Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Il sergente nella neve, di Mario Rigoni Stern

Recensione: Il sergente nella neve, di Mario Rigoni Stern

Libri Recensione di Davide Dotto. Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern (Einaudi). 1943, le memorie della ritirata dalla Russia di chi strappava istanti a una disperata quotidianità.

Non finiva mai quella notte. Dovevamo arrivare in un paese delle retrovie dove c’erano magazzini e comandi. Ma noi non sapevamo nessun nome di paese delle retrovie. I telefonisti, gli scritturali e gli altri imboscati sapevano tutti i nomi. Noi non sapevamo nemmeno il nome del paese dove era il nostro caposaldo: ed è per questo che qui trovate soltanto nomi di alpini e di cose.
Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve

Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern racconta le memorie della ritirata di Russia. Siamo nel 1943, le condizioni in cui si trova chi partecipa alla campagna sono a dir poco estreme.

Si soffrono la fame, il freddo, manca il sonno ristoratore, si perde la cognizione del tempo. Si sa che è Natale perché lo ricordano il capitano, o le cartoline ricevute.
Tourn, infatti, raccoglieva tutte le cicche, ne levava il tabacco e con le lettere che riceveva da casa «per via aerea» faceva cartine. Così fumava sempre e faceva in modo che da casa gli scrivessero sempre «per via aerea» per aver carta sottile.
Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve
Ci si prepara da soli la farina per la polenta, o si macina il caffè quando c’è. Nei momenti di nostalgia, nelle parlate e nei ricordi affiorano pezzi d’Italia, i paesaggi delle proprie contrade.
Si respirano unità e comunità, non ci si può permettere divisioni o alterchi. Ci si ritagliano momenti di vita in cui si mangia, si beve vino in cui si vorrebbero dimenticare i russi – che non si vedono – e la guerra sul fronte del Don.

Si strappano istanti a una disperata quotidianità, intervallata dalle pallottole, gli scoppi dei mortai, quando ci si ritrova con qualcuno di meno.

Sembra a ciascuno di perdere, in terre così isolate e piene di neve, la propria identità.
Allora si recupera parlando il dialetto e aggrappandosi a un pezzo di patria.
Pronto? Qui Valstagna, parla Beppo. Come va paese?
Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve
Poi prendono il sopravvento  la realtà dell'assedio, l’ordine di ripiegare e aprirsi un varco. Le condizioni diventano ancora più proibitive, al limite: «Questo mio fisico è davvero meraviglioso: muscoli, nervi, ossa; non credevo prima d’ora che potesse sopportare tanto».
Non si sa se, come e quando dormire, ci si deve mettere in piedi dopo essersi appena coricati.

Vi sono gesti dettati dalla necessità e dalla logica della guerra, in altri vi è l’eco di un’umanità.

Di quella «naturalezza che una volta dev’esserci stata tra gli uomini» da cui «nessun timore, nessun desiderio di difendermi o di offendere».
Eppure l’umanità viene continuamente offesa dall'improvvisa e indeclinabile solitudine che si prova nel perdere i compagni, nel non capire da che parte si sta andando: «Ero solo, non cercavo nessuno, non volevo niente».
Una tensione che culmina il 26/01/1943, il momento, il giorno più drammatico di una storia che spazia da poco prima ad appena dopo questa data, quella della battaglia di Nikolajewka.


Il sergente nella neve

di Mario Rigoni Stern
Einaudi
Memoir | Non-fiction | Narrativa autobiografica
ISBN 978-8806219666
Cartaceo 10,45€
Ebook 6,99€

Sinossi 

"Oggi questo celebre resoconto di un semplice sottoufficiale alpino che si trova a combattere nel settore centrale del fronte russo, proprio quando l'esercito dell'Unione Sovietica sferra il suo potente attacco demolitore, acquista rilievo speciale. Man mano che i fatti narrati si allontanano nel tempo, il diario del sergente diventa più intenso e assume i caratteri dell'esperienza perenne. La testimonianza scritta, rispetto agli eventi storico-geografici da cui è scaturita, intrattiene lo stesso rapporto che potremmo supporre fra la moneta e il suo conio." (Dalla postfazione di Eraldo Affinati)

Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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