Gli scrittori della porta accanto

Nicole Tinazzi presenta: Luce innaturale

Nicole Tinazzi presenta: Luce innaturale

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Nicole Tinazzi presenta Luce innaturale (Pluriversum): la storia di una bambina costretta a diventare grande in una casa dove si verificano diversi episodi di violenza domestica.

Nicole Tinazzi, veronese, è nata nel 1998. Laureata in Logopedia, ha mosso i primi passi nel mondo della scrittura militando presso le redazioni di quotidiani online ben noti nell'ambiente, come Periodico Daily e Quotidian Post. Ha pubblicato altri due romanzi, Sole d'agosto (2015) e Raise Again (2018), poi tradotto in Risorgere.



Luce innaturale

di Nicole Tinazzi
Pluriversum
Narrativa
ISBN 978-8831354516
Ebook 5,99€
Cartaceo 15,00€

Sinossi

È il 2 aprile 2020 e in Italia c’è il lockdown. La giovane protagonista si trova in quarantena con il padre, autoritario e violento, e la madre, con la quale condivide le sofferenze. La situazione di convivenza forzata ha reso ancora più pericolosi gli atteggiamenti paterni e, giunta a un punto di non ritorno, la ragazza decide di scrivergli quattordici lettere, una ogni notte, che corrispondono al periodo di incubazione del virus che ha gettato il mondo nel panico. Intende mostrargli cosa vedono gli occhi di una figlia cresciuta all’ombra della violenza domestica. Emerge un ritratto autentico e crudele del padre, che con le sue offese quotidiane le ha tolto ogni libertà, ciò che la spingerà a compiere un atto estremo.


L'autrice racconta



Nicole Tinazzi, bentornata sul blog Gli scrittori della porta accanto. Com’è nato il progetto di questo libro? È nata prima la trama o il titolo?

Come mi accade sempre, è nata prima la trama. Luce Innaturale è un romanzo che ha l’obiettivo di raccontare la realtà di una bambina costretta a diventare grande in una casa dove si verificano diversi episodi di violenza domestica. Il progetto e la volontà di questo racconto sono nati durante i primi mesi della pandemia che stiamo tutt’ora vivendo. Sapere che molte delle vittime di violenza domestica erano costrette a condividere la casa con i propri aguzzini mi ha profondamene colpito: ho deciso di mettere in luce questa tematica, in particolare le conseguenze che apporta sui minori. Alcuni obiettano che si parla molto spesso di violenza domestica e che non occorre un libro per ricordarla, ma io penso che non sia mai il momento di smettere di parlare di diritti e doveri umani; e, se non usare violenza è un dovere, crescere in pace è sempre un diritto.

Diamo la parola ai personaggi di Luce Innaturale. Chi è e come si presenta la protagonista?

La protagonista è una figlia. Di lei non sappiamo nulla, non conosciamo la sua città, i suoi compagni di classe, né il suo nome. Sappiamo solo ciò che conta sapere, cioè che è una ragazzina, poco più che bambina, che ha accumulato sulle sue spalle l’esperienza della crescita in un ambiente colmo di violenza. Purtroppo, questo ambiente violento è la sua stessa casa, abitata da lei e i suoi genitori.
Naturalmente, essendo lei la vittima della violenza, nel romanzo concedo spazio anche al suo aguzzino. È un famigliare, una persona fin troppo vicina alla nostra protagonista, che ha scelto di venir meno al suo ruolo famigliare per esercitarne uno ben più crudele.

I luoghi del libro raccontati attraverso il punto di vista di un protagonista comprimario…

La protagonista e sua madre condividono lo stesso ambiente, ma lo vivono in maniera molto differente. Secondo la donna adulta, infatti, quel luogo non è affatto un ambiente di prigionia e violenza, al contrario, lei racconta di una natura paradisiaca, fedele a sé stessa e incontaminata.

Il tempo della narrazione, secondo l’opinione di un protagonista secondario...

Volendo esprimere estrema chiarezza e fornire una nitida visione dei fatti, ho optato per la presentazione degli eventi in ordine di accadimento. Questo è valido per ogni personaggio, se non per uno. A non poter godere della conoscenza completa dei fatti in ordine cronologico è il giovane fidanzato della protagonista. Infatti, il ragazzo apprende le vicissitudini della fidanzata soltanto quando queste si sono ormai verificate completamente. Il suo, dunque, è un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta della persona che gli sta accanto e del suo passato.

Hai svolto ricerche o ti sei dovuta documentare per scrivere Luce Innaturale, ce ne vuoi parlare?

