Libri Recensione di Andrea Pistoia. Ho sposato un deficiente: dietro ogni uomo c'è sempre una donna che alza gli occhi al cielo! di Carla Signoris (Rizzoli). Un libro dissacrante che mette a nudo i maschi alfa con la fede al dito.
Cos’accade quando una donna, nonché moglie, racconta le esperienze di vita del proprio marito, dimostrando quanto questo sia un deficiente (inteso come colui che deficia)? Inevitabilmente ne esce un quadro ben poco lusinghiero di un uomo con una moltitudine di difetti e mancanze ma proprio per questo amabile e, perché no, meritevole di rispetto (anche solo perché rende la vita di Carla ricca di comicità ed episodi surreali).Carla Signoris non imbastisce un racconto lungo, un romanzo di narrativa, ma più che altro un insieme di episodi, di brevi capitoli, in cui mostra il proprio marito in situazioni sempre diverse e dove, puntualmente, spicca la sua adorabile deficienza.
È in fondo una serie di scene di vita vissuta che abbraccia le mille sfaccettature della vita di coppia, veloci da leggere ma non per questo povere di frecciatine e comicità. Ciò nonostante, è vero che Carla Signoris punzecchia il proprio marito fino a vere e proprie accese discussioni, litigate e divertenti botta e risposta degne di un cabaret, ma si percepisce tra le righe quanto quel deficiente sia in fondo un punto fermo nella sua vita e "la metà mancante" di cui ha bisogno.Il marito è anche un pretesto per sparare a zero sugli uomini, senza filtro né considerazioni politicamente corrette.
In modo irriverente, a volte sfrontato (tradotto: quando c’è da insultare, anche con affermazioni poco lusinghiere e parole "da scaricatore di porto" lo fa senza mezzi termini), verso il "sesso forte", il quale più volte dimostra quanto in realtà sia quello debole, certamente quello meno intelligente.Lo stile di Carla Signoris mi piace: non si prende mai troppo sul serio anche quando elargisce insulti e commenti velenosi contro il marito perché lo fa sempre con quel non so che di ironico.
Il suo stile è leggero, scanzonatore, intelligente e provocatorio (non potrebbe essere diversamente, dato che gli episodi, senza alcuna volontà di dare lezioni di vita di coppia o falsi moralismi, sono fini a se stessi e hanno l’unico obiettivo di far divertire).Certo, a volte Ho sposato un deficiente risulta un po’ troppo surreale, paradossale, al punto che ci si domanda quanto di ciò che racconta sia farina del proprio vissuto o frutto della sua fervida immaginazione. Questo per qualcuno potrebbe penalizzare il libro in quanto, se fosse stato più realistico ma soprattutto pienamente autobiografico, avrebbe guadagnato più punti (soprattutto considerato chi è suo marito… Lo scoprirete solo a fine recensione perché oggi mi sento dispettoso).
Il definitiva, Ho sposato un deficiente è un libro leggero e piacevole, ricco di episodi, comportamenti e modi di pensare riscontrabili in molti uomini.
Ecco perché ci si vergogna un po’ nello scoprire come certi atteggiamenti da noi ritenuti da "uomo alpha" in realtà siano visti dalle donne in tutt’altro modo. Ci si riconosce nel marito e questo è, se preso dalla giusta prospettiva, fonte d’ilarità. Certo è che i più permalosi si potrebbero offendere da certe riflessioni della protagonista. Ma, andiamo, è un libro comico e così deve essere considerato e apprezzato! Ed è soprattutto un libro che ogni donna (specialmente se moglie) dovrebbe leggere per scoprire che non è l’unica ad aver sposato un deficiente e che con ‘sti uomini bisogna solo avere una gran pazienza!P.S.
Pensando non fosse un’informazione importante, solo a fine libro ho deciso di scoprire chi fosse la scrittrice e il suo fantomatico marito (pensando fosse un Signor Nessuno qualsiasi). Invece con mio enorme stupore ho scoperto che è Maurizio Crozza! Peccato non averlo saputo prima perché sovrapporre il viso (e soprattutto il personaggio pubblico) al marito "deficiente" avrebbe dato tutto un altro gusto ed effetto alla lettura.
Ho sposato un deficiente
di Carla SignorisBUR Rizzoli
Umoristico
ISBN 978-8817061575
Cartaceo 9,40€
Ebook 5,99€
Sinossi
Quante volte vi sarà scappato di dire: "Premetto che amo mio marito, ma..."? Spesso avete lasciato il discorso in sospeso, limitandovi a sbuffare. Niente di più sbagliato! Dietro quel "ma" si nasconde un pericoloso concentrato di quotidianità che, col passare del tempo, farà esplodere le vene pulsanti che vi decorano le tempie. Per disinnescare questo potenziale esplosivo, Carla Signoris consiglia una terapia semplice quanto efficace: non fermatevi al "ma"! Immobilizzate il corpaccione della vostra metà e procedete con la dissezione. Rinfacciategli le sue mille richieste in cucina, gli sfinenti paragoni con vostra suocera, gli infiniti "perché lo fai così?", gli insopportabili "ti stai lasciando andare...", la sua presunta maturità, il girovita fuori controllo. Un solo obiettivo: metterlo di fronte alla sua ineluttabile condizione di maschio deficitario. Non fa differenza che sia alto o basso, biondo o moro, malinconico o mattacchione. Accettate la dolorosa realtà: avete sposato un deficiente. Niente paura, le sue deficienze non impediranno una sana vita di coppia, anzi... l'importante è fargliele ammettere. Ma non infierite. Ricordatevi sempre che non ha colpa: non ha scelto lui di nascere maschio.
Photo courtesy of Gratisography
Andrea Pistoia |
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