
Libri Recensione di Elena Genero Santoro. L’altra faccia della Russia di Stefano Tiozzo (TS - Terra Santa): dalla storia personale alla mentalità russa, dalla natura estrema ai problemi con la burocrazia. Un libro corposo, dettagliato, ben scritto, che tuttavia è talmente ricco di contenuti che non si può bere in poche ore.
Io e mio figlio siamo sempre stati attratti da posti come la Jacuzia, freddi, gelidi oltre misura. Quest’anno, durante le vacanze di Natale, in uno di quei giorni in cui non saremmo usciti da sotto il piumone, io e mio figlio, accoccolati vicini, abbiamo cercato su YouTube qualche documentario che ci mostrasse il luogo più gelido della terra mentre noi, al calduccio di una lenta giornata invernale, lo potessimo assaporare con distacco.Ci siamo imbattuti nel Moscow Diaries di Stefano Tiozzo, un italiano, un dentista di Torino come noi, che dopo aver sposato Sati Kazanova, una cantante famosa in Russia quanto le Spice Girl da noi, si è trasferito a Mosca dove vive dal 2017.
Stefano Tiozzo, una volta in Russia, ha abbandonato la professione odontoiatrica e si è dedicato alla fotografia e ai documentari di viaggio.
Non si è limitato però a una serie di puntate su un canale YouTube. Stefano Tiozzo ha raccolto le sue memorie di viaggio anche in un libro: L’altra faccia della Russia, che copre un lasso di tempo tra il 2017 e il 2022, passando per il periodo della pandemia di Covid 19 che in Russia è stato vissuto in modo molto diverso rispetto a noi, in Europa, con meno restrizioni interne, ma con più blocchi per chi voleva uscire dai confini e recarsi in altri paesi. Questo ha dato modo a Stefano Tiozzo di esplorare, in quegli anni, parecchie zone della Russia, che si sono rivelate una diversa dalle altre.Il libro di Stefano Tiozzo è corposo, sono quattrocentoventi pagine divise in quindici capitoli ognuno dei quali è talmente denso di informazioni che costituirebbe un libro già da solo.
Stefano Tiozzo spazia dalla sua storia personale alla mentalità russa, dalla natura estrema ai problemi con la burocrazia.
Non è la prima volta che leggo un saggio su un paese che presumibilmente non visiterò mai, per farmi un’idea della cultura del luogo.Il libro di Tiozzo parla dei russi solo in una certa percentuale, molto riguarda le avventure di viaggio e anche la situazione politica e i rapporti con l’Ucraina.
Ne emerge, casomai ci fosse un dubbio, che la Russia è un paese terribilmente complicato e dall’impostazione imperiale, composto da popolazioni anche di cultura molto diversa.
Territorio immenso è composto da stati interni e da regioni con un regime governativo più autonomo, quello che resta della vecchia Unione Sovietica.
Semplificando in modo esagerato, in Italia abbiamo le regioni a statuto speciale, ma lì la faccenda è ancora più complessa.La moglie di Tiozzo, nonostante il suo passaporto russo, è di origine caucasica, la sua lingua madre è il circasso, composto da tre vocali e quarantasette consonanti, talmente gutturale che o si impara nella primissima infanzia o in età adulta non si sarà mai in grado di pronunciarlo.
Il Caucaso è una regione relativamente piccola ma abitatissima da numerosi e diversi gruppi etnici, ognuno con la sua lingua e amico o rivale del popolo vicino.
Viene menzionato anche il ruolo della donna nella società russa, che è subalterno in un galateo univocamente accettato, ma in realtà lo è più nella forma che nella sostanza. Le donne russe, nei fatti, sono molto più indipendenti e tutelate di quelle europee quando si parla di stipendio e di diritti.
Poi ci sono altri stati dal territorio più ampio ma dalla cultura più omogenea e meno densamente popolati. Stefano Tiozzo li descrive con puntualità, dopo esserne venuto in contatto.
Vi sono poi i cenni storici, la questione in Crimea, quella in Ucraina.
Riassumerli sarebbe arduo, perché si tratta di una faccenda davvero ingarbugliata che affonda le radici nella notte dei tempi, dalla creazione dell’Ucraina in poi. Tuttavia, se si procede a ritroso nei secoli, ciò che Alessandro Orsini diceva in televisione nel 2022 mentre teneva una posizione che pareva sminuire l’attacco subito dal’Ucraina, stato sovrano, da parte di Putin, potrebbe acquisire un nuovo significato.Stefano Tiozzo inizia il suo libro spiegando che "la Russia chiama".
Quelli che, come lui, si sono trasferiti lì, per varie vicissitudini della vita, sono stati richiamati, risucchiati dal destino, perché è la Russia che sceglie chi fare avvicinare a sé.I russi amano la Russia come territorio, come una madre e non la tradirebbero mai.
I russi hanno una doppia anima europea e asiatica e, secondo l’autore, capiscono meglio l’Europa di quanto noi capiamo loro.
Per questo hanno una passione sfrenata per l’Italia e per gli artisti italiani. Tiozzo, in alcune situazioni di burocrazia critica se l’è cavata rispondendo alla domanda: canta ancora Celentano? Esistono addirittura dei cantanti italiani famosissimi in Russia e completamente sconosciuti in patria.
Il rovescio della medaglia è che i russi patiscono quando si sentono non capiti e discriminati in quanto russi.
Dopo l’attacco all’Ucraina in Europa e nel mondo si è attivata una russofobia che si è trasferta persino sugli atleti olimpionici.Ma i russi, dopo l’inizio della guerra, si sono ripresi. Dopo le prime proteste, sono rimasti fedeli alla madre patria. Non a Putin, sottolinea Tiozzo, ma alla Russia stessa.
E anche Stefano Tiozzo, che nel febbraio 2022 si trovava all’estero, ha vissuto l’attacco all’Ucraina con dolore e disincanto. Nonostante tutto, una volta rientrato a casa, ha capito che non potrà mai smettere di amare il suo paese di adozione.
Un libro corposo, dettagliato, ben scritto, che tuttavia è talmente ricco di contenuti che non si può bere in poche ore.
L’altra faccia della Russia
di Stefano TiozzoTS - Terra Santa
Saggio
EAN 9791254710753
Cartaceo 18,05€
Ebook 12,99€
Quarta
«Era da molto tempo che avevo immaginato di raccontare la Russia dal di dentro, in tutte le sue mille sfumature e contraddizioni. Mi piace pensare che sia il momento più giusto – in senso morale – per farlo. Con la speranza che i miei racconti e la mia umile esperienza di viaggiatore e ricercatore umano possano essere un’arma non violenta contro la cecità e il razzismo che dominano l’attuale controverso rapporto tra questo immenso Paese e l’Occidente».
Dai Monti Altai alla Kamčatka, da Murmansk al Daghestan, da San Pietroburgo a Mosca fino alle tende dei nomadi Nenet.
Nell’avvincente varietà delle sue pagine questo libro si offre come autobiografia e reportage, cronaca di costume e racconto d’avventura. Dopo il successo di Moscow Diaries su YouTube – con oltre tre milioni di visualizzazioni – il celebre fotografo e blogger, che da anni vive in Russia, invita a prestare ascolto alla polifonica voce di un Paese dall’innegabile fascino e dalle molteplici antinomie.
Elena Genero Santoro |
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