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Addio a Chester Bennington, voce dei Linkin Park

Addio a Chester Bennington, voce dei Linkin Park

Musica Di Stefania Bergo. 20 luglio 2017. Chester Bennington, storica voce dei Linkin Park, si suicida impiccandosi nella sua casa di Palo Verdes Estates, nella contea di Los Angeles. Ha 41 anni. E un peso insopportabile sull'anima. 

Mike Shinoda, l'altro cantante della band, commenta su Twitter: "Sono sconvolto, ho il cuore spezzato, ma è successo davvero".
Sì, è successo davvero. Di nuovo. A pochi mesi dalla scomparsa di un altro frontman, Chris Cornell, voce dei Soundgarden, grande amico di Chester, la cui morte lo aveva scosso non poco, fino, forse, a diventare da presagio a profezia.


A 17 anni da Hybrid Theory, l'album di debutto che li ha consacrati sulla scena internazionale del nu metal, genere musicale che mischia il metal con il rap e il grunge, dopo 70 milioni di dischi venduti e due Grammy vinti, i Linkin Park erano appena tornati, a maggio, con One More Light, un nuovo album da molti criticato, quasi il tradimento della loro identità decisamente più impegnativa, l'evidente seduzione del mercato discografico per assecondare l'odierna tendenza rap e la predilezione per melodie meno sguaiate, ribelli e noir. Fin dalla copertina, che ritrae un quadretto bucolico di famiglia al mare, nella luce abbagliante di un tramonto ordinario. E forse è proprio questo il senso. Una disperata voglia di normalità, di serenità, di andare oltre i demoni del passato che hanno segnato, troppo profondamente, animi fragili che solo apparentemente sono rimasti intatti. In un'intervista rilasciata al Rolling StoneRob Bourdon, batterista della band, ha infatti raccontato:
È un album che rappresenta esattamente la nostra situazione emotiva di adesso, un disco molto intimo, che ci coinvolge a livello personale. Per la prima volta siamo stati profondamente onesti, confessandoci anche paure e insicurezze.
E infatti, nel primo singolo estratto, Heavy, Chester Bennington e Kiiara sono alle prese con i loro demoni. Che, nel caso del leader dei Linkin Park, hanno avuto la meglio.




Un'infanzia e un'adolescenza difficili, segnate da abusi, droga e alcool.

Nato il 20 marzo 1976 a Phoenix, Chester Bennington ha avuto un’infanzia davvero difficile. Figlio di un poliziotto e di un'infermiera, tra i sette e i tredici anni subì molestie e aggressioni da parte di un ragazzino più grande, a sua volta vittima di abusi. I suoi genitori divorziarono quando si era appena affacciato all'adolescenza e a soli undici anni si ritrovò a essere dipendente da droga e alcool, problema che lo ha perseguitato per tutta la sua vita.
Cominciò a cantare agli inizi degli anni '90 con i Sean Dowdell and His Friends?, e poi con i Grey Daze, due band locali.
Nel 1996, il rapper polistrumentista Mike Shinoda, il chitarrista Brad Delson e il batterista Rob Bourdon, formarono una nuova band, gli Xero. In quello stesso anno, Chester divenne padre di Jaimie, nato da una relazione, presto finita, con Elka Brand – avrà altri quattro figli: uno da Samantha Marie Olit e altri tre dalla modella di Playboy Talinda Bentley (lascia quindi cinque figli, più il fratello del suo primogenito, regolarmente adottato).
Trasferitosi a Los Angeles, nel 1999 divenne la voce degli Xero, che per l'occasione cambiarono nome in Hybrid Theory. L'anno dopo, registrarono il loro album d'esordio, Hybrid Theory, cambiando nuovamente nome al gruppo che, per pura casualità, divenne Linkin Park (si racconta, infatti, che l'idea iniziale per il nuovo nome della band fosse Lincoln Park, abbastanza comune in tutti gli Stati Uniti, talmente comune che il dominio web che volevano registrare era già stato acquistato; così, abbreviarono il nome del dominio in linkinpark.com, appunto – da Wikipedia).

Linkin Park – Berlino 2010

Hybrid Theory, Meteora e Minutes to Midnight: gli album di maggior successo dei Linkin Park.

