Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Gualtiero Ferrari presenta Zetafobia2. La città morta (Delos Digital). La saga horror continua, in una Torino assediata dagli zombie.
Gualtiero Ferrari nasce a Torino nel 1970. Sposato, con un figlio quattordicenne, cresce e vive in questa splendida città, salvo trasferirsi alcuni anni all’estero, per motivi di studio e di lavoro.Parla fluentemente l’inglese, il francese e quel minimo di tedesco necessario a ordinare del cibo caldo e una birra fresca. Di formazione economico-scientifica, più che umanistica, si è avvicinato alla lettura nel corso dell’adolescenza e si è rifugiato nella scrittura, ormai adulto. Oggi lavora presso un’azienda meccanica e risiede in un minuscolo borgo sulle colline, alle porte della città.
Zetafobia 2
La città morta
di Gualtiero FerrariDelos Digital
Horror | Fantascienza
ISBN 978-8825417029
Ebook 4,99€
Cartaceo 16,00€
Sinossi
Sono trascorsi sei anni dalla pandemia di H5N1v2, la mutazione del virus dell’aviaria che ha dato il via all’apocalisse zombie.
Domenico, suo figlio e la moglie Lucrezia, scampati per il rotto della cuffia a orde di non-morti famelici, sono riusciti a sopravvivere fino a oggi.
L’isolamento della famiglia è bruscamente interrotto da un’automobile che si schianta contro una cabina elettrica. All’interno una giovane donna in travaglio sta dando alla luce suo figlio. Appena il bimbo è nato la madre taglia tre pezzi di cordone ombelicale e chiede a Domenico di consegnarli al distretto militare di Torino. Ottenuto ciò che voleva la donna estrae una pistola, uccide il neonato e si spara.
Chi era la donna? Perché quel pezzo di materiale organico è così importante? E soprattutto Domenico e la sua famiglia sono pronti a rischiare tutto per portare a termine una missione di cui non sanno nulla, addentrandosi nel pericoloso territorio della città morta, Torino?
L'autore racconta
Gualtiero Ferrari, bentornato sul blog Gli scrittori della porta accanto. Oggi ci presenti il nuovo libro Zetafobia 2: La città morta, il secondo capitolo di una saga. Quando hai maturato l’idea di creare il sequel di Zetafobia?
Grazie, è un piacere essere qui, come sempre.Zetafobia nasce come trilogia sin dal primo romanzo, però prima di buttarmi a capofitto nella scrittura degli altri due libri volevo capire se ai lettori piaceva la mia storia.
Visto che le vendite e le recensioni sono andate molto bene mi sono deciso a riprendere in mano i capitoli mancanti. Così è nato Zetafobia 2: La città morta.
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Zetafobia ha un’anima horror. Qual è stata la scena più difficile da descrivere?
Le scene difficili sono state parecchie, soprattutto quelle con i cani e l’intero capitolo finale.E quella che ti è riuscita meglio?
Il finale. Lì ci ho messo anima e cuore, spero che questo impegno riesca a trasparire dal testo al punto da emozionare il lettore tanto quanto mi sono emozionato io.Chi è il personaggio di Zetafobia 2: La città morta a cui sei più legato e perché?
Verso metà romanzo i protagonisti incontrano due adolescenti che si sono dovuti adattare alla vita post-apocalittica di in un mondo brulicante di zombie. Uno di questi, il più scaltro, la mente del duo, è il mio preferito e il motivo è presto detto. Alle scuole medie avevo un compagno di classe che era esattamente con lui. Il classico ragazzino pestifero che ti mette nei guai e poi scappa per non finirci anche lui. Adorabile e odioso al tempo stesso.Il primo romanzo era ambientato a Torino, anche questo?
Assolutamente sì. “La città morta” è Torino, con i suoi miti, le sue leggende e le sue peculiarità, e i protagonisti la devono attraversare a piedi quasi tutta. L’ambientazione cittadina è parte integrante del romanzo e la storia non potrebbe essere raccontata in una città diversa.Ci racconti qualche curiosità legata alla genesi di Zetafobia 2: La città morta?
Beh, come dicevo prima, Torino e le sue caratteristiche urbane sono parte integrante della storia. Per assicurarmi che la narrazione fosse credibile un fine settimana ho preso mio figlio come aiutante e l’ho obbligato a percorrere fisicamente le stesse strade che avrebbero poi percorso Lucrezia, Sebastiano e Domenico, i protagonisti. Comprese le strade chiuse al traffico o quelle private. Ci sono anche alcune scene nei tunnel della metropolitana. Ovviamente non li ho potuti percorrere a piedi ma ho fatto l’intero percorso in treno (pre-COVID), assicurandomi che fosse fattibile, prendendo appunti e scattando foto. Parecchi turisti vedendomi così interessato ai tunnel scavati sottoterra si sono preoccupati non capendo cosa stessi facendo.Ci credo, divertente per voi e inquietante allo stesso tempo per gli altri! Gualtiero Ferrari, la domanda che non ti ha mai fatto nessuno?
I nomi dei protagonisti. Nessuno mi ha mai chiesto perché ho scelto proprio Lucrezia, Sebastiano e Domenico. Le iniziali sono un omaggio a una delle più belle canzoni mai scritte:”Lucy in the Sky with Diamonds” dei Beatles.Ringraziamo Gualtiero Ferrari per essere stato con noi. In bocca al lupo per il terzo capitolo della saga di Zetafobia!
Silvia Pattarini |
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