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Recensione: A proposito di niente, di Woody Allen

Recensione: A proposito di niente, di Woody Allen

Libri Recensione di Davide Dotto. A proposito di niente di Woody Allen (La Nave di Teseo): «Gente, state leggendo l'autobiografia di un misantropo ignorante e patito di gangster».

Gente, state leggendo l'autobiografia di un misantropo ignorante e patito di gangster.
[...]
Tutti i miei film ci guadagnerebbero a essere rigirati.
Woody Allen, A proposito di niente
Perché leggere A proposito di niente di Woody Allen?
Le motivazioni sono le più varie. In primis è un documento prezioso per chi già conosce il celebre cineasta e voglia definire il ritratto dell'uomo accanto a quello dell'artista.
Unica accortezza: maneggiare con cura. Non c'è infatti biografia o autobiografia la quale, scavando nel profondo, o pescando nel torbido, non tiri fuori gli aspetti più controversi, gli scheletri nell'armadio; in caso contrario, insegna l'esperienza comune, avremmo una agiografia, per definizione inattendibile.

Ciascuno ha un'idea precisa su Woody Allen, rinsaldata dall'immagine che egli stesso ha dato di sé, dai personaggi che ha interpretato, e portato sugli schermi in cinquant'anni di attività. 

C'è l'apparente discontinuità unita a una certa dose di pigrizia, il genio e la sregolatezza di chi ha un elevato QI e la stanza piena di fumetti. I libri arrivano verso i sedici, diciassette anni, insieme ai manuali di illusionismo, solo per far bella figura con le ragazze.
«Stendhal e Dostoevskij avrebbero sostituito il gatto Felix e Little Lulu»
Woody Allen, A proposito di niente
Si consolida in gioventù il ritratto più consueto, quello di «un nevrotico pieno di fobie e dalla vita emotiva disastrata, sempre sul punto di perdere l'autocontrollo, un misantropo solitario e claustrofobico, un impeccabilmente pessimista».
Il momento cruciale è l'accorgersi della finitudine di un universo che si dilata, quando Shakespeare, Beethoven e la Gioconda avrebbero cessato di avere un senso.



Sono pagine vivaci nelle quali si respira l'eco di un'infanzia serena anche se difficile, visti i tempi (gli anni Trenta e Quaranta).

Emerge con prepotenza il contributo che danno – nel corso della vita e della carriera – incontri cruciali (Diane Keaton, Mia Farrow, Soon Yi tra tutti).
«Sembrava che fossi circondato da persone meravigliose ma instabili come l'uranio.»
Woody Allen, A proposito di niente
Non cerca lo scontro ma il confronto, evita se può le contese legali per conservare – dove possibile – legami e amicizie decennali. Non è un rapace, ma non si può negare sia piuttosto combattivo. Sceglie lui le battaglie in cui cimentarsi senza darsi tregua.
L'indole si proietta nei rapporti con chi lavora davanti la cinepresa: «Rassicuro sempre gli attori che non devono dire nulla che non sentono loro. Possono recitare i miei dialoghi con le loro parole, non devono indossare vestiti o adottare pettinature che li mettano a disagio.»

Woody Allen parla delle sue opere (accenna a Rifkin's Festival, ultima fatica in ordine cronologico, considera la Ruota delle Meraviglie  a tutt'oggi il suo miglior film) senza raccontarne i dettagli tecnici. 

Per questi, volendo, c'è il recente contributo di Eric Lax.
L'autobiografia pubblicata da La Nave di Teseo non manca, tuttavia, di approfondire il punto di vista personale su pellicole che non avrebbe girato, o avrebbe diretto altrimenti.
È assodato che Ciao Pussycat (1965), per esempio, non faccia testo a riguardo. Allen ha scritto la scenografia, ma da parte di molti vi sono stati troppi rimaneggiamenti. Si può ben comprendere come, d'ora in avanti, Woody Allen abbia preteso e ottenuto il totale controllo delle sue opere, scoprendo allo stesso tempo la differenza che possono fare il talento, la fortuna, qualche volta il caso, la presenza dell'attore giusto al momento giusto, come una colonna sonora possa salvare o guastare il montaggio.