Hybrid Theory ebbe un grandissimo successo, vendendo quasi cinque milioni di copie nel primo anno (in tutto oltre 30 milioni). I singoli più famosi sono One Step Closer, Crawling, Papercut e soprattutto In the End, decisamente il più famoso del gruppo, tanto da essere considerato dai musicisti stessi il loro cavallo di battaglia. Un video, premiato come miglior video rock agli MTV Video Music Awards del 2002, denso di immagini surreali, distopiche, in cui il rap di Mike Shinoda si mescola alla voce di Chester Bennington, alternativamente angelica, un sussurro appena percettibile, e rabbiosa, gridando a gran voce un ritornello profetico:
I tried so hard / And got so far / But in the end / It doesn't even matter
I had to fall / To lose it all / But in the end / It doesn't even matter



Tre anni dopo, uscì Meteora, che conteneva altri singoli diventati subito famosi.

Come Numb e Somewhere I Belong, confermando il successo della band e facendola diventare tra le più apprezzate della scena musicale internazionale in tema di sonorità nu metal e rap metal, con influenze hip hop, alternative rock ed elettroniche, grazie all'ausilio di programmazioni sonore, sintetizzatori e campionatori.
Il terzo disco della band, Minutes to Midnight, uscì nel 2007. Più alternative rock e meno nu metal, per la presenza di assoli di chitarra, conteneva il singolo What I’ve Done, che invita a un esame di coscienza su come l'essere umano abbia ridotto il mondo. Un altro video intenso, questa volta tutt'altro che surreale. Al contrario, terribilmente realistico, una denuncia all'uomo, con scene di guerra, bracconaggio, violenza, razzismo, fame, miseria, inquinamento, falsi eroi, droga. In altre parole, distruzione. Contrapposti a brevissimi fotogrammi di vita, un grido ancora più grande di quel "erase myself" (inteso come genere umano, ma anche personalmente...), una speranza che, a fatica, fende la nostra esistenza ma che pretendiamo non ci abbandoni mai.

Parallelamente ai Linkin Park, Mike Shinoda e Chester Bennington portarono avanti altri progetti.

Mike Shinoda con il nome di Fort Minor pubblicò un album a metà tra hip hop e rock (Believe me è uno dei singoli più famosi), Chester Bennington diede vita un progetto alternative rock, Dead by Sunrise, cui collaborarono anche altri artisti.
Seguirono altri quattro album, A Thousand Suns, Living Things, Recharged e The Hunting Party, che però non ottennero più lo stesso successo di critica e di pubblico dei primi tre.
Dal 2013 al 1015, Chester Bennington diventò anche il frontman degli Stone Temple Pilots, in seguito al licenziamento di Scott Weiland (anch'egli morto suicida due anni fa).

Al di là della loro discografia, i Linkin Park resteranno per sempre la colonna sonora di un periodo buio della mia vita, un periodo di eccessi emozionali, adrenalinico. 

Canzoni di giornate al lago, a consumare le braccia domando il vento su una tavola da surf, a bere birra tra amici inconfessabili e quella perenne e sommessa insoddisfazione per una vita che mi feriva dentro, anche se nessuno se ne accorgeva. Perché spesso è così, si va avanti, fingendo di essere intatti, sperando che le crepe della nostra essenza riescano comunque a contenere l'impetuosa marea che agita le viscere e i ricordi. Possiamo gridare la nostra rabbia per acquietare i demoni, ma alcuni continuano a sentirsi invisibili e sfiniti, per aver portato pesi oltre la propria sopportazione, troppo a lungo. Si cerca di resistere. Lo si deve a chi ci ama, a noi stessi. E quando tutto appare troppo pesante, non resta che mollare la zavorra e spiccare il volo, finalmente liberi. C'è chi riesce a farlo sulla terra. Chi solo in cielo. Come Chester Bennington. Perché a volte non importa quanto lontano tu sia arrivato, quando duramente tu abbia lavorato su te stesso. A volte i demoni hanno la meglio.
I’m holding on / Why is everything so heavy? / Holding on / So much more than I can carry / I keep dragging around what’s bringing me down / If I just let go, I’d be set free / Holding on / Why is everything so heavy?

Stefania Bergo


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