Gli scrittori della porta accanto

Un modo lo trovo, un romanzo intenso di Paola Napoleone

Un modo lo trovo, il romanzo d'esordio di Paola Napoleone

Libri Comunicato stampa. Un modo lo trovo (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un romanzo intenso di Paola Napoleone: la storia intima di una rinascita dopo una diagnosi di cancro al seno, «una dolorosa lettera al corpo».

È una mattina fredda che preannuncia una splendida giorna-ta di sole. Le tenebre, invece, avvolgono i miei pensieri, le emozioni si accapigliano. Trascorre a rilento, il tempo di fronte all’attesa si dilata. I minuti e le ore sono sempre gli stessi, implacabili. Soltanto il batticuore scandisce il futuro che mi attende.
Ho una grande fretta di arrivare, il giorno trascorre con questa idea fissa.
L’angoscia è uno stato d’animo informe. Non ha inizio né fine. Questa sera la via del ritorno sembra più fredda e più buia del solito; è la macchina, inghiottita dalla strada, a guidare me.
Nico è in apprensione, nessuna divagazione: «Cosa succede? Non sono da te queste irruzioni».
«Sono preoccupata. Un rigonfiamento nell’ascella, ho un brutto presentimento. È da un po’ che me ne sono accorta, soltanto ora ho il coraggio di andare dal medico.»
Prendo fiato e con apparente pacatezza butto fuori tutto il mio tormento, poche parole strozzate nella gola.
[...]
È una serata molto fredda, Nico intirizzita mi aspetta all’ingresso dello stabile. Lo studio è molto bello, grande, elegante. Mi guardo intorno. Se non ci fossero gli odori inconfondibili dei medici, potrebbe sembrare un hotel.
Per me tutto ha odore: il mare, la montagna, la città, la campagna, così come l’amore, l’amicizia, la complicità, l'intimità, l’ipocrisia, la malafede. Anche la malattia ce l’ha, impossibile da descrivere, ma inequivocabile al naso.
Il personale è adeguato al contesto, la segretaria dopo aver verificato i nostri appuntamenti, ci accompagna nella sala d’attesa. Entrambe in silenzio, con una eco frastornante di parole incapaci di rivelare il nostro stato d’animo.
Meglio tacere.
Mi guardo intorno, cerco con gli occhi qualcuno con cui condividere quel frangente di vita.
Il silenzio è tagliente, diffonde un comprensibile senso di inquietudine.
Ogni poltrona pare poggiare su un’ampolla di vetro, ciascuno è concentrato su se stesso. Sporadicamente, un cenno alleggerisce la preoccupazione, ma i tentativi di conversazione cadono nel vuoto.
L’attesa in uno studio medico è estenuante.
Sono con i miei pensieri. Pur sapendo di essere chiamata di lì a poco, sussulto al mio nome.
Oscillo mentre mi accompagnano nell’ambulatorio. Mi accolgono il medico e una sua collaboratrice.
La stanza è occupata da una voluminosa apparecchiatura fredda, indispensabile, pronta a scandagliare.
Ho i capelli lunghi; il medico chiede alla sua collaboratrice un elastico che contenga “questa bella chioma di Berenice”, come la definisce. Un elastico rosa, l’unico accessorio per i capelli che ho lasciato girasse a lungo per casa senza che si perdesse, sempre visibile. Un’àncora rosa per un’epoca molto lontana da me.
Il resto l’ho accantonato, nascosto in una cesta tra spazzole, pettini, mollette e fermagli. Tutto archiviato.
I capelli, certo. I miei amati capelli.
Il primo pensiero associato alla chemioterapia. Perdere i capelli è paura atavica, rievocazione di dolore e lutto.
Fin dall’antichità i capelli richiamano forza, energia, fertilità, virilità e femminilità. Il colore, il taglio, l’acconciatura parlano di noi. Li tocchiamo, li coccoliamo, li vezzeggiamo; li toccano, li vezzeggiano, li coccolano e li amano. I capelli sono intrisi di significati simbolici, sono eros, esprimono il bisogno di piacere, sedurre ed essere ammirate.
Sono angosciata alla sola idea di vederli cadere. Come potrei accettarla? Lo ignoro, tanto quanto sono certa di non poterla evitare.
Sono qui, spogliata di tutto, anche della speranza mentre ripercorro lo sviluppo del mio abbondante seno, che da bambina ha preso forma precocemente, provocando in me imbarazzo e timidezza. Uno sviluppo sproporzionato rispetto alla mia età. Io, incredula, in ombra, dietro di lui. Crescendo, ho imparato ad apprezzarlo, rispettarlo e amarlo. Ora ha un temibile ospite. Paola Napoleone, Un modo lo trovo

Un modo lo trovo

di Paola Napoleone
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa
Copertina flessibile | 166 pagine
ISBN 978-8833666990


Sinossi

Futura è una donna realizzata, piena di vita, che nasconde una storia toccante. Nessuno immagina che abbia combattuto una strenua lotta contro il cancro, se non per l’incauta rivelazione di un’amica nel corso di una cena.
Sarà Futura stessa, spinta da chi le è vicino, ad abbandonare ogni reticenza e a parlare di sé, della malattia, delle preoccupazioni per suo figlio, del rapporto blindato con il padre di lui, medico e alleato nella battaglia.
A poco a poco la paura e lo sgomento iniziali lasciano spazio al coraggio e alla determinazione di guarire, all’ansia di lasciarsi alle spalle una parentesi intervallata da chemioterapia, interventi invasivi, radioterapia. Futura si confronta con se stessa, a caccia dell’innocua lusinga di una distrazione, di una routine salvifica. Realizza la metamorfosi dello spirito e del corpo, la propria fragilità e la necessità di adattarsi alla trasformazione in corso, di proteggersi da ingerenze indiscrete, di non elargire a chiunque la propria dimensione privata.
Vagando tra “ferite e cicatrici”, si confronta con emozioni contrastanti e dolorose che la accompagnano nel suo viaggio.
Grazie alla scrittura, Futura si toglie “la maschera di normalità” indossata di fronte agli altri, mostrando ciò che qualcuno, tuttavia, ha già letto tra le righe: la voglia di vivere, l’ansia di recuperare il tempo perduto, di lasciarsi ogni cosa alle spalle.



La colonna sonora del romanzo



ESTRATTI E RECENSIONI






Paola Napoleone


Paola Napoleone nasce e vive a Roma con suo figlio.
Alla laurea in psicologia conseguita presso l'Università La Sapienza di Roma fa seguire un periodo in cui riveste diversi ruoli, partecipando a gruppi di ricerca e di formazione. Attualmente esercita la libera professione.
Un modo lo trovo è il suo libro d'esordio, un romanzo toccante e dall'identità delicata ma decisa.


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