Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Fabrizio Ciccarelli, in tutte le librerie online col suo nuovo romanzo Le lezioni di Donnarumma (LFA Publisher): «Un libro è quel compagno saggio da portare sempre con te».
Diamo il benvenuto a Fabrizio Ciccarelli nel web magazine culturale Gli scrittori della porta accanto – Non solo libri. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual’è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere Le lezioni di Donnarumma?
Dopo aver esordito con un saggio ho considerato la giusta maturità per scrivere un romanzo. La storia mi è venuta con il tempo. Non è raro trovarsi nella situazione del povero Gaetano – l’allievo del professor Donnarumma N.d.A. – che dopo essersi ritrovato senza lavoro a quarant’anni ha dovuto mettersi in gioco senza grossi risultati e con la responsabilità di una famiglia.Il professore è l’idea che ho di una persona buona, affettuosa che ha tanto da insegnaci, soprattutto un uomo affabile come Donnarumma. Il nome e cognome del professore invece è stato ispirato da un Francesco Donnarumma davvero esistito. In realtà era conosciuto come Franco ed era un dj di Castellammare di Stabia che viveva a Livorno e andava ad Ancona dalla moglie e dal figlio ogni volta che poteva. È deceduto il 18 aprile 2017 per un malore. Il personaggio del libro è legato a Franco Donnarumma per una solida caratteristica comune: la passione e l’amore per la propria terra. Franco Donnarumma amava la musica e la sua città: Castellammare.
Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?
Nel 2016 è stato pubblicato il mio libro d’esordio intitolato Torno da turista. Avevo come unico obiettivo quello di rendere disponibile a tutti la conoscenza di fatti accaduti e che ancora accadono nel meridione d’Italia. Mi riferisco soprattutto agli effetti che subiscono le persone dalle mafie e cosa le genera, partendo dalla loro nascita fino ad arrivare all’emigrazione: quest’emorragia ancora attiva che ha portato il nostro paese a perdere più di un milione di giovani validi.Posso dire di essere stato fortunato perché in molti si sono interessati al libro, mi chiedevano di presentarlo ovunque, anche nelle scuole, e poi è arrivato il premio letterario: Books for Peace 2017.
Torno da turista, perché questo titolo?
Ho parlato dei mali che attanagliano il meridione e non ho voluto tralasciare la caratteristica propedeutica del libro. Nel sud Italia ci sono le fondamenta della bellezza della nazione e Napoli, permettetemelo di dire, è la capitale. Chiunque visita città caratteristiche come Napoli subito se ne innamora, generando un desiderio di appartenenza autoctono. Volete che chi lascia un patrimonio naturale e artistico del genere ci torni da ospite? Quella rimarrà sempre casa sua e quindi torno da turista mi è sembrata la giusta distanza per poter ammirare la propria città d’origine.Fabrizio Ciccarelli, ci riveli qualche indiscrezione sulla trama del tuo ultimo libro?
Le lezioni di Donnarumma hanno uno sfondo informatico che diventano le fondamenta su cui si basa tutta la storia. Durante le lezioni viene fuori di tutto, il saper vivere, l’affrontare problematiche che talvolta sembrano insormontabili fino ad arrivare al bizzarro, alla comicità. Non mancano momenti di tensione, soprattutto quando Gaetano, l’allievo più grande del professore, improvvisamente sparisce e sarà proprio Donnarumma che lo salverà da un grosso pericolo.Le lezioni di Donnarummadi Fabrizio CiccarelliLFA Publisher Narrativa ISBN 978-8833431857 cartaceo 16,00€ |
Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare o si propone esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?
Non riesco a scrivere ciò che non resta anche se poi è stata una bella storia. L’impresa sta nel saper interessare il lettore raccontandogli qualcosa che sia concimata da mera natura di conoscenza. Se alla fine di un mio libro il lettore ha imparato qualcosa che non sapeva e allo stesso tempo non riusciva a mollare il libro, allora credo di aver fatto un buon lavoro. In fondo scrivere è un mestiere, non dimentichiamolo.Fabrizio Ciccarelli preferisce scrivere con carta e penna o meglio la tastiera?
Vi confesso una cosa: ho una discreta collezione di penne stilografiche, alcune anche personalizzate. Ogni mano ha la sua penna e ogni penna ha la sua mano. Questo l’ho imparato da un convegno con illustri ortopedici sull’uso dell’arto per scrivere bene. In merito alla carta potrei aggiungere che se fossi una di quelle grandi marche di profumi inventerei l’odore della biblioteca, ma forse quello non si può inventare ma viverlo. Insomma, per questa domanda traete voi le conclusioni.Ti è mai capitato di doverti confrontare col famigerato “blocco dello scrittore”? Come l’hai superato?
Da questa condizione mi salva la solitudine. Purtroppo sempre meno mi trovo a condividere idee e argomenti su tematiche di mio interesse e questo è una fortuna perché altrimenti mi ritroverei senza nulla da dire. Così cerco di contenere tutto in memoria, lo scrivo e poi lo lascio maturare. Non sempre sono convinto di quello che scrivo e spesso non mi piace. Ricordo le parole che disse un grande maestro della canzone napoletana: “chiunque può fare ciò che vuole purché lo faccia nel salotto di casa propria”. Nel mio caso ritengo indispensabile che un testo divenga opera prima di renderlo pubblico.Ringraziamo tantissimo Fabrizio Ciccarelli per essere stato ospite degli Scrittori della porta accanto e, anche a nome dei nostri lettori, gli auguriamo in bocca al lupo per i suoi progetti futuri.
Silvia Pattarini Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita. Biglietto di terza classe, 0111Edizioni. La mitica 500 blu, Lettere Animate. Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni. |
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