liquirizia?

Desideravo raffigurare la possibilità di un amore fra nemici; immaginare il fiorire di un sentimento capace di spazzare via pregiudizi e odio, spesso non propri, eppure attecchiti in molti di noi per causa o calcolo altrui e poi esasperati da circostanze estreme qual è stata, ad esempio, la terrificante battaglia di Stalingrado, teatro del romanzo Liquirizia. Sollecitare insomma, attraverso una finzione, a superare le diversità e a vedere nell’altro solo e soltanto la sua anima, il suo cuore.
A questo fine, nel racconto, i due protagonisti – il sottotenente italiano Giuliano Lanteri e la tiratrice scelta russa Tanja Malova – verranno casualmente in contatto tra loro; uno scontro-incontro e poi la forzata coabitazione, brevissima ma al medesimo tempo... infinita: i due giovani si guarderanno, si scopriranno e, mentre intorno l’orrore continua a imperversare, si innamoreranno l’uno dell’altra.
Dopo avere fantasticato questo evento-cardine, nella mia mente – come già avvenuto in occasione dei precedenti lavori – l’intera trama si è poi dipanata da sé in un lampo: niente di schematizzato a tavolino, dunque. Ho buttato giù il racconto di getto, come mi dettava la fantasia del momento, tenendo comunque sempre ben fermi i reali accadimenti della guerra sul fronte orientale che fanno di Liquirizia un romanzo storico.

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?

Gli occhi sulla scia, una raccolta di racconti di genere vario. Sono poi arrivati i romanzi  L’ultima croda (avente come contesto gli “anni di piombo” e l’alpinismo d’alta montagna) e  I segreti di Sharin Kot, la tormentata storia di un capitano degli Alpini impegnato nel 2010 con i suoi uomini a combattere i talebani in Afghanistan.

Liquirizia, perché questo titolo?

È il nome dell’orsacchiotto di pezza che fin da bambina aiuta Tanja a vincere di notte la paura del buio; la soldatessa lo porta con sé dentro lo zaino nel corso della guerra. Esso avrà infine un ruolo importante nell’esito finale della vicenda narrata.

Claudio Loreto, ci riveli qualche indiscrezione sulla trama?

Gli avvenimenti della grandiosa battaglia, dopo averli fatti incontrare, ineluttabilmente separeranno i due protagonisti. A propria insaputa, tuttavia, entrambi sono incredibilmente collegati ad uno stesso fatto, accaduto agli inizi della Rivoluzione d’Ottobre, il quale determinerà il loro destino futuro.
Liquirizia di Claudio Loreto

Liquirizia

di Claudio Loreto
Leucoteca
Narrativa
ISBN 978-8894917376
cartaceo 12,66€

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?

Entrambe le cose.
Come detto prima, c’è il desiderio di infondere la speranza che anche nei momenti più cupi la parte migliore dell'Uomo può riemergere e affermarsi; di ricordare che, come scrisse il grande alpinista Renato Casarotto, “… alla base di tutto, di ogni azione che l’uomo compie, deve esserci sempre l’Amore”.
Esiste poi naturalmente anche l’innegabile ambizione dello scrittore di fare appassionare i lettori ai suoi personaggi e alle vicende da lui costruite intorno a essi. In più io penso che gli autori, seppure inconsapevolmente, trasferiscano sempre qualcosina di se stessi nelle figure che creano e che pertanto desiderino, narcisisticamente, “piacere” al pubblico in senso ampio.

Claudio Loreto preferisce scrivere con carta e penna o meglio la tastiera?

Assolutamente all’antica maniera: ne viene fuori un girigogolo di parole, successivamente martoriato da cancellazioni irritate e rasserenanti correzioni; talvolta, a causa della scrittura frenetica, mi accade di non riuscire poi a decifrare quanto già scritto e di dovere così rielaborare il brano. Solo alla fine di ciò trascrivo quanto è “sopravvissuto” sul computer.

Ti è mai capitato di doverti confrontare col famigerato “blocco dello scrittore”? 

È un genere di empasse che finora non mi ha toccato. Semplicemente perché io, non scrivendo per professione ma per puro diletto, attacco con un nuovo racconto soltanto quando mi si accende la “lampadina”: non importa se tra un lavoro e l’altro non c’è continuità e trascorre del tempo. Inoltre, quando butto giù una trama, procedo spedito fino alla sua conclusione.

Ringraziamo tantissimo Claudio Loreto per essere stato ospite degli Scrittori della porta accanto e, anche a nome dei nostri lettori, gli auguriamo in bocca al lupo per i suoi progetti futuri.



Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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