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Recensione: Death of an Author, di Aidan Marchine

Recensione: Death of an Author, di Aidan Marchine

Libri Recensione di Davide Dotto. Death of an Author di Aidan Marchine (Pushkin Industries). Un romanzo giallo, scritto dall'Intelligenza Artificiale, che solleva importanti interrogativi sul futuro della scrittura.

Death of an Author è un romanzo giallo scritto con l'aiuto dell’Intelligenza ArtificialeAidan Marchine, pseudonimo del giornalista canadese Stephen Marche, incarna in pieno questa sinergia.

È, innanzitutto, un esperimento che solleva importanti interrogativi sul futuro della scrittura.

Quanto rivoluzionario possa essere, è presto per dirlo. Il racconto è costruito a tavolino e opportunamente congegnato, il ritmo è quello giusto, calcolato al millimetro, con esattezza e approccio ingegneristico-matematico. I dettagli sono centellinati ma prevedibili, la figura di Peggy Firmin – vittima designata e autrice di successo – si precisa poco a poco, grazie a Gus Dupin, critico letterario e improvvisato detective. Il suo punto di vista privilegiato ci guida nel mondo narrativo, in contesti, ambientazioni, personaggi.
Della protagonista viene menzionato God, Inc., un bestseller internazionale che tratta di una macchina che si spegne una volta raggiunta una certa soglia di sensibilità, o autocoscienza. Questo fa di Peggy Firmin una pioniera dei “cybernetic novels”, l’anello di congiunzione tra il mondo tecnologico e quello letterario (a link between the tech world and the literary world).

Death of an Author non ha pretese di originalità, poiché elabora e prende a prestito un plot di tutto rispetto, tratto dal racconto di Arthur Conan Doyle, The Problem of Thor Bridge, che vanta già più di una riscrittura.

(E di cui vale la pena ricordare la notevole interpretazione di Jeremy Brett).
Può sorprendere che Gus Dupin non colga il collegamento tra questa storia e l'omicidio di Peggy Firmin (“Why are you telling me a Sherlock Holmes story?). Lui stesso, in fondo, ha raccolto, tra gli altri, questo indizio. Si potrebbe pensare che il fitto ricorso agli easter egg abbia provocato qualche incongruenza.

Il romanzo, sul filo dell'arte della combinazione di dati, informazioni e possibilità, crea un prodotto a misura di androide che, di per sé, suscita un certo senso di inquietudine.

Per esempio il temuto, ineluttabile volta pagina che dovrebbe condurre dalla semplice "Intelligenza Artificiale" (AI) alla "Intelligenza artificiale generale" (AGI), ovvero alla “singolarità”. Cosa accadrebbe se – nella forma di un avatar - l'AI interagisse con gli esseri umani e si presentasse in questo modo?
The artificial specific intelligence is me. You’re talking to it. Aidan Marchine, Death of an Author

E se creasse una realtà alternativa indistinguibile da quella che l'umanità ha conosciuto finora?

Questo è ciò a cui, nel romanzo, mira il misterioso progetto Sibilla (Project Sibyl).
Inquietante è il desiderio di Peggy Firmin nel suo saggio The Ravens (che richiama Edgar Allan Poe, come Gus Dupin) a che il suo corpo venisse esposto a cielo aperto, nella sua proprietà, “to be eaten by scavenging animals”. Ebbene: a chi si può attribuire una volontà del genere? A un autore "umano", al programma che ha elaborato il racconto? A un personaggio reale come Peggy Firmin, a un software? In altre parole: chi è il soggetto che emerge, chi l'artista? Chi è l'assassino? Chi complotta contro chi? C’è qualcuno o nessuno dietro questa “anima artificiale”?
Porsi un interrogativo del genere non è da poco: un computer potrà mai considerare (o desiderare) di avere una coscienza?
Ma la protagonista del romanzo si pone un ulteriore problema: alla propria morte non sarebbero più pubblicate opere a suo nome, a meno che qualcun altro – o qualcos’altro - non ne ereditasse il ruolo, portando avanti i suoi progetti. Si intravede, tra le righe, il desiderio di vivere per sempre, ancorché in una forma differente, lasciandosi alle spalle il corpo fisico (dandolo persino in pasto agli uccelli), "to pursue a life beyond my body, a life as a writer". Un modo particolare di aspirare all'immortalità di sé e delle proprie opere.

