Gli scrittori della porta accanto

"L'angelo della dimenticanza" di Giada Alessia Lugli

La voce narrante è Elisa, figlia di Clara.
Clara è un animo sensibile e per questo vulnerabile, che difende la sua integrità indossando una metaforica tuta da palombara, la classica coperta di Linus che come tutti sappiamo non è né eterna, né indistruttibile. È innamorata di Dario, un bell'uomo, ma inadeguato e superficiale, un fatto che era chiaro a tutti tranne che a Clara (gli inglesi dicono giustamente “to fall in love”, testualmente “cadere in amore” perché l'innamorato non capisce più niente ed è sempre l’ultimo a vedere la realtà). Persino il vecchio padre morente le dice, esalando l'ultimo respiro: "Ho sempre pensato che fosse un pirla". Da vero pirla, infatti, prima di lasciare Clara pensa bene di metterla incinta, e appunto nascerà Elisa.
Finalmente un po' di fortuna: Clara incontra Ileana, figura forte del romanzo. Ileana ha un passato che non riesce a capire, da bambina il padre picchiava lei, sua madre e i suoi fratelli, ma non sembrava farlo con cattiveria, sembrava anzi dispiacersene e Ileana ne scoprirà i motivi, impensabili, alla morte della madre.
Lei e Clara si incontrano in un bar, poco frequentato visto che Clara è un po' "allergica all'umanità", e diventano vere amiche, di quelle che si raccontano tutto della vita, senza tralasciare niente. Vanno a vivere tutte insieme, Clara con sua figlia Elisa e Ileana, nel piccolo paesino di Orino e fondano la "Realizziamo sogni srl", un'agenzia molto particolare che aiuta i clienti a risolvere ogni problema in cambio degli eventuali guadagni futuri e di un favore. Ad esempio salvano il matrimonio di una coppia dopo che il ragazzo aveva per sbaglio baciato un'altra; si prestano a un finto matrimonio per accontentare il padre moribondo del finto sposo. Insomma, gestiscono le situazioni più strane e difficili e diventano famose come "Le fate di Orino".
Ecco, l'agenzia è la fonte delle successive storie, alcune esilaranti, altre commoventi, che popolano il racconto di personaggi. Elisa cresce e, ad un certo punto, pretende di conoscere suo padre. Costringe Clara a portarla da lui, nonostante siano passati gli anni, ed egli si dimostra senza cervello, come da giovane, e così Elisa capisce finalmente più a fondo la scelta della madre nell’averlo abbandonato al suo destino.
Arriva nel racconto anche Teresa, considerata un po' pazza perché innamorata di un Angelo, non di nome, di fatto: un vero Angelo, quello che quando nasciamo ha il compito di toglierci i ricordi della vita precedente, è l'Angelo della dimenticanza.
Siamo all'epilogo, dove Elisa avrà una richiesta speciale per l’Angelo, ma penso che ognuno di noi abbia qualche richiesta per il suo Angelo della dimenticanza...
Bello, Bello, Bello.


di Giada Alessia Lugli 
Nocchiero (ed. 2014) | Selfpublished (ed. 2015) 
Romanzo 
ISBN 978-8890818233 (edizione 2014) 
cartaceo 11,90€ | Amazon   
ASIN B00Y8UC5QK (nuova edizione 2015) 
ebook 0,99€ | Amazon   

Il titolo originale del romanzo era “La Palombara”. Derivava dal metaforico scafandro che Clara (una delle protagoniste) aveva sempre indosso, fin da piccola. Questa protezione emotiva l’aveva sempre resa stabile e serena, ma quando il suo grande amore la lascia, anche il suo scudo va in pezzi e Clara si chiude in casa, allontanandosi da tutti. Scopre però di essere incinta e decide di tenere la bimba senza dire nulla al suo ex fidanzato, che altrimenti sarebbe costretta a frequentare per tutta la vita, soffrendo per il suo amore non corrisposto. Elisa, la figlia, è la voce narrante della storia e racconta di come sua madre abbia incontrato Ileana, l’unica amica di cui Clara riuscirà a fidarsi del tutto, la quale diverrà come una zia e vivrà con loro, aprendo in un piccolo paese vicino Varese un’agenzia dei sogni. Le vicende delle tre ragazze e dei loro clienti si intrecciano a qualche filo di magia e a eventi che sfiorano il soprannaturale. In particolare, Teresa e il suo Angelo lasceranno un’impronta fondamentale nella vita delle tre “Fate di Orino”, donando loro speranza anche negli accadimenti più tristi.







Angelo Gavagnin


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