Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Georges Simenon, di Stanley G. Eskin

Recensione: Georges Simenon, di Stanley G. Eskin

Libri Recensione di Davide Dotto. Georges Simenon di Stanley G. Eskin (Marsilio). Una biografia che merita di essere considerata sia da chi  ha confidenza con lo scrittore belga, sia da chi non ha avuto l'occasione di leggerlo.

Georges Simenon (1903-1989) non passa inosservato, difficile non ci sia capitato tra le mani un suo romanzo. Se aggiungiamo le non rare riproduzioni cinematografiche, le serie televisive dedicate al commissario Maigret, non vediamo più il cerchio da quanto si è allargato.
Gran parte delle sue opere sono in corso di pubblicazione presso Adelphi.

Si stima che nella sua carriera Georges Simenon abbia pubblicato oltre 450 romanzi. 

Nel conto rientrano quelli popolari degli anni ’20. Pare che nei primi tempi battesse a macchina non meno di 80 pagine al giorno, attestandosi successivamente a una media di un capitolo al giorno. Un romanzo era terminato in undici giorni, tanti i capitoli di cui era  composto. Ciò che scriveva di getto non subiva correzioni, con buona pace degli editor e della critica.
Quasi tutti i suoi libri presentano delle imperfezioni, tuttavia almeno sei possono essere considerati capolavori assoluti.
Stanley G. Eskin, Georges Simenon

La sua produzione era tale che ricorse a non meno di 17 pseudonimi. All’inizio si dedicò ai romanzi popolari: storie d’amore, d’avventura e poliziesche. 

Attraverso questa sorta di apprendistato conquistò una provvidenziale tranquillità economica (provate a moltiplicare qualche centinaio di franchi per il numero di storie che era in grado di smerciare in un anno). A poco a poco si fece strada un personaggio al quale rimase legato per sempre: Jules Maigret.
Il commissario fa capolino in qualche opera, ma l'esordio effettivo avverrà con Pietr le Letton, pubblicato da Fayard nel 1930. Si tratta di opere sperimentali, uno scalino intermedio verso la vera letteratura (i roman roman).
In seguito, alternando questi a quelli, avrebbe contribuito ad alimentare il controverso caso Simenon.
Simenon vuole vivere esclusivamente dei suoi romanzi, l’unica cosa che gli riesca. Disprezza il capitalismo e i soldi che generano soldi.
Stanley G. Eskin, Georges Simenon

Nei roman roman porrà l’accento su soggetti alienati votati a un fallimento senza sbocchi.

Penso in particolare a Lettera al mio giudice, a L’uomo che guardava passare i treni, ma anche a Complici, Fobourg.
Durante gli anni Trenta la tematica del fallimento è radicata in profondità nella narrativa di Simenon quanto il successo lo è nella vita reale
Stanley G. Eskin, Georges Simenon
La biografia dello scrittore belga è in fondo quella del suo commissario. Nelle varie inchieste traspare una forte identificazione che non avviene tout court. Se all'inizio Maigret ricalcava la figura di suo padre, da un certo momento in poi non si distingue l’autore dal personaggio. Ciascuno nel proprio ruolo appare un raccommodeur de destinées: «Maigret diventa un artista, un conoscitore d’anime come il suo autore» (Thomas Narcejac)

Sarebbe interessante confrontare Maigret con i suoi colleghi (Sherlock Holmes, Hercules Poirot, Nero Wolf).

A tal proposito è esplicativa una riflessione dello stesso Simenon: «L’intelligenza mi fa paura, cerco di sentire piuttosto che pensare».
La struttura dei suoi polizieschi è particolare, non mancano influenze riconducibili all’hardboiled (tipo Raymond Chandler): si sviluppano caratteri più marcati, c’è «meno spazio per il ragionamento logico» a favore dell'azione: «l’omicidio non è il pretesto per saggiare l’abilità dell'investigatore ma ritrova la sua drammaticità».
In questo modo risolve alla grande un problema serio: quello di armonizzare le esigenze dell'inchiesta con il racconto.
Conan Doyle strutturava alcuni romanzi in due parti, nella prima vi è l’indagine vera e propria, nella seconda un flashback dedicato all’antefatto, stratagemma che rende pesante l’intera costruzione. Dà l'idea di uno Sherlock Holmes cui interessi poco la psicologia e la storia dei suoi personaggi, se non per ciò che trapela dagli indizi volti a incastrare il colpevole.

Nei polizieschi di Simenon l’indagine è un tutt’uno con il racconto, tanto che diventa ostico distinguerli dalle storie che tali non sono.

Simenon ha fatto rivivere il romanzo poliziesco portandolo a un livello superiore e dimostrando che questo genere letterario è in grado di affrontare tematiche serie.
Stanley G. Eskin, Georges Simenon
Che dire in conclusione?


La biografia stesa da Stanley G. Eskin, uscita per i tipi della Marsilio, merita di essere considerata sia da chi  ha confidenza con lo scrittore belga, sia da chi non ha avuto l'occasione di leggerlo.

Il libro fa incetta di una documentazione notevole riuscendo a costruire un quadro unitario, denso, non dispersivo. Concludono la biografia appendici preziose per gli appassionati: l'elenco delle opere firmate sotto pseudonimo, l'elenco di quelle firmate Georges Simenon (tra le quali non manca la serie completa dei romanzi dedicati a Maigret), la filmografia e una bibliografia finale.


George Simenon

George Simenon

di Stanley G. Eskin
Marsilio
Saggio
ISBN 978-8831782050
Cartaceo 10,45 €

Sinossi 

All'uscita dell'edizione inglese di questa biografia (un anno prima della morte dello scrittore) Simenon scrisse: "Sono rimasto senza fiato. Quanta pazienza ha avuto nel raccontare quasi tutto il mio passato, analizzandone non solo l'aspetto letterario ma anche ricostruendo la mia vita di uomo, di marito, di amante, di padre ecc. È un libro che rileggerò, è certamente l'opera più completa che sia stata scritta su di me." Con infinita passione e attenzione, Eskin ha cercato di distinguere tra verità e finzione, tra fatti e leggende, ha letto la corrispondenza, ha messo insieme interviste e resoconti di amici e nemici, ha analizzato le contraddizioni dell'uomo Simenon riconducendole agli interessi e alle fobie che hanno segnato la sua vita.
Davide-Dotto

Davide Dotto


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