Gli scrittori della porta accanto

Intrecci di trama, dal corso di scrittura di Piergiorgio Pulixi: incipit

Intrecci di trama, dal corso di scrittura di Piergiorgio Pulixi: incipit

Incipit #205 Intrecci di trama, di autori vari, racconti nati dal corso di tecniche narrative di Piergiorgio Pulixi (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto). Racconti che parlano di solitudine, fragilità, lotta contro scelte obbligate e precarietà dell’esistenza.




Intrecci di trama

di Autori Vari
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Racconti
ISBN 978-8833667836
cartaceo 12,00€
ebook 2,99€

Trovare lavoro alla clinica psichiatrica San Giuliano è stata una vera fortuna. Quando la Service Coop mi ha chiamato per offrirmi un posto da guardia giurata, ero tornato in Sardegna da appena tre giorni, dopo quindici anni vissuti in Veneto. A riportarmi nella mia terra natia è stata la morte improvvisa di nonna Bonaria. So che sembra una cosa stupida – nonna Bonaria aveva la bellezza di 97 anni – ma prima di allora non avevo mai pensato che potesse morire. Per me era come una quercia millenaria o la bibbia sul comodino: qualsiasi cosa fosse accaduta, lei ci sarebbe sempre stata. Invece se n’è andata una mattina di fine febbraio, nel sonno. A trovarla è stata Armida, la ragazza delle pulizie. Di punto in bianco, mi sono ritrovato proprietario di una casa, ma senza una nonna e senza soldi. Quindi a maggior ragione ringrazio Dio per aver mandato in mio soccorso la Service Coop.
Il lavoro che mi è stato offerto era ciò di cui avevo bisogno: orario notturno, dalle 8:30 della sera sino alle 7:00 del mattino, sei giorni su sette e un ambiente di lavoro niente male.
La stanza in cui si trovano i monitor è piccola e dotata di tutto l’essenziale: un tavolino, un armadio sbilenco e un vecchio televisore anni Ottanta a tubo catodico che frizza ogni volta che cambio canale. Il divano ha la pelle piena di crepe e la gommapiuma deformata, ma tutto sommato non mi posso lamentare. Non sto a contatto con i medici perché smontano prima che io arrivi, e i pazienti li vedo solo nei monitor quando fanno ritorno nelle loro stanze. Poi più nulla. A dir la verità esiste una paziente che incontro tutti i giorni. Quando attraverso il cortile, dietro il vetro della finestra della stanza del secondo piano, c’è sempre una ragazza dai lunghi capelli neri che guarda lontano, oltre il cancello. Assorta nei suoi folli pensieri, tiene le braccia strette intorno alla pancia e le maniche del maglioncino rosa tirate fin quasi al gomito. Mi chiedo spesso cosa osservi al di là del muro, che cosa abbia lasciato là fuori di così importante da procurarle tutta quella nostalgia. Ogni volta che passo sotto la sua finestra, vedo sempre le sue labbra pronunciare una parola che non riesco mai a cogliere. Comunque, stasera è una giornata speciale perché si giocano i quarti di finale di Champion’s League, Roma-Liverpool. È da anni che aspetto una partita come questa. Diciamo che non sono abituato a vedere la mia squadra del cuore raggiungere un simile traguardo, logico che per me questo sia un evento storico. Metto il cappello sul tavolo, accanto alla pistola e alla borsa con la cena, accendo il televisore e mi sintonizzo sul canale.
Prima di accomodarmi sul divano mi appoggio al termosifone perché oggi si ghiaccia. Siamo ad aprile, ma sembra gennaio e fuori si sta abbattendo un temporale così violento che per sentire la voce del telecronista devo alzare il volume sin quasi al massimo. Mi concentro sulle squadre schierate in campo, le curve nascoste dietro densi fumi gialli e rossi e il brusio di fondo così corposo che quasi mi sembra di vedere lo schermo vibrare.
Qualcuno bussa alla porta.
Chiudo gli occhi senza muovermi.


Altri due tocchi, stavolta più decisi.