Le ricerche, per scrivere un buon libro, dovrebbero essere obbligatorie. In particolare, quelle che ho svolto hanno riguardato gli effetti psicologici che la violenza domestica ha sui più piccoli. Come possiamo immaginare, i bambini non hanno gli strumenti di difesa che possiede un adulto e, inoltre, non riescono ad immaginare una vita diversa da quella che vivono, poiché l’unico mondo di cui hanno esperienza è quello in cui sono immersi. Questo spiega, volendo tuttavia riassumerlo in parole povere, come mai i giovanissimi che vengono esposti alla violenza e non salvaguardati possono incorrere nel pericolo di replicare il loro vissuto in una futura relazione affettiva.
Infine, una domanda che mi sono posta più volte, come penso sia accaduto a molti, è: perché alcune vittime di violenza scelgono di non denunciare? Trovare la risposta a questa domanda è stato difficoltoso e ha richiesto decine di ore di approfondimento. Tuttavia, alle battute finale delle mie ricerche posso affermare che le giovani vittime, poiché qui si fa riferimento sempre a ragazzini e bambini, scelgono di non chiedere aiuto per tre motivi: 1) incapacità o inesistenza di una rete sociale in grado di accogliere la loro richiesta di aiuto; 2) mancanza della forza necessaria a fare un’azione decisa. Ciò naturalmente non è una mancanza né una colpa della vittima, che proprio in quanto vittima è innocente, ma piuttosto un’ulteriore colpa dell’aguzzino che prosciuga la forza delle sue vittime, quasi ne succhiasse il sangue. Ci sono, infatti, soggetti vittima di violenza che non sollevano nemmeno più gli occhi da terra a causa del dolore e delle umiliazioni a cui vengono sottoposti: questo può dare un’idea della difficoltà pratica per queste persone di allontanarsi da casa alla ricerca di un aiuto; 3) i giovani vittima di violenza domestica la subiscono quasi sempre dai loro genitori. Una delle domande più tragiche che questi ragazzi possono arrivare a porsi è: se non mi amano i miei genitori, che dovrebbero farlo per dovere naturale, chi può desiderare farlo? Questa è una resa: quando si arriva a pensare di non meritare di meglio di quanto si ha, ci si arrende ai fatti e alla violenza, non denunciando.

Fabrizio Caramagna afferma che «ogni libro è un viaggio, e l’unico bagaglio che portiamo con noi è l’immaginazione». C’è qualcosa di autobiografico in Luce Innaturale?

Sono convinta che in ogni libro vi sia qualcosa del suo autore; ma questo non si trova necessariamente nei tratti del protagonista, potrebbe sussistere in un personaggio secondario, in un’antagonista e perfino in un animale. Ad esempio, mi pare di aver letto in un’intervista che Oriana Fallaci sostenesse di essersi inserita in uno dei suoi romanzi sotto forma di un esemplare di cavallo morente. Nel mio caso, i tratti autobiografici sono presenti nei modi di fare e di pensare dei personaggi meno importanti, assomiglio a due delle conoscenti della protagonista: una ragazzina esuberante, amante dei colori accesi e sfacciata e in una dolce cantante pronta a volare all’estero per costruirsi un futuro; tuttavia possiedo anche alcune delle passioni della protagonista, le letteratura in primis, ma nient’altro mi accomuna a lei.

C’è una domanda che avresti voluto ti facessi?

Quali sono i tuoi autori preferiti?
Si tratta di una domanda giusta, infatti rende possibile riconoscere il merito a chi ne ha. Mi sono appassionata alla lettura perché ho trovato gli scrittori in grado di farmela amare e oggi devo rendere grazie a loro se riesco a scrivere alcune opere che convincono anche gli editori. Purtroppo, nessuno dei miei autori prediletti è in vita, ma ciò non toglie il loro merito. I loro nomi sono, in ordine di preferenza, Oriana Fallaci, Jack London e Vladimir Bukovskji. Hanno saputo rendere la libertà, o il desiderio di questa, in un modo unico nella storia.

Se il tuo libro diventasse un film, da quali attori sarebbe composto il cast?

Non ho la benché minima idea di come si scelga un attore per un ruolo. Ad ogni modo, volendo fare dei nomi appartenenti alla fiction italiana, farei quello di Karen Ciaurro per la parte della protagonista e di Stefano Dionisi per la parte del padre. Penso che quest’ultima sia la parte più complessa da interpretare e ho sempre apprezzato le interpretazioni di Dionisi. Per finire, amando trovarmi al centro dell’attenzione, farei di tutto per convincere chi di dovere ad assegnarmi almeno una parte marginale, magari quella della cantante.

Ringraziamo Nicole Tinazzi per essere stata con noi. In bocca al lupo per i progetti futuri!

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini


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