L'Intelligenza Artificiale si pone a servizio dell'opera letteraria.

L'Intelligenza Artificiale può essere considerata come un insieme di leve e bottoni, ma non una semplice macchina per scrivere. In chi vi ricorre servono solide conoscenze narratologiche.
In Death of an Author ci troviamo di fronte a una trama complessa, a un’opera ingegneristica che gioca molto con strutture e linguaggi. Vi è anche un uso eccessivo di "coincidenze" che rendono il tutto prevedibile e scontato. Né mancano imperfezioni, come personaggi che appaiono e scompaiono, recitano il loro ruolo secondo uno script fisso, e poi si eclissano. L'intero racconto assume una piega unidimensionale che sa di artefatto, a tratti onirica e irreale. Non umana.
È importante notare che, sebbene il romanzo Death of an Author sia in gran parte (per il 95%) generato da un computer, il risultato finale è influenzato dall'utilizzo di almeno tre software principali: ChatGPT, Sudowrite e Cohere.

Se il contributo di Stephen Marche rappresenta "appena" il 5%, non si può dire sia marginale, poiché rimedia qua e là ai difetti di coerenza di una AI che procede a briglie fin troppo sciolte.

Nel migliore dei casi l'intervento dell'autore è il carburante senza il quale il motore non si avvia, e nessun viaggio è possibile, mentre il restante 95% rischia di essere solo materiale grezzo e informe. Questo carburante comprende in parte codici e algoritmi che penetrano il mistero delle cose, in un mondo digitale e alternativo fatto di pulsanti da premere.
Vi rientra un massiccio intervento di revisione per evitare effetti indesiderati, e riportare l'opera a un minimo di armonia intrinseca. È un po' come un regista che accoglie e gestisce, tra un ciak e l'altro, le improvvisazioni dell'attore sulla scena, intervenendo poi sul montaggio finale.

La creatività dell'AI, tanto discussa, precede e segue il suo funzionamento.

È l'abilità di farla lavorare per ottenere il risultato desiderato, su cui l'autore ha e deve avere l'ultima parola. Il romanzo nasce, infatti, da un mare di dati e informazioni organizzati, selezionati e raccolti sfruttando lo sviluppo esponenziale delle capacità computazionali. Se non fosse soddisfacente, le istruzioni dovrebbero essere modulate in maniera diversa.
Ciò apre prospettive nuove sulla missione letteraria, e offre un terreno fertile per esplorare diverse frontiere creative. L'autore non ha più la penna in mano, ma ha davanti una vasta scacchiera di cui studia i segreti per ricavarne, passo dopo passo, se non riga per riga, parole, personaggi, discorsi e storie, mantenendo controllo e responsabilità dell'intero processo.
Una grande incognita è data dal copyright, argomento a cui i giuristi stanno dedicando molta attenzione. Nel caso di Death of an Author si potrebbe parlare di diritti d'autore solo per le opere da cui il romanzo attinge a piene mani, la maggior parte delle quali ormai di pubblico dominio.


Death of an Author

di Aidan Marchine
Pushkin Industries
Narrativa
Ebook 3,99€

Quarta

When Gus Dupin, literary critic and scholar, finds himself invited to the funeral of Peggy Firmin, celebrated novelist and now murder victim, he is determined to find out who killed her and why. As his investigation gets underway, it is not long before he finds himself at the center of an experiment at Marlow AI, a large language model company.
Why was he included in this experiment and what role did Firmin play? Further, why is Dupin suddenly a suspect in Firmin's murder? And worse: is he the next victim? As Dupin attempts to unravel the mystery of the death of his favorite author, readers find themselves in an alternate reality that raises a sinister question: what is the appropriate relationship between humans and machines and is murder the consequence when it goes too far?
A revolution in narrative and an unprecedented use of Artificial Intelligence, Death of an Author is a masterful and stunning examination of the nature of storytelling and the power of language.

Davide Dotto


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