Paradossalmente aveva da ridire su Manhattan, tanto da promettere un film gratis se i produttori avessero rinunciato a distribuirlo.

Interrompe il filo del racconto una densa sezione dedicata allo scandalo che ha tenuto banco nelle cronache americane quasi trent'anni fa. 

Si tratta di accuse scandagliate nelle sedi più opportune, in quelli che nel nostro ordinamento sono gli incidenti probatori.
Rivelatesi non credibili, non circostanziate, insussistenti, si sono concluse con un nulla di fatto. Sul punto, la versione di Woody Allen non aggiunge granché alla verità ufficiale, né alla sua opera. Rimane forse una lezione amara: «basta essere infangati una volta per restarlo per sempre».
Non c'è dubbio che le accuse a lui rivolte assumerebbero il loro rilievo se fossero risultate fondate, contribuendo – loro malgrado – a completare il quadro e a renderlo più complesso da leggere. 
Non sembrano giustificati, quindi, la damnatio memoriae, i passi indietro dell'editore Hachette. Sennonché la cosa appare più complicata valutando contesto di riferimento, voci di dissenso, la sollevazione dei dipendenti della medesima casa editrice. Di qualunque genere si tratti, un prodotto commerciale è un investimento: sono comprensibili le resistenze di un produttore o di un editore timorosi del boicottaggio di spettatori e lettori.
In Europa si respira un'altra aria e, considerati i dati delle vendite, il pericolo appare decisamente scongiurato.
Non contribuiscono a sbrogliare la matassa le invettive di alcuni attori, pentiti di aver lavorato con lui, compreso il giovane Timothée Chalamet che abbiamo apprezzato in Un giorno di pioggia a New York. Altri, invero, contestano le accuse, difendendolo a spada tratta, compresa l'amica di sempre, Diane Keaton.


Tornando al libro, è evidente un innato talento narrativo. 

Nulla di diverso dalla voce che accompagna le disavventure di Virgil Starkwell in Prendi i soldi e scappa (1969), o dalla breve lezione sul modo di scrivere un incipit in Manhattan.
A chi consiglio di leggere la nuova autobiografia di Woody Allen "A proposito di niente"? Non solo ai cinefili, ma a tutti quelli che amano la grande letteratura. Perché Woody Allen è un vero scrittore.
Elisabetta Sgarbi

Altrettanto innata l'abilità di muoversi sul set quando nulla sapeva di «macchine da presa, obiettivi, luci e regia».

A essere pignoli, si deve riconoscere che la settima arte fa da catalizzatore delle passioni e innumerevoli inclinazioni coltivate negli anni da Woody Allen.
In conclusione: questo impeccabile pessimista quando vuole e quando può sa essere felice. Forse è questo l'autentico suo talento, anche quando le cose remano contro, e si vede costretto a cambiare timbro, voce, a prendere posizione e difendersi. E non solo, purtroppo, per l'universo che si dilata, o «un terribile ragnone nero dentro il bagno alle tre del mattino».




A proposito di niente

di Woody Allen
La nave di Teseo
Autobiografia
ISBN 978-8834603345
Ebook 15,99€
Cartaceo

Sinossi 

A proposito di niente è la storia completa della vita, personale e professionale, di Woody Allen, attraverso il suo impegno nel cinema, a teatro, in televisione, nei nightclub e nella stampa. Allen racconta anche del suo rapporto con la famiglia, gli amici, e gli amori della sua vita. “Sono felice e onorata che Woody Allen abbia scelto La nave di Teseo per pubblicare la sua autobiografia, che attendevamo da molti anni; e che abbia scelto di continuare a lavorare con i suoi editori di sempre, primo fra tutti Umberto Eco, per noi una presenza viva, che per primo lo portò, come scrittore, in Italia.” Elisabetta Sgarbi, Publisher La nave di Teseo.
Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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