Gli scrittori della porta accanto

Scrittori: intervista ad Antonio Capolongo

Scrittori: intervista ad Antonio Capolongo

Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista ad Antonio Capolongo, in tutte le librerie online con il suo ultimo libro  Messaggio in bottiglia (Bertoni edizioni): «Leggo e scrivo per conoscere e raccontare storie».

Diamo il benvenuto ad Antonio Capolongo, grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale Gli Scrittori della Porta Accanto – Non solo libri. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere Messaggio in bottiglia?

L’idea del libro nasce dall’incontro con alcune persone che cominciano a raccontarmi le loro storie e nella cui evoluzione noto un filo conduttore: la ferma determinazione di non arrendersi di fronte alle difficoltà, concetto chiaramente espresso nel sottotitolo del libro: “Storie di gente che non si arrende”.
Ma per comprendere appieno quali siano queste difficoltà bisogna fare una premessa, fermandosi sulla pagina in cui compare un nome: Norman Zarcone, al quale è dedicato il libro. Norman era un brillante dottorando in Filosofia del linguaggio, della facoltà di Lettere di Palermo, che scelse di morire suicida per dare una risposta a quel sistema (universitario e non solo) che gli stava negando il futuro. Da allora il suo gesto è diventato emblematico del contrasto ad ogni forma di sopraffazione e deprivazione di diritti. Un gesto di coraggio e non di resa, anzi è esattamente l’opposto: Norman ha sacrificato la sua vita per gli altri.
In Messaggio in bottiglia alcuni personaggi hanno sofferenze simili, causate dai loro detrattori ma anche dal timore di non riuscire a rivendicare i propri diritti, in nome dei quali sono costretti a lottare, anche quando la vita sembra vacillare.

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni? 

Ho pubblicato due romanzi, Un incontro d’Amore, del 2011, e Cassa integrazione guadagni… la mia è straordinaria, edito l’anno seguente.

Messaggio in bottiglia. Storie di gente che non si arrende. Perché questo titolo?

La decisione di affidare alla corrente queste storie spiega, in effetti, il senso del messaggio: chi lo lancia ha già valutato tutte le altre strade – che si sono rivelate “porte chiuse” – e, quindi, non gli resta altro da fare che operare quest’ultima scelta.

Antonio Capolongo, ci riveli qualche indiscrezione sulla trama?

Il ritrovamento della bottiglia avviene a Napoli, in via Caracciolo, ad opera di un piccolo gruppo di persone che, quasi subito, noteranno l’insolito contenuto: molti biglietti pieghettati fino all’orlo. Per tale motivo decideranno di incontrarsi, ogni giovedì, esattamente nel punto del ritrovamento, per leggere insieme i vari messaggi. Ma, quasi inevitabilmente, le storie descritte su quei fogli si proietteranno nella realtà contemporanea. Una in particolare desterà un interesse appassionato, che li porterà ad entrare in contatto con i protagonisti del messaggio.
Messaggio in bottiglia di Antonio Capolongo

Messaggio in bottiglia

di Antonio Capolongo
Bertoni Edizioni
Narrativa
ISBN 978-88553550693
Cartaceo 14,25€

Perché si dovrebbe leggerlo? 

Per rispondere alle richieste d’aiuto da parte di persone in bilico, nonché per manifestare loro solidarietà e, se possibile, dare un suggerimento inaspettato.

Per scrivere questo libro ti sei attenuto ai soli racconti ascoltati o hai fatto indagini a tua volta?

Per la migliore stesura del testo ho ritenuto doveroso risalire alle fonti delle storie, alla veridicità dei racconti, anche per non essere titubante nei passi in cui vengono menzionati politici, alti funzionari dei ministeri e persino il presidente della Repubblica. Mi sono documentato leggendo tutto il materiale e gli atti pubblici che li riguardavano.
Durante questa sorta di istruttoria il mio cammino è stato certamente illuminato dal faro della verità, principio che mi ha guidato e che, peraltro, è richiamato espressamente anche in uno dei messaggi.
Verità come sinonimo di trasparenza, onestà, senza la quale qualunque rapporto diviene quantomeno ipocrita, se non estremamente dannoso e pericoloso, come nel caso in cui si tenti di togliere la libertà ad una persona. Nel libro si parla di azioni intimidatorie volte a limitare la libertà di espressione del pensiero nonché di azioni illecite volte ad escludere delle persone per favorirne altre.

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?

Dall’osservazione dei comportamenti, narrati nel testo, emergono due elementi contrapposti: da una parte i detrattori si muovono nell’illiceità con disinvoltura, convinti di poter contare sul sistema al quale appartengono; dall’altra le inaspettate reazioni delle vittime dimostrano che è sempre possibile credere in una vittoria, credere nel sogno di cambiare le cose, smantellando, quindi, quel luogo comune secondo cui certe cose sono e saranno sempre immutabili.
In quest’ultimo concetto risiede anche il messaggio particolare del romanzo.

Ringraziamo tantissimo Antonio Capolongo per essere stato ospite degli Scrittori della porta accanto e, anche a nome dei nostri lettori, gli auguriamo in bocca al lupo per i suoi progetti futuri.



Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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