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Speciale The week: l'Africa meridionale

Speciale The week: l'Africa orientale

The week Di Argyros Singh. Uno speciale sugli eventi che hanno segnato la geopolitica e l'attualità africana nell'estate 2022: Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica, eSwatini.

Secondo il Geoschema per l’Africa delle Nazioni Unite, impiegato come bussola in questo percorso sul continente, nell’Africa meridionale si trovano Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica, eSwatini. Il Mozambico è indicato nella sezione orientale, ma condivide una parte della sua geografia e dell’economia con il meridione. In quest’area siamo di fronte a una relativa stabilità, motivo per cui mi limiterò ad alcuni brevissimi flash di attualità.

  1. Botswana: lotta all'AIDS e diamanti
  2. Il problema dell’istruzione in Lesotho
  3. Le conseguenze del conflitto ucraino in Namibia
  4. Sudafrica: il nuovo re del degli Zulu.
  5. eSwatini: l'ultima monarchia assoluta africana.


1. Il Botswana è tra i più ricchi Paesi dell’Africa, grazie soprattutto alle sue riserve di diamanti.

Secondo solo alla Russia per quantità di estrazioni, la nazione africana è pronta ad approfittare della crisi del gigante. A seguito della guerra in Ucraina, il Botswana sta implementando le proprie infrastrutture per poter divenire un fornitore di carbone per l’Europa. L’esportazione è infatti rallentata dalla mancanza di sbocchi sul mare e dal passaggio del prodotto per il Sudafrica: la linea ferroviaria che collega i due Paesi necessita però un ammodernamento.
Un ultimo dato, relativo alla sanità. Il Botswana è il secondo Paese al mondo a raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite per sradicare la pandemia di AIDS. Il termine per la riuscita del progetto doveva essere il 2025: a oggi, il 95% delle persone con HIV conosce lo stato della propria malattia, ha accesso alle cure e mostra segni di soppressione del virus nel sangue. Si tratta anche di un cambio di rotta culturale: le relazioni omosessuali non vengono più criminalizzate e il Paese è il primo nel continente a offrire gratuitamente i farmaci antiretrovirali, necessari a contenere il virus.

2. In Lesotho il dibattito pubblico di questa estate ha riguardato anche il tema dell’istruzione, la cui mancanza sta danneggiando i gruppi più emarginati.

Il dibattito anticipava il summit sull’educazione alla trasformazione tenutosi a New York, questo settembre, sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Oltre a questo, il primo ministro Moeketsi Majoro ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 29 agosto, dopo la non approvazione di due disegni di legge, tra cui uno volto alla regolamentazione dei partiti politici in parlamento. La modifica coinvolgeva la costituzione e la legge elettorale dell’Assemblea nazionale: secondo Majoro, la mancata approvazione peggiorerà lo stato di politicizzazione incontrollata del servizio pubblico. Questa è solo l’ultima di una serie di crisi politiche interne, che porterà il Lesotho a nuove elezioni a ottobre.

3. In Namibia si fanno sentire le conseguenze del conflitto ucraino.

Il governo è alle prese con un ambizioso progetto di investimento nell’idrogeno verde (9,4 miliardi di dollari), nel tentativo di ridurre la dipendenza dal petrolio di Russia e Ucraina. Un altro genere di dipendenza lega il Paese al Sudafrica, ovvero l’importazione di fertilizzanti (98% del totale), ponendo la Namibia su acque tempestose. Presenta già un alto tasso di povertà (43,3%) e una pesante disoccupazione giovanile (46,1%): per resistere agli shock economici esterni, il governo ha istituito il Sovereign Wealth Fund, che prevede ammortizzatori fiscali.

4. Sudafrica: il nuovo re del degli Zulu.

Brevissima parentesi sul Sudafrica: nell’est del Paese si è svolto il rito di incoronazione del nuovo re degli Zulu, Misuzulu. Hanno presenziato circa diecimila persone, tra cui varie leader africani, in mezzo a danzatrici e guerrieri amaButhos. La cerimonia è andata a buon fine, nonostante i parenti di Misuzulu avessero fatto ricorso, parlando di un erede al trono illegittimo a causa del suo stile di vita da “playboy”.

5. eSwatini: l'ultima monarchia assoluta africana.

Per concludere, vale la pena scrivere del piccolo regno di eSwatini, primo a raggiungere l’obiettivo di sradicamento dell’AIDS, già nel 2020, anticipando il Botswana. Forse è più facile ricordare il Paese per il nome avuto fino al 2018, ovvero Swaziland: eSwatini rappresenta l’ultima monarchia assoluta rimasta in Africa. Re Mswati III controlla ogni potere e questo ha provocato nell’estate del 2021 alcune manifestazioni di protesta, in una popolazione di circa un milione di abitanti in condizioni di vita precarie. Per gli abitanti sono ridotte la libertà di espressione (esiste il reato di lesa maestà) e la libertà di associazione (la polizia nega quasi tutte le manifestazioni pubbliche): la formazione stessa dei partiti politici non è regolamentata e di fatto è disincentivata. Le proteste del 2021, seguite alla morte dello studente attivista Thabani Nkomonye, sono state represse nel sangue, con una settantina di vittime e circa duecento feriti. Dopo le repressione, una squadra della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) è entrata in eSwatini, avviando un percorso graduale di dialogo. Il Sudafrica è in prima linea nell’incentivare questa apertura alla società civile. Sul Botswana – worldatlas.com e nigrizia.it | Sul Lesotho – african.business, bloomberg.com e zawya.com | Sulla Namibia – huffingtonpost.it | Sul Sudafrica – ansa.it | Sull’eSwatini – amistades.info e fides.org

Reportage: L'estate africana



Argyros Singh


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