Con uno sbuffo mi stacco dal calorifero, infilo in testa il cappello di ordinanza e apro. Sono Gheorghe e Ioan, i due OSS di nazionalità rumena che fanno il turno di notte. Mi guardano con un sorriso incerto. Gheorghe tiene in mano sei lattine di birra Westbraü, quelle del discount.
«Ciao Milo. Possiamo guardare partita insieme?»
Sento le labbra incurvarsi verso il basso.
«A dir la verità non so se sono autorizzato a farvi entrare…»
Tengo la porta socchiusa, ma Gheorghe, il più grosso dei due, la spalanca con una spinta.
«Dai Milo, non rompere coglione» dice entrando. Capelli corti e naso schiacciato tendente verso destra, piccole cicatrici a forma di uncino ai lati dei sopraccigli. Gheorghe ha meno di trentacinque anni e un tempo deve essere stato un pugile, come testimoniano i muscoli tesi sotto la divisa.
Ioan è smilzo e sembra sempre sul punto di fare qualcosa di sbagliato. La mascella dura e sporgente somiglia al muso di un cane, le labbra fini e gli zigomi appuntiti come lance gli disegnano sulla bocca un sorriso maligno. I capelli divisi a ciocche biondi e rigidi sembrano le setole di una scopa. Se dipenda dalla genetica oppure dal fatto che non li lavi di frequente, non posso saperlo con certezza.
Li guardo accomodarsi sul divano.
«No, ragazzi, davvero, non so se sia regolare quello che state facendo.»
Cerco di mantenere un tono risoluto, ma Ioan si abbandona sui cuscini.
«Partita in compagnia è più bella» dice, stappando una lattina.
Preso dallo sconforto mi lascio andare sulla sedia. Cerco di farmi forza pensando che forse saranno presi dalla partita e non faranno baccano.
Naturalmente succede tutto il contrario. Tra rutti, urla e bestemmie in rumeno, concentrarsi sulle azioni è impossibile. A fine primo tempo, la Roma perde per due a zero.
«Milo tu no ha bevuto niente.» Gheorghe apre una birra e me la porge.
Non mi è mai piaciuto bere, soprattutto in servizio. Rifiuto con decisione.
Gheorghe fa una risata e mi si avvicina ancor di più, mettendomi la lattina sotto il naso.
«Qui dite: chi non beve in compagnia è ladro o spia» dice Ioan fissandomi. Ride, ma nel suo sguardo c’è qualcosa che mi mette a disagio. «Tu sei ladro o spia?»
«Nessuno dei due» rispondo serio.
«Bevi allora»
Dal racconto "Burnout" di Giovanni D’Errico


La trama
Intrecci di trama, di Autori Vari, dal corso di tecniche narrative di Piergiorgio Pulixi

La scrittura è sempre un’opera di filtrazione della memoria. Presuppone riflessione, concentrazione e scavo dentro se stessi. Questa antologia nasce come esercizio collettivo all’interno di un corso di scrittura creativa: il “Corso di tecniche di narrazione applicate al romanzo e al racconto breve” condotto dallo scrittore Piergiorgio Pulixi e organizzato da Gli Scrittori Della Porta Accanto. Per far sì che l’esercizio funzionasse al meglio, i corsisti hanno estrapolato delle emozioni dai quadri del grande pittore americano Edward Hopper, per poi veicolare quelle emozioni attraverso un tema che tenesse insieme personaggi, trama e prospettiva sulla storia. Sebbene i corsisti siano molto diversi l’uno dall’altro per caratteristiche personali, esperienze, provenienza e attitudine, tutti hanno prodotto scritti che ruotano intorno a temi come la solitudine, la fragilità, la lotta contro scelte obbligate e la precarietà dell’esistenza. Temi che si legano all’associazione alla quale verranno donati i proventi dell’antologia: Sheep Italia. Gli intrecci di trama, in questo caso, sono storie che dalla carta prendono vita e, tramite la lana, scaldano le persone.

Tutto il ricavato verrà dato in beneficenza all'Associazione Sheep Italia

Corso di tecniche narrative di Piergiorgio Pulixi

Un corso per scrittori: tecniche di narrazione applicate al romanzo e al racconto breve tenuto da Piergiorgio Pulixi in collaborazione con Gli Scrittori della Porta Accanto.
Il corso ha come obiettivo quello di arrivare alla stesura di un elaborato originale da parte di ogni partecipante di 10/15 cartelle (2.000 caratteri spazi inclusi per pagina), editato nella terza parte del corso – dedicata all’editing e all’autoediting dei testi – in maniera collegiale da parte di tutti i corsisti, per una revisione personale, con analisi del testo, della struttura, della sintassi, dello stile e una valutazione personale sui punti di forza e di debolezza del testo.

★★★★★

Il buon giorno si vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?

Tutti i nostri incipit:




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