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Speciale The Week: Singapore e Malesia

Speciale The Week: Singapore e Malesia

The week Di Argyros Singh. Il reportage sugli eventi che hanno segnato la geopolitica e l'attualità del Sudest asiatico nell'ultimo anno: Singapore e Malesia.

Questo speciale di The Week si concentrerà sull’importanza del Sudest asiatico nella contesa USA-Cina, ma verranno citate situazioni importanti nella più vasta area dell’Indo-pacifico, utili a evidenziare alcuni punti chiave. Le fonti specifiche sono citate alla fine di ogni capitolo, ma per l’impostazione generale mi sono affidato al saggio di Sebastian Strangio, All’ombra del dragone. Il Sudest asiatico nel secolo cinese, Add, Torino, 2022.

  1. Singapore
  2. Malesia


Singapore

La diplomazia cinese a Singapore riprende spesso la figura dell’esploratore Zheng He, che con le sue “flotte del tesoro” muoveva ricchezze, in modo pacifico, a Sud del vasto Impero. In realtà, le navi di Zheng erano parte di una politica di espansione avviata dall’imperatore Yongle nella prima metà del XV secolo. Allora le truppe cinesi invasero il Vietnam settentrionale e colonizzarono lo Yunnan da poco conquistato.
Oggi, la Cina è tornata a rivendicare territori a meridione, tra cui la “linea dei nove tratti” nel Mar Cinese Meridionale. Questa volta, però, ci sono state rimostranze da parte di Malesia, Brunei, Filippine, Indonesia e Singapore. L’area infatti interessa a molti, comprendendo enormi riserve sottomarine di gas e di petrolio.

Tra i Paesi nominati, la piccola Singapore è una città-Stato che è costretta a venire a patti con la Cina, con cui condivide la medesima origine etnica, benché presenti una storia ben diversa.

Così, negli affari Singapore tratta con i cinesi, ma in merito alla sicurezza si appoggia agli Stati Uniti, mantenendosi in equilibrio tra le due potenze.
Nel settembre 2019, Usa e Singapore hanno rinnovato per altri quindici anni un accordo del 1990 in merito all’utilizzo di strutture difensive sul territorio da parte degli americani. Eppure, mesi prima Singapore, in qualità di presidente dell’Asean, aveva coordinato la prima esercitazione navale congiunta tra la Cina e i Paesi dell’associazione. Anche in questo caso, l’ambiguità e il pragmatismo singaporiano appaiono inevitabili: a differenza della Birmania, a contare non sono i chilometri di confine con la Cina, ma la sproporzione di forze.

Malesia

Dopo la caduta del muro di Berlino, il presidente Mahatir Mohamad revocò le limitazioni ai viaggi in Cina e da quel momento ripresero le relazioni commerciali tra i due Paesi. L’esito di questo processo è l’Iskandar Malaysia, una Zona economica speciale (Zes) istituita nel 2006, nello Stato di Johor. Al suo interno si trova Forest City, un centro urbano che imita la Zona economica del Delta del Fiume delle Perle, in Cina, sede del gigante high-tech Shenzhen. La fine dei lavori è prevista per il 2035 e la zona include aree commerciali e di svago, scuole internazionali e attenzione allo sviluppo della vegetazione verticale.
Rispetto ai conflitti etnici della Birmania, la Malesia ha trovato una relativa unità tra le sue componenti etniche. Rimane comunque molto scetticismo nei confronti della popolazione di origine cinese, in passato pesantemente perseguitata dai malesi. Il nuovo approccio della Cina rispetto ai connazionali all’estero potrebbe risvegliare quell’odio.

Sul piano geopolitico, i principali attriti tra i due Paesi si concentrano sul Mar Cinese Meridionale, in dodici affioramenti dell’arcipelago delle Spratly.

Pechino li reclama nella sua “linea dei nove tratti”, ma la Malesia ne ha occupati cinque, tra cui la Swallow Reef, un rinomato resort turistico.
A un’ottantina di chilometri dalle coste malesi, nella Zee malese, Pechino rivendica inoltre la James Shoal come punto più a sud del proprio territorio. Le esercitazioni militari cinesi intorno all’area, tra il 2013 e il 2014, hanno spinto la Malesia ad annunciare la costruzione di una base navale a Bintulu, sulla costa del Sarawak. Proprio al largo di queste coste, nel 2013 la Cina ha iniziato a pattugliare con la guardia costiera le Luconia Shoals, zone che si presumono ricche di riserve di petrolio e di gas, ma anche sede di importanti barriere coralline.
Sotto questa pressione, la Malesia ha sostenuto la presenza militare degli Usa in Asia e le navi da guerra statunitensi entrano periodicamente nei porti malesi. Cinque dei sei comandanti in capo del Paese hanno studiato allo US Naval War College di Newport, Rhode Island: gli Usa hanno anche fornito apparecchi radar per decine di milioni di dollari, dichiarandolo materiale a supporto della “guerra al terrore”.

Non solo Usa.

Di recente, la Malesia ha firmato con la Corea del Sud un contratto per l’acquisto di diciotto aerei da combattimento FA-50, per un totale di 910 milioni di dollari. Un passo considerevole, se si considera che Kuala Lumpur è tra i membri dell’Asean che spende meno in difesa in base al Pil.
Malesia e Corea stanno diventando buoni alleati, con una spesa malese di quasi due miliardi di dollari di attrezzature militari tra il 2018 e il 2021, secondo un rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute. Sulla scia di questi accordi, anche Thailandia e Filippine si sono avvicinate alla Corea, che ormai è tra i principali venditori di armi al mondo, vendendo anche in Medio Oriente e in Ue. La Polonia, per esempio, ha chiesto quasi mille carri armati K2, di cui ottocento da realizzare in Polonia, sfruttando la capacità sudcoreana di contenere i costi a fronte di un alto livello tecnologico.

Il cambio di rotta malese sta avvenendo sotto la presidenza di Anwar Ibrahim, che ha spinto per risolvere i problemi cronici di approvvigionamento delle forze armate del Paese.

La Malesia sta inoltre rafforzando la partnership strategica con Singapore, Indonesia e Brunei. L’anno scorso, Indonesia e Singapore hanno risolto una controversia sullo spazio aereo e hanno firmato un accordo che regoli le estradizioni. Singapore ha rafforzato i buoni rapporti anche con la Malesia, sospendendo a maggio 2022 le attività di sviluppo su un’isola contesa, sebbene la Corte internazionale di giustizia avesse stabilito, nel 2008, la sovranità singaporiana. I due Paesi si stanno ora confrontando in cerca di un punto di incontro.

Su Singapore – ft.com e straitstimes.com | Sulla Malesia – asia.nikkei.com e bloomberg.com

Reportage: Il Sudest asiatico

Nelle prossime puntate del reportage:
  1. Vietnam e Cambogia
  2. Laos, Thailandia e Birmania
  3. Singapore e Malesia
  4. Indonesia e Filippine



Argyros Singh


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