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The Midnight Club e Cabinet of Curiosities: due serie Netflix da brividi

The Midnight Club e Cabinet of Curiosities: due serie Netflix da brividi

Serie TV Di Stefania Bergo. The Midnight Club e Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities, due serie antologiche Netflix da brividi: horror, paranormal e fantasy per raccontare le ossessioni ed esorcizzare le paure.

The Midnight Club e Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities sono due serie antologiche Netflix che appartengono al genere horror. Più propriamente sono serie noir con colpi di scena da brividi, più che spaventare fanno riflettere su temi importanti, lasciando addosso la giusta ansia e gravità per affrontarli.
A parte il genere, le due serie hanno una struttura antologica simile: ogni puntata può essere vista come un racconto a sé stante, con una propria trama, che si innesta in un canovaccio più consistente o un semplice tratteggio, fotografia e, nel caso di Cabinet of Curiosities, regia.

In The Midnight Club, otto adolescenti si ritrovano volontariamente residenti di una clinica privata come malati terminali.

Ognuno è protagonista, con la sua malattia e il suo modo di affrontare non tanto la morte quanto l'idea di star per morire, di non avere scampo o, al contrario, di cercare disperatamente una cura per aggrapparsi alla vita.
La trama è semplice, complicata quel tanto che basta per infilarci la componente paranormale, una setta con rituali antichi e la medicina alternativa. La serie creata da Mike Flanagan e Leah Fong è basata sull'omonimo romanzo di Christopher Pike, un teen drama, e disponibile su Netflix in dieci episodi, in quella che viene indicata come la prima stagione – il che presuppone che quanto meno ce ne sarà una seconda.

Ilonka è un'adolescente con tanti impegni e altrettanti sogni per il futuro, che scopre di avere un cancro allo stadio terminale.

È quindi condannata, anche se in lei la speranza non verrà mai meno. Dopo aver provato a combattere la malattia con tutto quello che la medicina le mette a disposizione, trova in internet una clinica privata, Brightcliffe, soggiorno per adolescenti terminali immerso nella natura, nei pressi di un bosco. Ma più che il confronto con altri coetanei che condividono lo stesso ingiusto destino, Ilonka cerca le tracce di una guarigione miracolosa avvenuta anni prima proprio a una paziente della struttura. Questo il fil rouge che tine insieme i dieci episodi.
A Brightcliffe Ilonka conosce altri sette adolescenti, ognuno con una malattia diversa. Ma tutti inesorabilmente si portano addosso i segni del male fisico e psicologico che la loro condizione comporta: rassegnazione, speranza, cinismo, esasperazine religiosa, depressione.

Presto scopre il Midnight Club: ogni notte i ragazzi si incontrano in biblioteca per esorcizzare la morte raccontandosi storie di paura.

E in ognuna di queste storie troviamo frammenti della loro vita, si raccontano diventando trama di ogni singolo episodio, con le proprie paure e i sogni disillusi, gli errori commessi. Oltre alla promessa di incontrarsi ogni sera, i ragazzi hanno stretto un patto: il primo di loro che muore si impegna a comunicare dall'aldilà per dire agli altri com'è. Per rassicurarli, probabilmente.
Ma a Brightcliffe non sono solo le storie raccontate dai ragazzi, a spaventare. Ci sono anche oscure presenze, ombre che strisciano per i corridoi e sui muri, presenze inquietanti che tormentano i ragazzi, interpretabili come effetti collaterali dei farmaci, o con la paura della morte, talmente intensa e palpabile da diventare entità autonoma, o ancora come incisi paranormali che arricchiscono ulteriormente la serie. Il dubbio rimane, la genialtà sta in questo: le interpretazioni sono tutte plausibili, spetta alla mente dello spettatore, più o meno razionale, scegliere.
Anche la natura, col suo potere salvifico, trova posto in The midnight Club. Il bosco non fa paura, anzi, è fonte di vita, cure miracolose e speranza. E forse anche di troppe aspettative...



Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities è una serie antologica Netflix del regista messicano premio Oscar 2018 per La forma dell'acqua.

La serie Netflix si articola in otto episodi e rappresenta i suoi vaneggiamenti onirici o la sua interpretazione inquietante, meravigliosa e fiabesca di opere letterarie. Ogni episodio è autoconclusivo e racconta una storia noir. Ma lo scopo dei racconti non è (solamente) spaventare, è lasciare a chi guarda qualcosa su cui riflettere. Almeno nelle intenzioni.
Come struttura e mood narrativo, Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities ricorda in modo importante una serie di hitchcockiana memoria, con tanto di apparizione di Guillermo del Toro in una inquadratura quasi spoglia a spiegare l'antefatto del racconto. I racconti hanno toni che vanno dall’horror al fantasy, dal grottesco al gotico e sono girati in collaborazione con altri registi, tra cui Guillermo Navarro, Jennifer Kent, Keith Thomas e Catherine Hardwicke.

I protagonisti sono diversi, ma sempre ossessionati da qualche vizio, mania o paura che li mette inevitabilmente nei guai.

Ogni puntata assurge quindi a monito, utilizzando la paura e l'ansia come deterrente per comunicare il bisogno di ravvedersi. Tra gli interpreti più noti troviamo Essie Davis nell’episodio Il Brusio, David Hwelett in I Ratti del Cimitero – tratto dal racconto di Henry Kuttner –, Murray Abraham in L’Autopsia, Ben Barnes in Il Modello di Pickman, Rupert Grint – il celebre Ron di Harry Potter – in I sogni nella casa stregata – questi ultimi tratti dai racconti di Lovecraft – e Peter Weller e Sofia Boutella in La Vista.

Alcuni dei racconti risultano oltremodo grotteschi, con uno stile quasi anacronistico – ricordano una serie paranormal degli anni '60, Ai confini della realtà.

Oppure hanno preamboli troppo ampi prima di arrivare al sodo, lasciando il dubbio che la lentezza sia l'intenzione di creare pathos e crescere l'aspettativa o la necessità di allungare la trama per riempire il tempo di ogni singolo episodio. Alcuni racconti, invece, sono decisamente più riusciti. La differenza è lasciata all'abilità personale del regista, alla colonna sonora o alla fotografia.
Nel complesso, Cabinet of Curiosities è una serie che merita una possibilità, che sa coinvolgere (a tratti) e far immergere in un'atmosfera horror d'altri tempi.





Stefania Bergo


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